È un piccolo gesto che è apparso da subito l’inizio di una grande rivoluzione. Le Chiesa tedesca si apre a coloro che hanno trovato nella vita un secondo amore. La diocesi di Friburgo, la seconda maggiore tra le 27 della Germania, tenderà una mano ai divorziati risposati. Secondo direttive che la Chiesa locale ha inviato a tutti i suoi sacertoti, d’ora in avanti coloro che hanno messo fine a un matrimonio e si sono sposati in seconde nozze, potranno di nuovo sposarsi in chiesa, battezzarsi, ricevere la comunione e la cresima ed avranno allo stesso modo diritto all’estrema unzione. Allo stesso modo potranno teoricamente essere ordinati diaconi.
L’iniziativa di Friburgo fa seguito alle parole di Papa Francesco su questo punto. Il Pontefice argentino si è espresso a favore dell’inclusione all’interno della Chiesa dei cattolici che vivono in situazioni fino ad ora considerate “irregolari”. «Dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni strada, predicando la buona notizia del Regno e curando, anche con la nostra predicazione, ogni tipo di malattia e di ferita. A Buenos Aires ricevevo lettere di persone omosessuali, che sono “feriti sociali” perché mi dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma la Chiesa non vuole fare questo», così Francesco rispondeva alla domanda esplicita del direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro sulla situazione di «divorziati risposati, coppie omosessuali e altre situazioni difficili».
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Il Papa chiama, Friburgo risponde. In Germania il dibattito sui sacramenti per i divorziati risposati, così come quello del celibato, occupa da anni buona parte dei teologi cattolici che in più occasioni hanno firmato manifesti e raccolte di firme con il fine di aprire la chiesa su una serie di punti. Le nuove linee guida saranno recapitate ai parroci della diocesi di Friburgo nel corso di questa settimana e «sono un segnale per tutta la Germania», assicura Spiegel Online che dava ampio risalto alla notizia. Il gesto di Friburgo ha lo scopo di migliorare la situazione dei cattolici che decidono di divorziarsi e sposarsi in seconde nozze, a cui fino ad ora la Chiesa precludeva la possibilità di praticare pienamente la propria fede. Per anni questo punto è stato oggetto di infinite critiche.
«Nei casi di matrimoni finiti male vogliamo offrire una seconda possibilità agli interessati, li vogliamo ascoltare ed accompagnare», ha spiegato alla stampa tedesca Andreas Möhrle, decano della cattedrale di Friburgo. È anche una questione pratica: la Chiesa non può più permettersi di escludere i divorziati di fronte all’alta percentuale di matrimoni che vengono interrotti. Ai divorziati che si sposano in seconde nozze verranno offerte consulenze e colloqui all’interno dei quali potranno fare i conti con la fede e il fallimento del primo matrimonio. Sarà questa la base su cui costruire un ritorno alla fede praticata. «Dobbiamo prendere atto che molti divorziati si sentono esclusi dalla Chiesa e soffrono per questo», ha aggiunto Möhrle.
Nel corso della Assemblea plenaria dei vescovi tedeschi che si è tenuta a Fulda a fine settembre, il presidente uscente della Conferenza episcopale tedesca e amministratore apostolico di Friburgo, mons. Robert Zollitsch — che di recente ha presentato le sue dimissioni al Papa per limiti d’età — aveva annunciato che tra i temi discussi c’era il celibato, la situazione dei divorziati e il ruolo della donna. In particolare per quanto riguarda i divorziati aveva detto: «Essi appartengono alla Chiesa».
Twitter: @NenaDarling