Parolin è malato: ma la successione a Bertone non salta

Ma l’infermità sarebbe leggera

Monsignor Pietro Parolin è Segretario di Stato “in absentia”. È questa la formula davvero inedita scelta dallo stesso papa Francesco per annunciare a sorpresa, martedì mattina, che il nuovo “numero due” del Vaticano è stato ricoverato a causa di un «piccolo intervento chirurgico» il che avrà una conseguenza precisa: l’arcivescovo «prenderà possesso del suo incarico alcune settimane più tardi».

La cerimonia del passaggio di consegne con il cardinale Tarcisio Bertone è avvenuta nella biblioteca della Segreteria di Stato ma il protagonista principale era assente. La notizia, ha spiegato poi il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, ha «colto di sorpresa molti dei presenti» all’evento. Si può parlare di giallo? Il Vaticano ha subito cercato di minimizzare l’accaduto per evitare illazioni; «Parolin non ha niente di grave», era la parola d’ordine che doveva arrivare alla stampa e non c’è motivo di credere che non sia così. Resta però la sensazione che il colpo di scena ci sia stato comunque.

La struttura amministrativa e i responsabili della comunicazione d’Oltretevere sono stati presi in evidente contropiede. Il giorno prima, infatti, erano stati annunciati tre discorsi – il saluto del Papa e del cardinale Bertone, e quindi un breve intervento del nuovo Segretario di Stato. Ancora, nella prima parte della mattinata di martedì 15, la Sala stampa vaticana confermava che questa sarebbe stata la sequenza degli avvenimenti.

Poi qualcosa è saltato: ai giornalisti che attendevano di sapere qualcosa è stato comunicato che forse, invece, non ci sarebbe stato alcun intervento. Infine, con qualche ritardo, lo stesso padre Lombardi ha riferito su quanto stava accadendo e alcuni discorsi sono stati in effetti distribuiti: solo che mancava proprio il saluto di Parolin. Lombardi ha spiegato che in effetti Parolin non era presente, quindi ha aggiunto: «Ho avuto più di una rassicurazione che si tratta di cosa non grave», non solo: il nuovo Segretario di Stato, ha detto, «ora è in Veneto, dove si era recato per salutare la famiglia»; di conseguenza si troverebbe ricoverato in qualche struttura sanitaria di Vicenza e dintorni. Tuttavia, ha osservato Lombardi, il Papa ha voluto mantenere la riservatezza sulla salute del suo Segretario di Stato.

Il direttore gesuita della Sala stampa della Santa Sede, ha poi precisato altri aspetti importanti della questione: Parolin aveva concluso il suo mandato come nunzio apostolico in Venezuela alla fine di settembre, subito dopo era venuto a Roma dove già si era incontrato con il Papa – è quanto ha riportato nei giorni scorsi Linkiesta – e molto probabilmente anche con il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, il capo del gruppo di otto cardinali incaricati di riformare la Curia. È poi certo che intorno al 6 -7 ottobre l’arcivescovo di origini venete si fosse recato a Schiavon, il suo paese d’origine in provincia di Vicenza, per incontrare la madre e salutare la comunità d’appartenenza (c’è stato anche un pranzo all’aperto con mille persone, una festa, insomma), dove non si era recato per le vacanze estive proprio a causa della nomina a Segretario di Stato.

Cosa è accaduto dal punto di vista della salute? Sembrerebbe essersi trattato di un evento imprevisto considerato che tutti sono stati colti di sorpresa, ma qui il Vaticano ha scelto di non dire altro. Dal punto di vista comunicativo si tratta di una decisione che ha qualche punto debole: intanto perché dalle indiscrezioni potrà sempre trapelare qualcosa, e un po’ per quello che potremmo chiamare l’effetto Cernenko. Vale a dire che il modello di diffusione della notizia assomiglia un po’ a quello di tipo sovietico quando, appunto, la malattia del leader del partito veniva invariabilmente definita come “raffreddore” anche se nascondeva ben più gravi problemi. Pure questo è un rischio che la Santa Sede dovrà calcolare bene.

Ma al di là di tutto emerge in questa vicenda anche la volontà di papa Francesco di tirare dritto per la propria strada. Il Pontefice non ha voluto prorogare il cardinale Tarcisio Bertone nemmeno per un giorno; il nuovo Segretario di Stato è entrato comunque in carica e prima o poi arriverà anche in Vaticano. In ogni caso Bergoglio non ha atteso altro tempo, il passaggio di poteri ha rispettato la tabella di marcia, segno che una decisione era stata presa e non si tornava indietro neanche per un’emergenza di “qualche settimana”.

In questi giorni di Segreteria di Stato quasi vacante o, meglio, “in absentia”, si farà riferimento ai due “vice” del Segretario, cioè il Sostituto per gli affari generali monsignor Giovanni Angelo Becciu, e monsignor Dominique Mamberti, responsabile per i rapporti con gli Stati. La sostituzione di Bertone era del resto considerata uno dei momenti chiave del nuovo pontificato e però le cose hanno seguito un andamento imprevisto come quasi tutto, del resto, negli ultimi sette mesi: dalle dimissioni di Benedetto XVI, all’elezione di Francesco a questo inedito cambio della guardia fra Bertone e Parolin.  

Twitter: @FrancePeloso

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