In questo Paese è sempre colpa di qualcun altro. Lo sanno tutti, del resto lo scaricabarile è una consolidata pratica italica. Un malcostume che non risparmia neppure i ministri del governo Letta. È il caso di Cécile Kyenge. A fine settembre la titolare dell’Integrazione aveva dato buca a una manifestazione organizzata a Brescia, costringendo gli organizzatori a cancellare l’evento. Incalzata in Parlamento per essersi giustificata adducendo improbabili problemi di ordine pubblico, ieri l’esponente dell’esecutivo si è elegantemente difesa addossando tutte le colpe a un suo collaboratore. Colpevole di aver scritto di suo pugno un’ «incomprensibile e ingiustificata» lettera di scuse.
A chiamare in causa il ministro è il leghista Stefano Borghesi, primo firmatario dell’interrogazione. Il parlamentare del Carroccio torna alla cronaca di quei giorni. «Stando a ricostruzioni pubblicate da organi di stampa e basate su indiscrezioni attribuite allo staff del ministro – così in Aula – la rinuncia sarebbe riconducibile a raccomandazioni provenienti da non meglio precisati organi del governo locale, causate da temuti problemi di ordine pubblico». Insomma, il ministro avrebbe disertato l’appuntamento per non mettere a repentaglio la propria incolumità. Eppure il prefetto di Brescia si era affrettato a negare che «quel giorno potessero sussistere problemi di ordine pubblico in città».
Insomma, il ministro ha mentito? Rispondendo in Aula all’interrogazione, Cécile Kyenge si discolpa. L’assenza alla manifestazione «è dovuta esclusivamente a improvvise difficoltà nell’organizzazione della mia agenda dovute all’accavallarsi di impegni in quei giorni» ammette. Poi scarica il suo assistente. «È accaduto che un fantasioso collaboratore della mia segreteria abbia inviato incomprensibilmente agli organizzatori dell’evento una lettera di giustificazione priva di ogni fondamento e che ha determinato un immotivato allarme sociale». L’anonimo collaboratore del ministro si prende anche una bella lavata di capo. «Solo dopo molti giorni sono venuta a conoscenza di questa scriteriata iniziativa personale – continua la Kyenge – che in questa sede voglio assolutamente condannare. Ho già dato direttive affinché questo assurdo incidente non possa e non debba mai più ripetersi». Il finale preannuncia quasi un licenziamento. «Non è fortuna di tutti trovare adeguati e responsabili collaboratori».