Il sindaco di New York Bill de Blasio ha stravinto le elezioni municipali della più grande città americana, dopo essere rimasto per settimane in testa ai pool che segnavano l’enorme vantaggio dal rivale repubblicano Joe Lhota.
Lhota, nonostante fosse uno degli eroi cittadini dell’11 settembre e importante vicesindaco di Rudy Giuliani nei terribili mesi che seguirono l’attacco, non è riuscito nemmeno a farsi conoscere dagli elettori e ha sofferto la mancanza di supporto degli alleati del sindaco uscente Michael Bloomberg, un indipendente eletto nella lista repubblicana nel 2001.
De Blasio, invece, è stato capace di consolidare rapidamente il supporto e la reputazione durante le primarie democratiche dopo l’implosione della campagna di Anthony Weiner e dopo che la portavoce del consiglio cittadino Christine Quinn ha fatto il pieno di voti. Il messaggio della “Tale of two cities” (La storia di due città, ndr) ha incontrato un elettorato affamato di alfieri liberali. Il sindaco ha usato lo slancio della sua prima vittoria su Quinn e sull’ex comptroller Bill Thompson per raccogliere sostegno in tutta la città con la promessa di parlare in nome dei newyorkesi che si sentivano lasciati da parte durante l’amministrazione Bloomberg.
Si è scoperto che ce n’erano molti di loro, e i risultati elettorali di martedì notte hanno mostrato che il suo ampio supporto ha tenuto durante l’election day. Con la sua famiglia multirazziale e le sue dure critiche contro le politiche singhiozzanti, de Blasio è riuscito a unire le minoranze razziali e i bianchi liberali in una coalizione formidabile in cerca di una nuova direzione.
«De Blasio vincerà perché i newyorkesi non accettano più che questa “storia delle due città” deve essere il nostro futuro», ha affermato giovedì pomeriggio John del Cecato, a capo del team di strategia mediale di de Blasio.