Nella nuova sede del Milan a Fiera Milano City non hanno ancora fissato le targhette con i nomi fuori dagli uffici dei manager. C’è una ragione di questo ritardo così insolito per la puntualità milanista, “svizzera” secondo gli addetti ai lavori. Barbara Berlusconi ha fretta. Vuole la testa dell’amministratore delegato Adriano Galliani e dei suoi uomini più fidati entro la fine dell’anno, così da gestire direttamente il mercato invernale di gennaio. È questo il vero piatto forte delle discussioni in corso in queste ore tra via Turati e villa San Martino ad Arcore, dove, durante il consueto pranzo del lunedì i figli di Silvio Berlusconi hanno parlato a lungo con il padre della situazione dei rossoneri, decimi in classifica dopo cinque sconfitte e appena tre vittorie.
Più della posizione in caduta libera del tecnico Massimiliano Allegri – che Barbara però non ritiene diretto responsabile della crisi – in queste ore si sta valutando la finestra di dicembre come il primo vero cambio di passo rispetto alla gestione di Adriano Galliani, Vice Presidente Vicario e Amministratore Delegato. Le trattative sono serrate. Non è facile modificare un impianto di quasi trent’anni di amministrazione a lungo “vincente” come quella dell’ex antennista di Monza. Per questo motivo, più che la testa dell’amministratore delegato – che dovrebbe capitolare entro fine stagione – in una manciata di giorni potrebbero saltare i suoi uomini più fidati, il suo «cerchio magico» che occupa le caselle più importanti dell’amministrazione milanista da quasi vent’anni.
A quanto pare la prima testa a cadere potrebbe essere quella di Umberto Gandini, il potente direttore organizzativo rossonero, laureato in giurisprudenza, esperto di diritti televisivi, nel Milan da più di vent’anni. Arrivato nel 1993 da Mediaset, anche a Cologno Monzese era uno degli uomini più fidati di Galliani che infatti lo ha voluto portare con sé in via Turati. «Umberto è l’ombra di Adriano» si mormora allo storico bar di fronte alla vecchia sede, dove si serve l’ottimo panino Special One. In questi giorni i due si fanno vedere spesso insieme, come a Barcellona, a quel pranzo prima del match di Champions League dove Barbara non si è avvicinata nemmeno di striscio.
L’incarico di direttore organizzativo, secondo gli spifferi di Turati, potrebbe essere il primo ruolo dirigenziale che prenderebbe in mano proprio BB. In questo modo la rampolla di famiglia metterebbe mano al cuore amministrativo, per di più nella nuova sede del Milan, 9 mila metri quadri di spazi nell’avveniristico palazzo a Fiera Milano City. Gandini è il braccio operativo di Galliani, con un lavoro che varia su tutti i fronti dell’amministrazione della squadra, dalla pianificazione alla comunicazione. E proprio quest’anno il direttore organizzativo – protagonista dell’arrivo di David Beckham qualche anno fa a Milanello – fu criticato per aver mancato l’iscrizione di Niang in Champions League: il francese non fu inserito nelle liste dei giocatori a disposizione per la competizione e Gandini chiese scusa «a tutti» con un comunicato stampa ufficiale.
Altra testa che rischia di capitolare è quella di Ariedo Braida, direttore sportivo, altro pezzo da novanta del gallianismo. Su Braida piovono molte critiche negli ultimi tempi, anche perché la ex fidanzata Michelle Bonev con le sue rivelazioni “scottanti” su Francesca Pascale, fidanzata ufficiale del Cav, ha creato malumori tra le mura di Arcore. Non solo. Nel mondo del calcio in tanti sono convinti che sul fronte del mercato la vera fortuna di Braida, negli ultimi anni, sia stato Leonardo, l’ex centrocampista e tecnico del Milan (e poi dell’Inter), ora al Paris St.Germain, che portò in rossonero Kakà e Thiago Silva. Sull’incarico di direttore sportivo ha già messo gli occhi Paolo Maldini, pronto a ritornare in squadra e già in contatto da mesi con Barbara. Proprio l’ex terzino rossonero in diverse interviste ha spiegato senza mezzi termini come «Braida faccia sempre meno il lavoro di direttore sportivo».
La rivoluzione della berluschina nel Milan non si ferma qui. Forte dell’asse con Marina, presidente di Fininvest, cioè della “cassa” che ha ripianato in questi anni i debiti di via Turati, nonostante le vecchie ruggini su Mondadori, Barbara va dritta come un treno nella rottamazione della classe dirigente gallianista. Altri dirigenti potrebbero cadere nei prossimi giorni. E non è detto che a tornare tra i gangli dell’amministrazione rossonera possano essere alcune vecchie conoscenze, messe alla porta negli anni proprio da Galliani. Circolano due nomi: quello dell’ex storico dirigente Paolo Taveggia e dell’ex capo ufficio stampa Paolo Tarozzi.