Silvio Berlusconi prova a tentare il segretario Pd Matteo Renzi. Archiviare anticipatamente la legislatura e tornare al voto in tempi rapidi è possibile. Approfittando di una serie di scadenze, la parentesi di Enrico Letta a Palazzo Chigi può essere chiusa nel giro di pochi mesi. Perché non approfittarne? Il leader di Forza Italia lo ha spiegato nel pomeriggio ai coordinatori regionali del suo partito, riuniti nella sede di piazza San Lorenzo in Lucina. Il prossimo 25 maggio può essere convocata una grande tornata elettorale per rinnovare il Parlamento europeo e quello italiano. Due appuntamenti fondamentali, a cui da questo pomeriggio se n’è aggiunto un altro: le elezioni regionali in Piemonte.
Che è successo? Il Tar ha annullato le elezioni del 2010, quelle che hanno permesso a Roberto Cota della Lega Nord di vincere contro Mercedes Bresso del Pd. La storia si perde ormai nella notte dei tempi. Ricorsi e contro ricorsi per vizi di forma nella presentazione delle liste sono andati avanti per quasi quattro anni. Alla fine il ricorso dei democratici ha avuto successo. E adesso si rischia di andare a votare in primavera, forse proprio il 25 maggio, per quell’election day auspicato dal Cavaliere e legittimato dall’articolo 7 della legge 111 del 2011.
La Lega Nord ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Secondo gli esperti la sentenza potrebbe arrivare già a metà marzo, in tempo per l’election day. Nel Carroccio sono convinti di spuntarla, eppure fa fede il caso del Molise del 2012: anche qui le elezioni furono annullate, ma ci vollero cinque mesi per tornare alle urne. I tempi del Consiglio, infatti, dipedono dai giudici che potrebbero però operare «in urgenza» e quindi aprire le porte a un voto in primavera. Regionali, Europee e Politiche insieme potrebbero essere quindi accorpate, cosa che farebbe da assist a Renzi che su queste elezioni si gioca una prima partita importante per la sua sua segreteria.
L’offerta del Cavaliere a Renzi è concreta, al limite della sfacciataggine. Sfidando la recente condanna nel processo Mediaset – e le disposizioni della legge Severino – Silvio Berlusconi assicura di essere persino pronto a ricandidarsi. «Alle Europee spero di essere capolista in tutte le regioni» ha confidato ai suoi. Insomma, la proposta è ufficialmente sul tavolo. Se Renzi decidesse di staccare la spina al governo, avrebbe il sostegno di Forza Italia per convincere il capo dello Stato a sciogliere le Camere e riportare il Paese alle urne. Magari proprio in virtù della nuova legge elettorale che il Parlamento dovrebbe approvare in tempi rapidi (così almeno auspicano i renziani).
È un’esca invitante, quella di Berlusconi. I sondaggi più recenti assegnano al Partito democratico oltre il 30 per cento delle intenzioni di voto. Di fronte a questi numeri, Matteo Renzi può essere legittimamente tentato di andare alle urne il prima possibile. È il modo meno rischioso per conquistare una netta affermazione tanto alle Europee che alle Politiche. Ma anche per premiare alcuni dei suoi uomini più fedeli. Non a caso per le prossime Regionali piemontesi ha già iniziato a circolare il nome di Sergio Chiamparino.
Il “Chiampa”, ora presidente della Fondazione Compagni di San Paolo, si è già detto disponibile. È la rivincita di un uomo che è stato sempre osteggiato tra i democratici, titolare di un Pd del Nord mai nato, molto stimato persino tra i ranghi della Lega Nord, con Roberto Calderoli o lo stesso ex segretario Roberto Maroni a ritenerlo spesso un interlocutore capace. Il Pd sembra orientato a puntare su di lui, mentre nel centrodestra si attendono risposte dal Consiglio di Stato, anche se c’è chi già fa il nome di Claudia Porchietto del Nuovo Centrodestra, attuale assessore della giunta Cota. Matteo Salvini, segretario del Carroccio, ha già annunciato di voler ricandidare Cota, ma a quanto pare nella Lega non ne sono tutti così convinti.
Nonostante le tentazioni berlusconiane, il segretario del Pd non sembra interessato. Non ancora, almeno. La proposta del Cavaliere per ora è stata rispedita al mittente. Dopo una lunga serie di tensioni, oggi sull’asse Renzi-Letta sembra finalmente tornato il sereno. Smentendo gran parte dei retroscena giornalistici, stamattina di buon ora il segretario si è presentato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio. Nessun rifiuto a discutere assieme il patto di coalizione “Impegno 2014”, come pure qualche cronista aveva lasciato intendere. Anzi, i due si sono trattenuti oltre un’ora e mezzo nello studio di Letta per fare il punto sulle riforme, il prossimo programma e un possibile rimpasto di governo. Certo, non è stato formalizzato alcun accordo ufficiale (i bene informati assicurano che durante il vertice sia stato volutamente accantonato il tema delle nozze gay). Eppure è evidente come il faccia a faccia di stamattina abbia riportato l’ottimismo tra i sostenitori dell’esecutivo.
Per ora Renzi evita di alimentare nuove polemiche con il governo. In attesa del suo trentanovesimo compleanno – che festeggerà domani a Firenze – il segretario ha passato la giornata a Roma, nella sede del Nazareno. Il tempo di confrontarsi con l’ex avversario alle primarie Gianni Cuperlo, oggi presidente dell’assemblea dem. Ma anche con il ministro Graziano Delrio, che al termine ha voluto assicurare i giornalisti sulla tenuta dell’esecutivo. Insomma, il governo va avanti. Ne deve essere convinto anche il presidente Letta. Verso la fine del mese il premier si presenterà alle Camere per illustrare il nuovo programma del suo governo. Sarà quasi una sfida. Guarda caso proprio in quei giorni l’aula di Montecitorio inizierà l’esame della nuova legge elettorale.