Portineria MilanoCivati: «Renzi sgarbato, ma fa bene a provarci»

Caos Pd

La guerra è finita. Anche per Giuseppe Civati detto “Pippo”. «Siamo sempre al punto di partenza, non cambia mai niente. Il governo di larghe intese continua, Berlusconi c’è sempre stato e ci sarà ancora, Grillo continua a disinteressarsi e resta in un angolo. Noi intanto siamo tra Renzi che attacca Cuperlo e Cuperlo che attacca Renzi. La mia posizione è diversa. La legge elettorale va fatta, cerchiamo di affrontare la situazione senza troppe polemiche. Parliamo nel merito della proposta. Per questo motivo si vede che non vengo preso in considerazione: non faccio casino e non faccio notizia». Il “terzo incomodo” alle ultime primarie, arrivato secondo nel nord Italia, non ha più voglia di martellare, nè di sparare contro i renziani o contro i dalemiani. Ieri in direzione nazionale si è astenuto sulla proposta di Renzi.

Lo ha spiegato durante la direzione, lo ripete con Linkiesta. «Renzi ha esagerato nella forma durante la replica a Cuperlo. È stato un brutto episodio per la vita del Pd. Poteva evitare di essere così pesante, dovrebbe risparmiarsi certi commenti come quando ha detto a Cuperlo che se se ne andava era un problema suo. Allo stesso tempo Cuperlo deve scegliere cosa fare, se il presidente dell’assemblea o il leader della corrente interna al Partito Democratico. Diciamo che ci sono accuse strumentali da una parte e dall’altra. E intanto il governo di larghe intese continua. Non si andrà a votare presto e questo credo vada bene anche al gruppo che sta criticando Renzi».

Alla fine Cuperlo si è dimesso dalla presidenza
Non poteva fare il presidente e il capocorrente insieme…

Civati con chi sta?
Ho detto chiaro e tondo che all’Italia serve una legge elettorale, è una priorità, dobbiamo portarla a casa. Certo il metodo magari poteva essere diverso, ma Renzi ha vinto il congresso, è il segretario, ha un mandato pieno, è giusto che provi a fare il possibile parlando con tutte le forze politiche. Lo ripeto: sono state ingenerose le critiche a Renzi di questi giorni. Volevano che salvaguardasse il governo di larghe intese, quando trova l’accordo con Alfano e Berlusconi viene criticato. Non li capisco.

I maligni sostengono che lei abbia un accordo con Renzi.
Non faccio accordi con nessuno, mi limito a dire che è giusto fare una legge elettorale, è giusto parlarne e discuterne, evitando però strumentalizzazioni. Se non lo facciamo adesso…

Quindi l’Italicum le piace?
Non ho detto questo, anzi non mi piace per niente. Non mi convince affatto, mi permetto di far notare che piace soprattutto a Berlusconi e Verdini.

E quindi? 
Avevamo tre proposte, Renzi ha scelto la terza, lo spagnolo, che prevedeva già liste bloccate e un premio consistente di maggioranza. La novità è la ripartizione nazionale dei seggi che va molto bene a Berlusconi, ma dove secondo me si perde completamente il riferimento ai collegi.  Io ero per la prima, il Mattarella, dove c’era molta cautela sul premio di maggioranza. Questo è lo spazio per discuterne, poi vedremo in aula cosa succederà.

E in aula come finirà? C’è già chi agita lo spettro dei 101 che affossarono Romano Prodi alla presidenza della Repubblica.
Non è il momento di rievocare brutti fantasmi, è il momento di discutere.

Le riforma delle legge elettorale sembra avere la benedizione di Giorgio Napolitano Perché queste polemiche? Cuperlo nel suo intervento ha insistito sulle preferenze e sul rischio di incostituzionalità.
Lo spagnolo prevedeva già le liste bloccate, mi domando anche io cosa non funzioni.

Forse qualcuno ha paura dei listini bloccati e dello strapotere di Renzi nella composizione delle liste?
Questo lo dice lei. Ma il problema di andare a votare non si pone al momento. Il governo di larghe intese continua, ricominciano le riforme costituzionali, questo è forse il problema più grande.

Berlusconi adesso dovrà scontare la pena per la sentenza Mediaset, le procure preparano un nuovo assalto sul Ruby ter… 
Ma Berlusconi non se n’è mai andato, non so per quante volte abbiamo detto “è una giornata storica, Berlusconi non c’è più”.

Franco Marini, ex presidente del Senato, ha criticato il gruppo che ha cercato in questi mesi di dialogare con il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.
Mi dispiace ma Marini non l’ho propio ascoltato, ero fuori… 

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