Capita che tra cellulari, tablet e Skype, sempre più persone stiano decidendo di rinunciare al telefono fisso di casa (lo dice anche Agcom nel suo osservatorio trimestrale sulle telecomunicazioni). Ma staccare la spina non è sempre così semplice. Soprattutto se il gestore si chiama Telecom. Sul sito web della compagnia vengono indicate con chiarezza le modalità per chiedere il recesso: si può comodamente chiamare il numero di assistenza 187 oppure inviare una raccomandata. Eppure c’è chi ha inoltrato la richiesta di disdetta anche tre mesi fa e da allora è entrato in un vortice di rimandi, chiamate e attese. Mentre le bollette nella cassetta della posta continuano ad arrivare e il telefono di casa continua a squillare come se niente fosse.
Era l’8 ottobre scorso quando la signora G. ha fatto richiesta di recesso dal contratto di telefonia fissa telefonando al 187. Ovviamente disdire non è semplice, visto che per l’azienda significa perdere un cliente. Dall’altra parte della cornetta l’operatore chiede più volte «come mai vuole fare la disdetta?» e propone nuove offerte alla signora G. Alla fine, dopo diversi “no”, racconta la signora a Linkiesta, «mi hanno assicurato che entro 15 giorni mi avrebbero confermato la disdetta». «Così ho lasciato il mio numero di cellulare in attesa di un avviso. Ma dopo circa un mese, non avendo ricevuto alcuna telefonata né la disdetta, ho deciso di richiamare. La risposta è stata: “Entro una settimana sarà fatto”».
Passano 15 giorni senza alcun risultato. La signora G. telefona (con il telefono di casa, ovviamente, che ancora funziona indisturbato) di nuovo al servizio clienti di Telecom. «Dopo un mese e mezzo circa, mi sento rispondere che avrei dovuto per forza spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno». Perché non dirlo alla prima telefonata, allora? La signora G. fa la fila alle Poste e invia la raccomandata «con tanto di copia del documento di identità così come mi era stato chiesto».
Dopo ulteriori 20 giorni, l’unico risultato, spiega G., è «una telefonata di una operatrice che mi dice che c’è una bolletta da pagare. Della bolletta si ricordavano benissimo, della mia richiesta di disdetta ancora no! Pensai di pagare la bolletta per mettere fine a questo andirivieni, nella speranza di riuscire finalmente a ottenere il recesso».
Ma dopo qualche giorno, arriva un’altra telefonata. Dall’altra parte c’è sempre un operatore Telecom. «Mi dicono che alla raccomandata inviata manca la copia del documento di identità. Rispondo che non è vero, lo avevo allegato, ne sono sicura. Ma loro controbattono dicendo che avrei dovuto inviare una nuova raccomandata. A quel punto mi sono impuntata. Ho detto: “Un’altra raccomandata non la mando, mi dia un numero di fax”. Così ho mandato un fax». Da quel giorno è passato un altro mese. E a casa della signora G. il telefono continua a squillare, e tra poco arriverà anche un’altra bolletta. Intanto, all’ennesima «domanda insistente sul perché volevo disdire, dopo tre mesi ormai rispondo che mi trasferisco all’estero da mia figlia. Altrimenti continuavano a propormi altre offerte».
Ma quello della signora G. non è l’unico caso. C’è anche la signora B., che da due mesi ha cominciato l’iter della disdetta, e ancora nessuna risposta. «Ho telefonato e dopo due mesi mi hanno detto di mandare la raccomandata». Da Altroconsumo spiegano che nel 2013 le segnalazioni relative alla società Telecom arrivate al servizio soci sono 1.786. Di queste, 978 sono relative a problemi di telefonia fissa. In particolare, quelle relative alla contrattualistica sono 554, mentre le segnalazioni che hanno a che fare con i problemi di cambio fornitore – cioè il passaggio da Telecom a un’altra compagnia – sono 98.
La procedura da seguire, spiegano gli esperti, è questa: se non funziona la disdetta tramite call center, bisogna mandare una raccomandata. Da questo momento, entro 30 giorni deve avvenire la disdetta. Se questo non avviene, bisogna inviare un reclamo scritto tramite fax o raccomandata con ricevuta di ritorno chiedendo la chiusura immediata del contratto. Dopo l’invio del contratto, si può smettere di usare il telefono e di pagare le bollette. Dopo il reclamo, Telecom (come le altre compagnie telefoniche) ha 30 giorni di tempo per rispondere. Se la compagnia non risponde si può fare ricorso al Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni), che chiuderà il contratto estinguendo anche eventuali bollette contestate dalla compagnia. Non solo, il Corecom può anche stabilire un indennizzo nel caso in cui, qualora si volesse passare a un altro fornitore, il cliente fosse rimasto senza linea.
All’inizio del 2013 Altroconsumo ha denunciato all’Agcom sei compagnie per gli alti costi richiesti ai clienti che intendono disdire i contratti di telefonia fissa. Tra queste compagnie, c’è anche Telecom. Che entro il primo anno dalla sottoscrizione del contratto (e non oltre), chiede una penale di disattivazione di 60 euro.
Non è questo il caso della signora G., abbonata a Telecom da più di vent’anni. Intanto, però, mentre aspetta la disdetta, una soluzione l’ha trovata: «Non pagherò più le bollette. Cosa possono farmi? Tagliarmi la linea telefonica? È proprio questo che voglio».