Portineria MilanoForza Italia, su Toti è guerra tra falchi e figli di B.

Qui Arcore

Giovanni Toti sì, Giovanni Toti no. Coordinatore sì, delfino no. Segretario dimezzato? Candidato alle europee? “Ni”, sì , forse. Il borsino quotidiano sul futuro politico del direttore di Studio Aperto e Tg4 è oscillante come le montagne russe di un Luna Park. A quanto pare la nomina del “Pupino” si farà. Silvio Berlusconi – ormai costretto a sedare ogni giorno le battaglie tra falchi e figli – non vuole tornare indietro. Toti, però, a quanto pare non avrà un ruolo di prima fascia. Sarà coordinatore di un comitato ristretto, una specie di segreteria politica, formata al massimo da una decina di persone. Ci saranno i capigruppo e gli esponenti di primo piano di Forza Italia, a cominciare da Denis Verdini. Perché in fin dei conti «il macellaio fiorentino» resterà l’uomo macchina del partito, il plenipotenziario della sede di San Lorenzo in Lucina. La guerra tra “figli & falchi” del Cavaliere, quindi, segna al momento la vittoria dei secondi che sono riusciti ad arginare un incarico di un esterno nel partito. 

Del resto, nelle ultime settimane, oltre a un’intesa sempre più stretta tra la fidanzata Francesca Pascale e Marina Berlusconi, si segnala pure un’impennata delle quotazioni di Pier Silvio Berlusconi nelle segrete stanze di villa Certosa ad Arcore, dove Berlusconi “tutto decide e tutto sceglie” su politica, aziende e calcio. Tra Marina e Barbara, le due sorelle nemiche/amiche in rampa di lancio negli ultimi mesi, inizia a farsi largo quindi il secondogenito del primo matrimonio di Silvio Berlusconi, vicepresidente di Mediaset, membro del consiglio di amministrazione di Mediobanca, spesso considerato un po’ fuori dai giochi del potere berlusconiano.

Sarebbe stato in particolare “Dudi”, infatti, già fondamentale nella conferma di Adriano Galliani al Milan per il business dei diritti televisivi, a spingere per la nomina di Toti in Forza Italia. Il direttore di Studio Aperto e Rete4 vanta un ottimo rapporto con Pier Silvio. Il secondogenito del primo matrimonio lo stima da molti anni. I due sono buoni amici sin dalla fine degli anni ’90, da quando Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, e Mauro Crippa, il potente direttore della comunicazione, hanno deciso di portare Toti ai vertici della comunicazione del Biscione. E proprio con Pier Silvio, Marina e Francesca ha molte cose in comune. Vanta un pessimo rapporto con i falchi, da Verdini a Mario Mantovani, passando per Renato Brunetta e Daniela Santanchè fino a Raffaele Fitto, tutti compatti nel contrastare l’avanzata politica del successore di Emilio Fede. 

Il fatto non è di poco conto. S’incardina nelle solite dinamiche interne alla famiglia Berlusconi, con i cinque figli di primo e secondo letto sul piede di guerra per il controllo della “ditta”, tra ambizioni personali e la spinosa causa di divorzio tra il padre e l’ex moglie Veronica Lario. Pier Silvio continua a muoversi nell’ombra. Rimane sempre nel dietro le quinte, ma alla fine le sue impressioni pesano. Proprio come gli hanno insegnato in questi anni i due consiglieri più importanti del Cavaliere, Confalonieri, suo mentore in Mediaset, e Gianni Letta, il gran ciambellano di palazzo Grazioli. Nasce in questo contesto, forse un po’ democristiano, meno sotto i riflettori, il tentativo di nominare Toti a numero “due” di Forza Italia. Ma il tentativo è anche quello di spostare il baricentro delle decisioni a Milano, sottraendo a Roma la cabina di regia: da tempo i figli del Cavaliere spingono per un ritorno in Brianza del padre. 

Ma qualcosa è andato storto. L’Opa dei figli sul partito è stata rinviata a data da destinarsi. Sono troppi gli interessi in ballo, tra cui le candidature alle prossime elezioni europee. E in questo Verdini e la Santanchè si sono mossi come buldozzer, contro Pier Silvio, Marina e Francesca. Per di più Barbara è adesso impegnata più che mai nel far ripartire il Milan, dopo aver vinto la sua battaglia con Galliani sul licenziamento di Massimiliano Allegri e l’arrivo di Clarence Seedorf. Negli ultimi giorni, poi, è saltato fuori dal cilindro il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo come possibile “delfino” del Cavaliere. Forte dei sondaggi di Ipr Marketing che lo danno come il primo cittadino più amato d’Italia, al momento il giovane forzista sta registrando consensi tra tutte le leve azzurre, compreso il quotidiano Libero di Maurizio Belpietro. Potrebbe essere lui la carta per far cambiare idea al Cavaliere, di mediazione e di sponda per i giovani. Lo stesso Toti, nel suo colloquio con il Messaggero di 16 gennaio, lo ha citato: «bisogna rinnovare tutto e dobbiamo fare come ha fatto Renzi nel Pd. Mica la classe dirigente l’ha presa da fuori. Anche noi abbiamo grandi risorse dentro casa, tanti giovani che sono già classe dirigente – dal sindaco più amato d’Italia, Cattaneo, a Annagrazia Calabria – ai quali dobbiamo finalmente dare spazio».

Ma anche Cattaneo pare non sia benvoluto da Daniela Santanché: sul Giornale di Alessandro Sallusti non è sta messo nemmeno in prima pagina nel giorno del sondaggio Ipr Marketing. In ogni caso Berlusconi ha già annunciato che tra le priorità del momento c’è la legge elettorale, poi tornerà a occuparsi del partito. Chi si aspettava che sarebbe stata una tra Marina e Barbara a scendere in campo è rimasto spiazzato. Con l’arrivo di questo 45enne giornalista di origini toscane l’impegno di uno dei figli in politica sarebbe stato rinviato a data da destinarsi, ma almeno la famiglia avrebbe potuto contare di più pure sul destino politico del padre che tra a breve potrebbe essere interdetto da possibili candidature e ricevere un nuovo avviso di garanzia sul Ruby Ter. Berlusconi, con avvocati e scartoffie in mano, è convinto di potersi candidare nonostante la condanna per frode fiscale, sia alle Europee sia alle politiche. A Milano, come a Roma, sembra un sogno irrealizzabile.