Da poche ore è iniziata la Global Game Jam 2014. Una martatona di 48 ore filate in cui migliaia di persone in tutto il mondo si inventano un nuovo videogioco e lo realizzano, dall’inizio alla fine. La Game Jam sta ai videogiochi come la jam session sta alla musica. È un momento di improvvisazione forzata. Per sperimentare, divertirsi e, un po’, superare il classico blocco della pagina bianca. La Global Game Jam (che non è l’unica Game Jam che esiste, ma è sicuramente la più importante e quella con la maggiore partecipazione) è un evento senza vincitori, dove professionisti e appassionati lavorano fianco a fianco in team organizzati al momento, uniti dalla voglia di creare qualcosa di nuovo. E di dormire pochissimo. Domenica sera, quando le mani si staccheranno dalle tastiere, dai mouse e dai controller, nel mondo ci saranno centinaia di nuovi giochi. Alcuni belli, alcuni brutti, alcuni strani, alcuni banali, alcuni che assomiglieranno a Candy Crush Saga e altri che non assomiglieranno a nulla che abbiamo mai visto.
L’anno scorso, alla Global Game Jam hanno partecipato 16.705 persone in 319 città. In quelle quanrantotto ore sono stati creati 3248 giochi. Sono tutti archiviati sul sito della Game Jam, giocabili da chiunque e in molti casi con il codice sorgente reso pubblico e accessibile a chiunque voglia dare una sbirciata. E quest’anno si punta a superare di nuovo il record di partecipazione e di creatività. In Italia ci sono 5 location: Genova, Catania, Roma, Torino e, per la prima volta, a Milano, ospitata dal Politecnico.
I videogiochi anche amatoriali
La game designer Anna Anthropy nel suo libro Rise of the videogame zinesters (si potrebbe tradurre come: L’ascesa degli hobbisti dei videogiochi) prevede (e spera) che i videogiochi cambieranno forma nei prossimi anni: che passeranno da essere prodotti solo industriali e commerciali, nelle mani di poche persone e grandi game studios, per diventare anche oggetti amatoriali, addirittura personali.
L’industria dei videogame ha da anni superato in termini di fatturato quella del cinema. Ma non ha nemmeno lontanamente la stessa ricchezza di voci e linguaggi. E il concetto di autore, come lo intendiamo per i registi di film, è ancora molto lontano dal diventare realtà. In parte la colpa è della complessità e della difficoltà di fare i videogiochi, ma dall’altra c’è la resistenza e la refrattarietà di questa industria al cambiamento. Ma Anna Anthropy si aspetta che nei prossimi anni i videogiochi diventeranno più semplici da fare, e che di conseguenza le persone inizieranno a usarli come strumento d’espressione. E creeranno così videogiochi lontanissimi dal classico luogo comune maschio-bianco-che-deve-sparare-ai-cattivi-per-sopravvivere. La Global Game Jam è uno degli eventi che dimostra quando questa previsione sia vicina all’avverarsi. Non solo dimostra che i videogiochi possono essere fatti da un team di poche persone in pochissimo tempo, ma anche che il medium si può ancora reinventare. L’arrivo degli hobbisti dei videogiochi è davvero molto vicino.
Qualche gioco notevole dalle scorse Global Game Jam
1. MirrorMoon
Prima di tutto, un gioco italiano. È un gioco di esplorazione e un puzzle ambientato su un pianeta rosso. È stato fatto da un team di tre ragazzi: Pietro Righi Riva, Nicolò Robinson Tedeschi e Paolo Tajé. Il gioco è stato come prototipo durante la Global Game Jam del 2012 e si è poi evoluto in qualcosa di più complesso e messo in vendita sulla piattaforma Steam.
2. What the frack
Un gioco che dimostra le possibilità dei videogiochi di raccontare storie non stereotipate e anche di spiegarci un po’ il mondo. What the frack affronta il problema del fracking, la tecnica di fratturazione idraulica che negli Stati Uniti viene usata per estrarre petrolio o gas dal sottosuolo, spesso causando danni alle popolazioni che vivono nelle aree di estrazione. Il gioco si può giocare online, gratis.
3. Surgeon Simulator 2013
Un gioco completamente matto in cui un uomo normale, non un chirurgo, deve fare un trapianto di cuore usando qualsiasi oggetto trovi a disposizione nella sala operatoria. Realizzato durante la Global Game Jam 2013, nell’ultimo anno il gioco si è evoluto in un ancora più folle e divertente simulatore di operazioni chirurgiche ed è stato messo in vendita.