Sarà la Corte di giustizia dell’Unione europea a dover decidere il futuro del bazooka dell’eurozona. La Corte costituzionale tedesca ha infatti comunicato che la controversia sulle Outright monetary transaction (Omt) della Banca centrale europea (Bce) passerà di mano e arriverà alla Corte Ue. Una decisione inaspettata, che può far morire prematuramente il programma di acquisto di bond governativi, dietro stretta condizionalità, lanciato nel settembre del 2012 con il chiaro scopo di porre fine alle tensioni intorno all’eurozona. Ma si tratta anche di una mossa capace, almeno in teoria, di rafforzare il processo di integrazione europea.
L’arma con cui Mario Draghi ha salvato l’eurozona dal collasso è a rischio? Sì, ma poco importa. Le Omt sono state il vero game changer della peggiore crisi dell’euro, il punto di svolta. Le Omt hanno rappresentato ciò che il Troubled asset relief program (Tarp), il maxi piano di salvataggio lanciato dopo il crac di Lehman Brothers, ha rappresentato per gli Stati Uniti. Si tratta di transazioni di mercato aperto nelle quali la Bce interviene sul mercato obbligazionario secondario per acquistare titoli, di maturity massima di tre anni, degli Stati membri in difficoltà. Il tutto sotto una stretta condizionalità, suggellata dalla firma di un memorandum of understanding da parte del richiedente. Qualcosa di molto diverso, quindi, da ciò che avveniva con il Security markets programme (Smp), il predecessore delle Omt, che invece scendeva sui mercati in modo autonomo e senza vincolare gli Stati. Dato che sostenere uno Stato membro acquistandone i bond circolanti, quindi non quelli nelle aste primarie, può considerarsi alla stregua di un aiuto diretto, vietato dai trattati europei, la Corte costituzionale tedesca ha voluto vederci chiaro, ponendo questioni di conformità e legalità. Ora però la musica è cambiata e sarà un altro organo, questa volta europeo e non nazionale, a doversi esprimere. La Corte di giustizia dell’Ue avrà tempo per studiare il caso. Karlsruhe afferma che le Omt sono illegali, mentre la Bce ha spiegato che qualunque azione rientra in pieno nel proprio statuto. La parola dell’uno contro quella dell’altro.
La scelta della corte di Karlsruhe si può leggere in un doppio modo. Il primo, malevolo, vede la Germania nel solito ruolo del cattivo. De facto, infatti, si tratta dell’ennesimo ritardo nel lancio ufficiale del programma di acquisto di bond governativi da parte della Bce. Introdotte un anno e mezzo fa, ancora non sono diventate uno degli strumenti ufficiali da usare nelle situazioni di emergenza. Nel caso i mercati obbligazionari della zona euro tornino sotto pressione, non avere le Omt attive, e legalmente conforme ai trattati europei, potrebbe essere dannoso nel breve periodo. I giorni neri dello spread tra Btp decennali e Bund di pari entità non sono ancora stati dimenticati e le turbolenze nell’eurozona potrebbero tornare presto, sull’onda tanto delle riforme mancate nei Paesi della periferia quanto degli shock esogeni, come quelli che potrebbero giungere dai Paesi emergenti. Le Omt hanno calmato gli investitori, ma possono anche far attizzare nuovamente l’incendio in caso di incertezze sulla legittimità del programma salva-Stati della Bce.
Poi, c’è la seconda possibile lettura, quella benevola. Cedendo la palla alla corte con sede in Lussemburgo, quella di Karlsruhe ha dato la possibilità all’Ue di accelerare il processo di integrazione che poi porterà alla nascita della nuova unione economica e monetaria. Questa cessione di sovranità, definita storica da fonti della Commissione europea, potrebbe essere cruciale per il futuro dell’euro. È difficile che la Corte di giustizia dell’Ue possa andare contro un programma creato da un’altra istituzione europea, funzionale alla sopravvivenza dell’unione stessa. Semmai, sarebbe lecito attendersi che la corte guidata dal greco Vassilios Skouris chieda nuovi lumi alla Bce, magari lasciando intendere che un mutamento dei trattati potrebbe essere utile alla causa finale, la stabilità dell’euro area. Si aprirebbe così la stagione delle riforme per tutta l’Europa. Non ci sarebbe da stupirsi. La Germania infatti ha più volte espresso la volontà, negli ultimi tre anni, di modificare parte dei trattati, in modo da andare verso la piena unione fiscale. Che la decisione di Karlsruhe sia il chiavistello per rinnovare l’area euro? Il tempo lo dirà.
C’è infine una terza via. Come ricorda in una nota Société Générale, anche nel caso di una bocciatura delle Omt, la Bce ha a disposizione altre armi per proteggere gli Stati dalla sfiducia degli investitori, in caso di un ritorno della virulenza della crisi. Che si tratti del vecchio Smp o delle misure non convenzionali di politica monetaria, lo statuto della Bce le dona comunque ampi margini di manovra. Morte le Omt, l’Eurotower potrebbe introdurre un nuovo strumento, sempre volto alla stabilità finanziaria, in conformità ai trattati. «In ogni caso, è un gioco a somma positiva per la Bce, quindi non riteniamo che possano esserci delle ripercussioni per l’eurozona da questa mossa della corte di Karlsruhe», dice SocGen. E in effetti, a parte un sussulto del cross fra euro e dollaro statunitense, i mercati finanziari hanno quasi ignorato la notizia. Il sentore è che, qualunque sia l’esito della controversia, a vincere sarà la Bce.