La resurrezione di Blockbuster, in Messico

Netflix è lontano

Negli Stati Uniti una gitarella al negozio di video noleggio locale è vista come un ritorno a un’epoca passata, che manca solo agli anziani o agli sfigati. Non lo dite a Jose Molina mentre si trova in fila in un negozio Blockbuster a Città del Messico, nel distretto Roma, un quartiere di caffè, mercati e case secolari vicino al centro della città. Lo studente e lavoratore part-time in un call-center, in attesa di resistuire FIFA 14, un gioco di calcio della console Xbox di Microsoft, utilizza abitualmente il negozio per provare nuove uscite. «E di solito ci metto circa 4-5 giorni per finire un gioco, quindi è comodo», dice Molina. «Se mi piace un sacco, poi me lo compro».

Dopo che Blockbuster ha deciso di chiudere i suoi 300 ultimi punti vendita di proprietà negli Stati Uniti, la Dish Network, che ha acquistato la catena dopo il fallimento nel 2011, ha accettato di vendere i negozi messicani per 31 milioni dollari a Grupo Elektra, una società di retail e finanza controllata dal miliardario Ricardo Salinas. (Circa 50 punti vendita in franchising o licenza rimangono aperti negli Stati Uniti).

Il nome Blockbuster ha più appeal in Messico, e molti dei suoi negozi là si trovano quartieri benestanti, dice Juan Elizalde, analista di Banco Ve Por Más. Noleggiare film e videogiochi anche è ancora visto come un modello di business sostenibile nel Paese, e i neozi di Blockbuster in Messico potrebbero essere utilizzati da Elektra per creare qualcosa di più ambizioso, dice Elizalde. «Stanno vedendo il potenziale della base clienti e il valore del marchio», dice. «I negozi in Messico non hanno avuto gli stessi problemi. Ancora generano flussi di cassa. È un business attraente»

L’accordo con Dish ha portato a Elektra 1,6 milioni di iscritti di Blockbuster e 320 negozi, aumentando la metratura dei suoi punti vendita del 7 per cento. Blockbuster Mexico ha generato 117,7 milioni dollari per Dish nei primi tre trimestri del 2013, un aumento di oltre il 3 per cento rispetto all’anno precedente. Questo è stato solo l’1 per cento delle entrate di Dish e rappresenterebbe circa il 3 per cento delle vendite totali per Elektra.

La società con sede a Città del Messico vuole utilizzare la catena come un luogo per vendere elettronica e servizi finanziari quali l’online banking. Anche Elektra potrebbe usare Blockbuster Mexico per promuovere contenuti originali vanno sulla tv Azteca e il sistema di film pay-per-view Totalmovie, che sono di proprietà di altri rami dell’impero di Salinas. (…)

Blockbuster Mexico ha affittato più di 5 milioni di film e giochi nel 2013, generando circa 2,3 miliardi di pesos (circa 176 milioni di euro) in vendite, secondo Elektra .

In effetti è una miseria rispetto ai giorni di gloria della catena. Blockbuster aveva un fatturato annuo di circa 6 miliardi di dollari e circa 9.000 punti vendita negli Stati Uniti, quando la società è stata scorporata da Viacom nel 2004. Poi i servizi di streaming video come Netflix hanno devastato il settore. Dish ha deciso di chiudere le location degli Stati Uniti dopo la cessione di altre attività internazionali di Blockbuster, comprese le attività nel Regno Unito e in Scandinavia. L’ultimo negozio di proprietà della società statunitense ha abbassato la saracinesca a gennaio.

Per ora, Blockbuster non affronta in Messico la crisi esistenziale che ha avuto nel suo mercato domestico, dice Elizalde. La Redbox di Outerwall  , che ha chioschi automatizzati di dvd negli Stati Uniti, non è disponibile in Messico. Servizi come Netflix sono partiti in Messico, ma solo il 31 per cento delle famiglie del Paese aveva il servizio Internet scorso anno. Il reddito pro-capite è stato meno del 20 per cento di quella degli Stati Uniti, rendendo servizi di intrattenimento più di un lusso. I video piratati sono comuni: 9 su 10 film acquistati nel Paese sono copie pirata, secondo il Consiglio di Coordinamento messicano business.

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