di Adrian Karatnycky and Kalman Mizsei*
La drammatica e sanguinosa rivoluzione ucraina sembra essere ormai superata. Il presidente deposto Viktor Yanukovich è in fuga e si sta nascondendo. La Rada, il parlamento ucraino, sta per designare un governo ad interim e le elezioni presidenziali sono state fissate per fine maggio, e saranno seguite dalle elezioni parlamentari.
Il rapido crollo del regime di Yanukovich ha evitato molto probabilmente la guerra civile e molti morti. Tuttavia, resta ancora qualche pericolo di violenza, a partire dall’interesse della Russia nel fomentare il separatismo regionale, in particolare in Crimea.
Nel lungo termine, i problemi radicati dell’Ucraina si estendono decisamente oltre l’immediato obiettivo di punire Yanukovich, il suo circolo e quelli colpevoli dell’uccisione dei manifestanti. Il Paese si trova di fronte a un ampio range di sfide che sono state ignorate non solo durante gli anni di Yanukovich, ma anche dai governi successivi alla Rivoluzione arancione di Yulia Tymoschenko e Viktor Yushchenko.
La produzione industriale a fine 2013 era più bassa del 5% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente, e la crescita del Pil è stagnante e decisamente sotto il potenziale ucraino. La moneta, la grivnia, ha perso più del 12% del suo valore negli ultimi due mesi. Le riserve di denaro contante del Paese sono calate anch’esse del 12% in gennaio, arrivando sotto i 18 miliardi di dollari. Con più di 3 miliardi di dollari dovuti alla Russia per il gas naturale e 4 miliardi di dollari dovuti al Fondo monetario internazionale quest’anno, l’Ucraina è pericolosamente vicina al default.
L’unico modo per uscire dalla crisi è attraverso una rapida assistenza finanziaria all’Ucraina da parte della comunità internazionale, insieme a una serie di riforme economiche, legislative, sociali, culturali e educative, tese a riportare la crescita, sradicare la corruzione, istituire una magistratura indipendente e portare coesione nazionale tra l’Est e l’Ovest del Paese.
L’Ucraina ha bisogno di aiuti finanziari urgenti e incondizionati per evitare il rischio di default. Ma l’assistenza finanziaria di lungo termine del Fmi deve essere legata a profonde politiche macroeconomiche e a forti riforme strutturali, altrimenti sarà sprecata un’altra volta. Queste pesanti politiche dovranno essere supportate da una leadership competente di una banca centrale indipendente, che all’Ucraina manca da anni.
La grande quantità di ricchezza saccheggiata da Yanukovich e dalla sua famiglia, stimata attorno ai 12 miliardi negli ultimi tre anni, deve essere contabilizzata in modo trasparente e riportata nel bilancio del Paese. Serviranno intelligenti politiche per de-monopolizzare l’economia, dominata da una manciata di oligarchi inseriti in diversi settori chiave.
Soprattutto, bisogna incoraggiare l’imprenditoria privata, insieme a aziende di piccola e media taglia che sono state schiacciate dalla politica fiscale degli ultimi anni. Un’altra mossa chiave sarà l’assicurare che le banche ucraine siano ben capitalizzate.
Gli investimenti stranieri dovrebbero rientrare rapidamente una volta che il governo assicuri che l’Ucraina firmerà l’accordo di associazione con l’Unione europea. Tuttavia, un intelligente pacchetto di misure anti corruzione è assolutamente necessario al Paese per accertarsi un costante e ampio ingresso di investimenti stranieri diretti.
*Mr. Karatnycky, formerly the president of Freedom House, is a senior fellow with the Atlantic Council. Mr. Mizsei, an economist and former assistant secretary-general of the U.N., is a professor at the Central European University in Budapest.