Portineria MilanoLetta, prima un viaggio in Australia poi “Vedrò”

L'ex premier

Una manciata di secondi per far capire a Matteo Renzi che la partita non solo non è finita, ma che anzi è appena cominciata. La gelida stretta di mano di Enrico Letta durante il rito della campanella a Palazzo Chigi segna una pagina di storia italiana, ma soprattutto avverte il nuovo premier che nei prossimi mesi ci sarà battaglia politica, dentro e fuori le istituzioni, soprattutto nel Partito Democratico. L’ex presidente del Consiglio non parla ormai da una settimana, si limita ad alcuni tweet di commiato (nel suo profilo ha messo «deputato della Repubblica» senza neppure l’appartenenza di partito, ndr), mantiene un silenzio molto democristiano, ma a quanto pare si starebbe organizzando per il futuro. E avrebbe riattivato i contatti che gli hanno permesso in questi anni di diventare presidente del Consiglio, «di uomo al servizio delle istituzioni», di «riserva della Repubblica», stimato sia a destra che a sinistra. Dopo la fiducia alla Camera di martedì, dove si presume che voterà a favore del nuovo esecutivo, partirà per un viaggio in Australia. Lo stesso Francesco Sanna, deputato tra i più vicini a Letta, conferma a Linkiesta che «non ci sono dubbi su un voto positivo». 

E’ questo lo «stacco» da Roma (15mila chilometri ndr) di cui ha parlato nel suo ultimo tweet di addio a palazzo Chigi. È probabile che ci vada con la moglie Gianna Fregonara, giornalista del Corriere della Sera, che già lo accompagnò nel 2012, quando i due visitarono Melbourne, Sidney e Canberra. All’epoca era vicesegretario del Pd, ma quel tour internazionale fu significativo, importante, al solito di relazioni economiche, con l’incontro con il governatore della Reserve Bank (la banca centrale australiana ndr), e di incontri politici con la comunità italiana in Australia. Se c’è infatti un aspetto che Letta non ha mai accantonato in questi anni è proprio quello di una scrupolosa conoscenza della diplomazia internazionale. Anche per questo motivo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il capo della Bce Mario Draghi hanno provato fino all’ultimo a convincerlo a entrare nella squadra di governo come ministro dell’Economia, anche per evitare contraccolpi sui diversi dossier economici aperti con gli stati esteri.

Ma Letta, allievo dell’ex ministro dell’Economia Nino Andreatta, ha preferito glissare, tenendo fermo il punto, da «uomo di stato e delle istituzioni», come sostengono i suoi fedelissimi. Tra i lettiani c’è chi ha paragonato la sua situazione a quella di Andreatta a metà degli anni ’80, quando l’economista impose lo scioglimento del Banco Ambrosiano, senza badare alle proteste di politici, boiardi e soprattutto della Dc di Giulio Andreotti. Quella scelta, ricordano alcuni, fu pagata a caro prezzo da Andreatta che scomparve dai radar per molti anni, mantenendo però un profilo «istituzionale e accademico», una riserva della Repubblica, come Giuliano Amato o Carlo Azeglio Ciampi. E riserva della Repubblica, al servizio dello Stato, sembra essere l’obiettivo dello stesso Letta. 

Del resto, «il nipote di Gianni», come viene soprannominato tra i suoi detrattori, è uno dei pochi leader politici nel centrosinistra ad avere una fondazione alle spalle. Come Massimo D’Alema con ItalianiEuropei, per intenderci. Stiamo parlando di Arel, Agenzia di Ricerche e Legislazione, fondata da Nino Andreatta, dove quest anno Enrico è stato segretario generale dimissionario dopo l’incarico a presidente del Consiglio. Nell’ultimo numero, in un’intervista, parlava della prova della generazione nata dopo gli anni ’60. Sulla rivista scrivono diversi democratici di peso, da Tiziano Treu al neo ministro Marianna Madia fino all’ex ministro della Difesa Arturo Parisi. C’è una fitta collaborazione con la casa editrice Il Mulino. E tra i più grandi sostenitori di Arel c’è lo stesso Romano Prodi, ex presidente del Consiglio, tra i nomi più caldi per la presidenza della Repubblica che arriverà dopo Napolitano. 

Di Vedrò, invece, il think tank lettiano che ha lanciato Enrico in questi anni, sospeso l’anno scorso, si sa poco e nulla. Alcuni vedroidi di ferro vorrebbe riattivarlo, ma a quanto pare non sarebbe tra le priorità dell’ex premier. E come ricorda qualcuno «quei quarantenni hanno già fatto la loro strada». Dopo l’Australia quindi Letta continuerà a seguire la politica, forse da lontano, perché avrebbe già in agenda altri viaggi in Europa e nel mondo. Del resto, in quesi giorni ha ricevuto le chiamate di tante cancellerie, i saluti del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, persino quella di Papa Francesco. Angelino Alfano e il Nuovo Centrodestra continuano a sognare di «strapparlo» al Pd. Corrado Passera, che domenica 23 febbraio presenterà il suo nuovo progetto politico, lo ha sempre stimato. La riserva della Repubblica insomma continua a scaldarsi a bordo campo. Nel 2016, il 20 agosto, compirà 50 anni. Sarà candidabile alla presidenza della Repubblica. Chissà… 

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