Nell’elenco di economie a rischio di un crac del sistema bancario, la Cina fa da capolista.
Un crollo della Cina potrebbe far collassare l’economia globale? Assolutamente, dice Charlene Chu, fino a poco fa analista di Fitch a Beijing. Chu si è addentrata in un’area che la Cina sta disperatamente cercando di tenere off-limits: il suo vasto sistema bancario ombra. Ora che lavora per una azienda privata, i cui ricavi non dipendono dai governi (a differenza di quelli delle agenzie di rating) Chu è libera di parlare apertamente. E così fa.
“Il sistema bancario si è esteso di 14-15 mila miliardi nel giro di cinque anni” ha dichiarato Chu, che ora lavora per Autonomous Research, al Telegraph. “Non c’è nessuna possibilità che non si presentino enormi problemi in Cina”. Quel che è peggio, aggiunge, è che questo potrebbe “provocare un crollo a livello globale”. Il travaglio della Grecia continua a preoccupare, ma la sua economia di 249 miliardi di dollari è una minuscola frazione di quella cinese di 8200 miliardi di dollari. […] Per farla breve, oggi un crollo della Cina farebbe sembrare il crollo della Lehman Brothers del 2008 un semplice aggiustamento del mercato.
Il tipo di collasso a cui allude Chu potrebbe mettere fine alla ripresa Giapponese, distruggere l’economia sudcoreana e vietnamita, colpire i prezzi azionari e delle materie prime in tutto il mondo, forzare la Fed a terminare il tapering. Quindi, siete liberi di preoccuparvi della Turchia e dell’Argentina, ma il vero pericolo è la seconda economia mondiale.