Il bagnino più famoso d’Italia: “odio il briatorismo”

Lo stabilimento di Forte dei Marmi

Si definisce, senza snobismo e il sorriso allegro da marinaio in gita, solo un “bagnino di Forte dei Marmi”. In realtà, Roberto Santini – classe 1966 – è il Bagnino: il più famoso d’Italia visto che gestisce “semplicemente” il Bagno Piero, ereditato dal nonno Sebastiano e successivamente da “babbo” Gian Piero. Dall’ingresso di via Arenile 1, oggi entrano le famiglie della grande industria e della finanza italiana. Un tempo c’erano pure gli aristocratici, domani sicuramente si vedranno più stranieri. Ma se il futuro è un’ipotesi, il presente dice che il Bagno Piero fa del tranquillo Santini un uomo da circa un milione di euro all’anno, potendo contare su un centinaio di metri di sabbia che vengono utilizzati solo da metà aprile a fine settembre. Chapeau.

Santini, l’anno scorso avete celebrato i primi 70 anni del Bagno Piero. Ci racconti in quale modo è diventato il punto di riferimento per Forte dei Marmi e non solo.
Nonno Sebastiano, che faceva il custode delle ville dei ricchi, decise di prendere in concessione un tratto di spiaggia alla periferia sud del paese che negli anni ’30 non era ancora urbanizzata e dove c’erano le magioni degli Orlando, dei Corsini, degli Agnelli, tutte dotate di spiaggia privata. Così creò un bagno pubblico, ma di alto livello, per le persone che non volevano sempre gravare su chi li ospitava. Tenga presente che il progetto Roma Imperiale, quello che poi darà il nome al quartiere, era appena agli inizi e quindi il nonno non ebbe problemi.

Dicono che il salto di qualità sia dovuto a suo padre.
Quando smise di girare il mondo in nave, tornò al Forte per sposarsi con mamma Nenè nel ’62 e iniziò a lavorare nel bagno. Nel ’74 ebbe un’idea geniale, costruire la prima vera piscina sul mare: dovette cercare una banca nell’entroterra perché qui da noi tutti rifiutarono il finanziamento per la stranezza della cosa. Babbo cambiò la storia del Bagno Piero attirando un sacco di clienti che si lamentavano per il Tirreno. Oggi, per fortuna, l’acqua è migliorata rispetto agli anni ’70.

Lei ha portato invece la clientela dei Vip.
No, già all’epoca di mio nonno veniva già al bagno un sacco di persone importanti. Semmai è merito di mio padre, visto che lo sviluppo vero è stato negli anni ’80: l’ho vissuto in diretta, con mio fratello che oggi – essendo più in gamba di me – fa l’avvocato penalista ma è ancora socio dell’azienda con la mamma. Non c’è lavoro in spiaggia che non abbiamo fatto e questo mi è servito tantissimo. Cosa ho combinato di buono? Ho cercato di migliorare l’azienda, senza mutare la rotta principale di chi mi ha preceduto. Anche perché se uno si limita a mantenere, dicono che è merito del padre e del nonno, se uno peggiora le cose è un idiota.

Dicono sia il bagnino più ricco d’Italia. È vero?
Non lo so. Di certo ho le mani bucate e non do valore ai soldi. O meglio, non vivo pensando al solo aspetto finanziario, lo considero perché devo far quadrare i conti e pagare 50 persone. A parte il lauto stipendio che fortunamente ricevo dalla società (ride di gusto, ndr), mi piace investire tutto il guadagno nel Bagno o nelle mie altre iniziative.

Morale della favola, quanto guadagna?
Il fatturato del Bagno Piero e della storica e suggestiva Osteria alle Boe (il bar ristorante della spiaggia libera di Levante, ndr) che ho preso in gestione dal Comune un anno fa si aggira sul milione di euro. Però ripeto, siamo in tre soci…

Tutto si spiega con i prezzi decisamente elevati che praticate.
Se permette, come in altre situazioni, il prezzo non dice tutto. Qui c’è la storia, la riservatezza, i servizi. In ogni caso, in alta stagione, con 50 euro al giorno si hanno ombrellone, due sdraio e due lettini. Il top di spesa per l’intera stagione è di 10mila euro: ma si aggiunge cabina, tenda in prima fila, con otto metri di distanza dall’altro insediamento.

È difficile con clienti del suo livello difendere la riservatezza?
No, fuori dallo stabilimento ci possono stare giornalisti e cameramen, dentro no. Ci mancherebbe. Diciamo che siamo l’opposto di altri bagni dove il gossip è servito e serve ancora. Io lavoro per non perdere la clientela storica e al massimo conquistarne di nuova. Ma duratura, io odio il mordi e fuggi in ogni attività. Sa cosa diceva il mio professore di Economia Politica a Pisa? “Lo scopo unico dell’imprenditore deve essere la crescita dell’azienda sul lungo periodo”. Sante parole: io sono nato al Bagno Piero e voglio morire lì, cercando di diventare ancora più bravo.

Mi pare la filosofia opposta del suo collega (ci scusi…) Flavio Briatore, mister Twiga.
Non critico l’imprenditore, per carità, anche se mi pare sia attivo sempre più all’estero che in Italia. Semmai odio il briatorismo, il modo di lavorare e vivere di quelli che lo hanno seguito tanto per fare: a me pare sia un sistema fuori dal tempo, che non regge più. Con questo, io non posso che ringraziare l’arrivo di Briatore e di altri nuovi imprenditori: praticando i miei stessi prezzi ma offrendo un servizio inferiore, il Bagno Piero ci ha solo guadagnato.

Anche la clientela è mutata. Lei ha tanti stranieri?
Il giusto, per esempio tre famiglie russe che si sono perfettamente integrate con gli altri miei ospiti. Vede, il problema del Forte è che in certe zone la presenza dei russi è predominante ma non comunicano con gli italiani, restano sempre tra loro come in alcuni quartieri di Londra. E dove sono in maggioranza non si adeguano ma dettano legge. Così gli italiani si chiudono la sera nelle loro belle ville. È un bene? Un male? Non so, sta di fatto che così funziona. Ora che è in Crimea ci sono problemi, facile che vedremo un aumento delle prenotazioni.

Il futuro del Forte è in mano ai clienti stranieri?
Penso di sì. Ovvio che bisognerà selezionarli un minimo: per esempio, mi auguro che arrivino tanti arabi: quelli cresciuti a Londra o New York sono colti e squisiti. Arriveranno gli indiani, spero e quanto ai cinesi…non li conosco. Però, ripeto, bisogna non perdere quanti ci vengono a trovare da una vita. Alcuni li hanno considerati inutili e invece dopo che la “nuova” clientela ha cambiato rapidamente posto, non è stato più possibile riaverli. Un grave errore.

Santini, lei conosce benissimo una certa Italia in vacanza e, forse, anche quando torna a casa.
Diciamo che Forte dei Marmi resta un valido osservatorio. Vengono, vanno, ritornano: molti sono di casa sin da bambini. E in fondo, dagli Agnelli al popolo, qui c’è sempre stato posto per tutti.

Filosofia a parte, si stava meglio quando si stava peggio?
Mettiamola così. Da quando ho preso in mano il bagno, ci sono stati tre momenti epocali. Il primo riguarda il periodo di Tangentopoli: ho perso clienti importanti, spariti per scelta o problemi seri. Ho avuto netta la sensazione che la “festa” fosse finita per sempre e ho capito che se non cambiavo registro, adeguandomi alla “nuova” società, sarei morto con loro. Nel ’94 se vogliamo il Bagno Piero è diventato meno esclusivo ma almeno ci siamo salvati: però mi creda, quella è stata l’unica rivoluzione, magari breve, che ho visto in Italia.

Il secondo momento epocale?
L’entrata nell’euro. Bella idea, ma una follia per l’effetto che ha avuto sui prezzi in Italia e le situazioni sociali che alla lunga ha provocato. Bisognava prepararsi meglio.

L’ultimo: immaginiamo sia la crisi che prosegue.
Esatto. Il 2007 è stato l’anno che ha spazzato via gli apprendisti stregoni. Certo, questa crisi ha fatto danni a un mare di persone ma da quel momento, anche in spiaggia, ho visto che essere è diventato più importante di apparire. E c’è una maggiore richiesta di serietà e competenza in ogni aspetto.

Bagnino uguale evasore. Luogo comune?
Forse in passato era così, come per le altre categorie dove era possibile evadere senza rischiare troppo. Mi creda, i tempi sono cambiati e non ha senso fare i furbi quando il giro d’affari diventa importante. E poi dal 2015, come è noto, l’assegnazione delle spiagge sarà soggetta a una gara di evidenza pubblica invece che al rinnovo automatico, quindi ci sarà poco da scherzare sul tema.

Perché tanti suoi colleghi contestano la direttiva europea?
Temono che le aste siano aggiudicate semplicemente a chi offre più soldi.

E sbagliano?
Secondo me sì. Io penso invece siano la grande occasione per regolamentare il settore nel senso che un’asta pubblica dovrà tenere presente il piano industriale, il rispetto dell’ambiente, la qualità dei servizi, la situazione fiscale. Chi ha buone idee e sa fare questo mestiere dovrebbe stare tranquillo, no? Io dico sempre che la burocrazia in generale va alleggerita ma bisogna fissare delle regole, in ogni campo. Sennò, in Italia è Far West e io odio il Far West.

Come vede i suoi colleghi dell’Adriatico?
Bravissimi. Mi piace la loro voglia di crescere insieme, di aiutarsi per l’obiettivo comune. Per me è figlia della loro storia politico e sociale, sono gente di cooperativa nel senso migliore. Noi toscani siamo diversi e si vede: litigiosi e individualisti di natura. No davvero, sono dei fenomeni e pensare che hanno il sole che tramonta dalla parte sbagliata.

Ha visto qualche posto nel mondo dove le piacerebbe avere uno stabilimento balneare?
Volendo tanti, ultimamente mi ha affascinato l’isola di Holbox nello Yucatan. Ma poi penso che sono felice del Bagno Piero, superiore anche a quelli della Costa Azzurra, spesso reputati i migliori del mondo. Ma loro sono dei ristoranti con una piccola spiaggia davanti, noi siamo una grande spiaggia con un locale alle spalle. Cambia tutto, no?

Adesso ha un pied-à-terre milanese e un resort in collina.
No, no per carità…Ma che pied-à-terre: il Basement de Piero, qui in centro a Milano, è solo un posto all’interno di un hotel dove fare colazione e mangiare un buon boccone a pranzo, in amicizia. Lo chef è quello del ristorante del Bagno, tanto per capirci. Quanto al resort, si chiama Olimagiò ed è un agriturismo tra gli olivi di Pietrasanta: bellissimo e non lo dico perché è mio.

Ha mai pensato di fare il colpaccio, vendendo il Bagno Piero mai così famoso?
E poi cosa faccio? Il povero ricco? Per andare in vacanza con piacere, bisogna stressarsi un minimo. Stando al mare, respiro aria buona, ho una visione tolemaica del mondo e incontro un sacco di personaggi. Si immagina il piacere di vedere Robin Williams o Gene Wilder sulla mia spiaggia?

Santini, ma è vero che lei è soprattutto un formidabile p.r.?
Questa non la sapevo. Magari lo sono e non me ne accorgo. A me piace stare in spiaggia dall’alba al tramonto, controllando tutto e cercando di venire incontro a quanto chiedono i clienti, che mi danno da vivere sin da ragazzo. Alla fine, non sono altro che un “bagnino del Forte”: lo scriva. 

X