«Noi massoni siamo trasparenti, come Papa Francesco»

«Noi massoni siamo trasparenti, come Papa Francesco»

Dopo quindici anni, si chiude la gran maestranza di Gustavo Raffi. Il Grande Oriente d’Italia volta pagina con l’elezione di Stefano Bisi. Senese, giornalista, è lui il nuovo Gran Maestro della prima comunione massonica italiana. Oltre 800 logge in giro per il Paese, più di 20mila fratelli muratori. Il parallelo con il più noto rottamatore nazionale sarebbe spontaneo, se il diretto interessato quasi non si offendesse. Altro che rivoluzioni: «Da noi esiste la tradizione» spiega il Gran Maestro pesando con attenzione le parole. Grembiulini in Parlamento? «Per noi non c’è alcuna incompatibilità con la politica – racconta Bisi – E se qualche partito non è d’accordo sono problemi suoi». Nessun segreto, semmai i lavori in Loggia sono «di natura strettamente riservata». Il successore di Raffi parla di tutto, o quasi. Dalla chiusura alle donne all’inaspettata apertura alla Chiesa cattolica: «Questo Papa è un uomo di profonda umanità». Illuminando il percorso tra squadre e compassi anche ai non addetti ai lavori. Anzi, profani. 

Bisi, dopo la recente elezione come devo rivolgermi? Venerabile va bene?
Mi si può chiamare Gran Maestro, ma non ancora. Mi insedierò a inizio aprile, alla Gran Loggia a Rimini.

Lei è il nuovo Gran Maestro dopo circa 15 anni. Eletto con oltre il 40 per cento dei voti.
46,2 per cento, per essere precisi.

In ogni caso con un sostegno sufficiente per non dover ricorrere al ballottaggio. Siamo alla rottamazione massonica?
Assolutamente no. Da noi non esiste la rottamazione, ma la tradizione. Chi arriva tiene sempre conto di quello che ha fatto il predecessore. E quel che ha fatto Gustavo Raffi rimarrà per sempre nella storia della massoneria. Parlo di trasparenza. Guardi quanti libri sono stati scritti negli ultimi anni: i nostri archivi sono stati aperti a studiosi, massoni e non solo. L’ho ripetuto più volte anche a tutti i fratelli che ho incontrato in queste settimane in giro per l’Italia: rottamazione non fa rima con massoneria.

Domenica scorsa hanno votato 11.490 fratelli maestri della Comunione su 16.059 aventi diritto. Anche in Loggia avete un problema di astensionismo?
Non direi. Ha votato oltre il 70 per cento degli aventi diritto. Una bella partecipazione, specie se considera che si votava in un solo giorno. 

Citando, la massoneria è «un Ordine iniziatico i cui membri operano per l’elevazione morale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia». Questa frase sembra un po’ anacronistica. Perché oggi si dovrebbe sentire il bisogno di diventare massone? 
Forse c’è bisogno di recuperare alcuni valori spirituali. Mi rendo conto che per un profano è difficile da credere, ma quando andiamo ai lavori di Loggia, entriamo in una casa, indossiamo un grembiule e dei guanti, accendiamo tre luci, e parliamo uno per volta. Uno parla, gli altri ascoltano. In un mondo dove per esistere bisogna urlare, è una cosa rivoluzionaria. Dove altro succede? Secondo me le persone hanno bisogno di spiritualità, ancora oggi.  

E la chiedono a voi?
Ci sono tanti giovani che bussano alle porte del Tempio. Molti di loro si avvicinano attraverso il nostro sito web. Si interessano, chiedono di conoscerci meglio. Le segnalazioni vengono girate sul territorio dove vive il bussante, che viene contattato da un fratello esperto. Il percorso è lungo, certo. Ma non ci sono anacronismi. Levighiamo la pietra grezza, che poi è il nostro spirito, e la offriamo al bene dell’umanità.

Ma chi c’è dietro il grembiule? È possibile tracciare un identikit del massone?
C’è un po’ di tutto, ed è questa la cosa più bella. Imprenditori, dipendenti, studenti… In Loggia siamo tutti uguali. Chi viene da una famiglia di tradizioni massoniche e chi no, come me. 

In Italia il Grande Oriente può contare su oltre 800 logge, in pochi anni gli affiliati sono più che raddoppiati arrivando a 22mila. Sono numeri da associazione di appassionati. Non c’è troppa disinvoltura nell’aprirsi all’esterno? 
Ma guardi che essere massone spesso non è positivo. Non sempre siamo benvenuti nel mondo. Ricordo ancora che nel 1993, dopo aver perso il lavoro, firmai un contratto di collaborazione di sei mesi alla sede Rai di Firenze. I colleghi fecero uno sciopero di due giorni accusandomi di essere raccomandato. In Italia è ancora difficile essere massoni. Certo, le cose sono molto migliorate. A inizio anni Ottanta, al termine dei lavori di Loggia, dovevamo stare attenti a uscire per strada. Oggi per fortuna non è più così. Ma se il mondo è cambiato, lo si deve all’apertura degli ultimi anni.

Dite che «i Lavori di Loggia sono di natura strettamente riservata, ma non segreta». È un gioco di parole? 
La differenza è sostanziale. Ci sono incontri in Loggia dove possono partecipare solo massoni. Come tutte le altre associazioni. 

Però i nomi dei vostri affiliati sono segreti…
Se è per questo non sono noti in nessuna altra associazione. I vertici invece sono pubblici. Non è cosa da poco: programmi e nomi dei candidati delle tre liste che si sono recentemente presentate sono aperti a tutti. C’è persino un sito dove ci sono i nostri numeri di telefono. 

Infiltrazioni malavitose. In un articolo apparso pochi giorni fa sull’Espresso si parla di rapporti tra alcune Logge calabresi ed esponenti della ’ndrangheta.
In Italia c’è ancora molto razzismo. Ogni volta che si parla di Calabria esce la ’ndrangheta, ogni volta che si parla di Sicilia viene fuori la mafia. Penso che sia offensivo nei confronti di una parte del nostro Paese. Peraltro non mi risulta che i personaggi citati in quell’articolo siano affiliati al Grande Oriente. Se alcune Logge sono state sospese, ci saranno stati validi motivi. Andando in giro per il Sud Italia, in queste settimane, ho incontrato tanti fratelli meridionali. E ho percepito solo molta passione, generosità e calore. 

Si parla di passione, elevazione spirituale. Ma tra fratelli muratori non esiste anche una sorta di mutuo soccorso? È uno degli aspetti della massoneria che inquieta di più all’esterno…
Ci può essere, tanto quanto esiste tra persone che appartengono a una qualsiasi altra associazione. Sicuramente il mutuo soccorso non è l’essenza della libera muratoria. Le voglio fare un esempio. Fino a pochi anni fa c’era un nostro fratello, divenuto cieco con l’età. Quando ci riunivamo in Loggia, due volte al mese, dovevamo andarlo a prendere a casa. Ecco, la felicità di quell’uomo era il nostro mutuo soccorso. Ma anche l’esperienza più bella nella mia vita da massone. 

Cito ancora. «I Massoni hanno stima, rispetto e considerazione per le donne. Tuttavia, essendo la Massoneria l’erede della Tradizione Muratoria operativa, non le ammette nell’Ordine». Difficile sostenere che questa misura non sia fortemente antistorica. 
La ragione di questa norma va spiegata da un punto di vista esoterico. La donna rappresenta la parte lunare, complementare a quella solare, maschile. Eppure non tutti sanno che, collegati al Grande Oriente, ci sono i Capitoli delle Stelle d’Oriente. Gruppi di donne, legate ai massoni da rapporti familiari, che hanno strutture autonome. Anche loro operano ritualmente, e sono molto attive nel campo della solidarietà. 

Secondo lei non dovrebbero esistere delle incompatibilità tra l’attività di massone e la politica?
Non c’è alcuna incompatibilità. Se un fratello che cresce e matura in Loggia si vuole impegnare in politica, nulla osta. Il massone lavora per il bene dell’umanità, la politica anche. Per noi non c’è alcuna contraddizione. Poi se alcuni partiti vietano l’appartenenza alla massoneria, sono problemi loro. 

Per un politico massone, però, c’è il rischio che la “Solenne promessa” entri in conflitto con l’interesse dello Stato.
Nessun rischio. Infatti in quella formula promettiamo fedeltà alla Costituzione e alle leggi dello Stato. 

Insomma, non le chiedo di fare nomi. Ma ci saranno diversi massoni anche in Parlamento. 
Questo non lo so.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi le piace?
Ogni massone ha il diritto di apprezzare o meno il nostro presidente del Consiglio. Io lo rispetto, per l’istituzione che rappresenta.

Non si vuole proprio sbilanciare…
Su Renzi ogni massone ha il diritto di pensarla come vuole.

E Papa Francesco le piace? 
Anche il Gran Maestro Gustavo Raffi ha salutato in maniera positiva le prime uscite del Pontefice. Un uomo di profonda umanità. Ritengo che vadano apprezzate le sue aperture.

Il Papa apre la Chiesa al mondo e propone trasparenza. Come voi massoni. Ma non c’era un conflitto?
Quello del Papa è un percorso che può essere considerato simile al nostro. Ma noi non abbiamo nulla contro la Chiesa, semmai è la Chiesa che ci vede come ostili. Il mondo cambia. Un grande studioso della massoneria diceva: «Prima o poi, quella porta che divide, andrà trovata una chiave per aprirla».

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