Tra problemi giudiziari (attesa per la sentenza sui domiciliari o servizi sociali il 10 aprile) e sentimentali (secondo il sito Dagospia ci sarebbe aria di rottura con la fidanzata Francesca Pascale), Silvio Berlusconi ha comunque una certezza nella vita: i sondaggi che ogni mattina gli vengono recapitati sulla sua scrivania di Arcore. Rilevazioni elettorali che aumentano a mano a mano che ci si avvicina alle elezioni. E gli ultimi, sia quelli della fedelissima Alessandra Ghisleri di Euromedia, sia quelli di altri meno di fiducia, indicano al Cavaliere che l’unico modo per far saltare il banco alle europee, battere Beppe Grillo e il Partito democratico di Matteo Renzi, è uno: cavalcare una forte campagna anti-euro. A dire la verità il leader di Forza Italia non ha ancora iniziato a calcare la mano. Certo, ha parlato ancora di euro come «moneta straniera», ma non ha ancora trovato il coup de théatre. Ma le sparate del comico genovese sulle macroregioni – teorie della Lega Nord di Gianfranco Miglio – hanno sorpreso Berlusconi: c’è il rischio che i grillini drenino altri voti al centrodestra nel settentrione e non viceversa come si era augurato nelle ultime settimane.
La battaglia non è ancora cominciata. Berlusconi lascia al momento che siano gli altri dei suoi ad attaccare la moneta unica, anche perché continua a essere preoccupato per il futuro, in particolare il suo, quando dovrà iniziare a scontare la pena per la condanna Mediaset. A queste preoccupazioni poi si aggiungono i problemi sulle candidature. Di certo c’è che il Cavaliere si sta muovendo. E nelle stanze di Arcore accoglie professori di economia, esperti per tracciare la campagna elettorale. A convincere Berlusconi della possibilità di dare una sterzata alla situazione, sarebbe stata pure la campagna anti euro del segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Il “Pierino Padano” con i suoi bombardamenti quotidiani in televisione e sui social network sta rialzando le quotazioni del Carroccio, in linea con le politiche di Marine Le Pen in Francia. Certo, i sondaggi sono sempre risicati, lontani dai fasti di quattro anni fa, siamo intorno al 4%, ma considerando tutto quello che è successo in via Bellerio tra scandali e controscandali, i leghisti sono convinti di avere ancora uno zoccolo duro su cui puntare: sono diventati una sorta di Msi con un loro elettorato storico di riferimento.
Al fronte anti euro poi si sono aggiunti negli ultimi giorni Fratelli D’Italia di Giorgia Meloni che ha aperto a un ampio fronte politico contro la moneta unica. Il ressemblement antieuropeista vedrebbe la Lega, il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il fronte è variegato, ha le sue sfaccettature. Dentro Fratelli d’Italia si fa notare che gli unici che vogliono uscire dall’euro sono in reltà «loro e la Lega», gli altri «massimo chiedono un referendum». Nell’entourage berlusconiano c’è chi sottolinea che pure il premier Matteo Renzi, con le sue politiche di sforamento stia facendo un gioco anti Angela Merkel, cancelliera di Germania. Insomma, ciascuno con i propri toni, compresa la lista Tsipras, ma l’assalto alla moneta unico potrebbe essere il fronte comune della battaglia politica da qui al 25 maggio. Molto però dipende da Silvio Berlusconi. Il Cavaliere appare ormai come un pugile suonato. Lo scorso anno riuscì nel miracolo di pareggiare con Partito democratico e M5s alle politiche, ma quest anno la situazione appare differente. Innanzitutto non è ancora chiaro se si candiderà o meno, affrontando (e sfidando) le forche caudine della giustizia sino alla fine. Non è neppure chiaro se candiderà uno dei suoi figli: dopo Marina e Barbara è cominciato a circolare sui giornali pure il nome di Pier Silvio. Di certo Berlusconi vorrà esserci.
Non si spiegherebbero sennò i contatti sempre aperti sia con la Lega, sia con Fratelli D’Italia, sia con M5s di Beppe Grillo, tramite quel professor Paolo Becchi già sentito in passato. Di più. Tra i grillini c’è lontano da occhi indiscreti del duo Casaleggio-Grillo continua a dialogare anche con la Lega. Teoria confermata da Gianluca Pini, vicepresidente del gruppo della Lega Nord alla Camera, romagnolo, che ha avuto sempre un filo diretto con diversi esponenti dei Movimento Cinque Stelle. Che sarà una forte campagna anti europeista lo dimostra pure la prossima Pontida della Lega Nord: il 4 maggio sarà dedicata ad attaccare la moneta unica. Non solo. Nel simbolo del Carroccio potrebbe persino comparire proprio la scritta «Lega – No Euro», anche se si sta ancora cercando di trovare la quadra per presentarsi nel Sud Italia e nel Centro. A quanto pare nel dietro le quinte si è ricominciato a muovere l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti: era dato vicino a Fratelli D’Italia ora pare essere tornato tra i ranghi berlusconiani.