Genova-Milano-Parma sola andata è il tragitto di Federico Pizzarotti, scaricato prima da Grillo e poi da Casaleggio. I capi d’imputazione sono diversi: l’organizzazione di un incontro coi candidati M5s «non autorizzato dallo staff», la presentazione di un libro con Civati e l’accensione dell’inceneritore di Parma. Ultima, a tal proposito, la scomunica del guru arrivata il giorno di Pasqua dalle colonne del Fatto Quotidiano: «Pacta sunt servanda, se prendo l’impegno di chiudere un inceneritore o lo chiudo o vado a casa». Eppure nel Movimento questi attacchi vengono letti da molti come un cavallo di Troia per bucare il governo del capoluogo emiliano e colpirne il suo condottiero. Agli atti c’è l’insofferenza del vertice stellato per un sindaco “emancipato” dai diarchi, fin troppo libero nella nell’azione e nella critica, capace di radunare intorno a sè un network importante senza usare toni alti ma amministrando «da buon padre di famiglia». Lo stesso Pizzarotti ribadisce di essere «il sindaco di tutti e amministrare vuol dire calarsi nella politica reale». Dall’opposizione al governo c’è un abisso, affare più complesso della strategia del consenso attuata col blog e del radicalismo delle iniziative a Roma.
Se i parlamentari vivono in un limbo di imbarazzo tra silenzi e attese, le deputate emiliano-romagnole Giulia Sarti e Mara Mucci promuovono l’operato di Pizzarotti mentre Vito Crimi segue il tracciato dei cofondatori e suggerisce «la verifica degli attivisti». La situazione è fluida, le mosse felpate come in una partita di scacchi. Intanto a Parma la giunta monocolore fa quadrato intorno al sindaco e l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli prende di petto Casaleggio: «Ho combattuto la battaglia contro l’inceneritore da molto prima di entrare nella giunta, ora leggo questo tizio che pensavo fosse dalla nostra parte e che peraltro non si è mai fatto vedere a Parma, pontificare su cosa dobbiamo fare senza conoscere il lavoro che una squadra sta portando avanti in mezzo a difficoltà enormi». Nicoletta Paci, laureata in lingue e attivista M5s dal 2008, è il vicesindaco di Parma, la numero due di Pizzarotti con deleghe a scuola, pari opportunità e patrimonio. Raggiunta da Linkiesta, rilancia: «A Parma c’è tanto da fare, non siamo ancora a metà mandato e il clima in Giunta è quello di una forte coesione e concentrazione sugli obiettivi che ci siamo dati. Siamo felici e motivati». Le scomuniche dei diarchi? «Forse Grillo e Casaleggio sono malinformati, Pizzarotti ha cercato la conciliazione della città».
Due anni di amministrazione Pizzarotti. A prescindere dalla contingenza delle polemiche, qual è il suo bilancio da vicesindaco?
Il mio bilancio è positivo, al netto di tutte le polemiche strumentali fatte dagli avversari politici che ci hanno sempre accusato di essere inesperti. Abbiamo invece dimostrato che dei cittadini comuni prestati alla politica sono in grado di condurre un Comune grande come il nostro e pieno di problemi regalatici dalle passate amministrazioni. Quei problemi noi li stiamo risolvendo giorno per giorno e siamo stati in grado anche di proporre nuove iniziative, pur nella ristrettezza dei mezzi a disposizione.
Rispondendo a Casaleggio, Pizzarotti ha scritto che «amministrare vuol dire calarsi nella politica reale, rappresentare tutti i cittadini, essere l’istituzione di chi ti ha votato e di chi non ti ha votato, non vuol dire essere il sindaco di una parte, ma essere il sindaco di tutti». Come si è mosso in questi due anni?
Secondo me si è mosso bene cercando soprattutto la conciliazione a livello della città, evitando il faziosismo da campanile che spesso contraddistingue i partiti politici. Condivido l’idea che un sindaco debba essere imparziale e pensare al bene di tutti i suoi concittadini, senza distinzioni fra chi lo ha votato e chi no.
Che idea si è fatta delle critiche arrivate da Grillo e Casaleggio? Perché dà fastidio un sindaco che, oltre ad aver rappresentato il primo successo politico del Movimento, è riconosciuto come un buon amministratore?
La ragione profonda di questo fastidio verso Pizzarotti credo vada richiesta ai due interessati. Forse sono stati semplicemente mal informati. Di sicuro la questione inceneritore è solo uno dei tanti punti del nostro programma. Era in fase molto avanzata quando siamo stati eletti e abbiamo fatto tutto il possibile per fermarlo. Chi come me ha avuto parte attiva nella lotta per contrastarne la costruzione, le può confermare come i veri imputati per questo scempio siano i partiti (PD e PDL) che lo hanno fortemente sostenuto anche se oggi lo usano come un’arma politica contro di noi.
Avete ereditato un debito mostruoso, 870 milioni di euro, ora ridotto di quasi la metà. Quali sfide vi attendono?
Continuare nella riduzione e ristrutturazione del debito mantenendo un livello accettabile di servizi alla cittadinanza. Questa è una sfida enorme a causa dei sempre maggiori tagli da parte del Governo centrale che si abbattono sempre e solo sui Comuni.
Lei ha deleghe come patrimonio, scuola, pari opportunità. Di quali risultati va più fiera?
Per la scuola sono contenta di essere riuscita a mantenere stabile il livello di servizi offerti pur con alcune riorganizzazioni interne e l’aumento delle rette per le fasce di reddito più alte. Dal prossimo anno scolastico faremo partire anche una sperimentazione per nidi e materne offrendo un servizio omogeneo che vada da 0 a 6 anni. Questo prelude ad una riforma auspicata anche da un disegno di legge presentato in Senato per la fascia 0-6, con il riconoscimento di questi servizi come servizi educativi e non più a domanda individuale. Per le pari opportunità e la partecipazione sono molte le iniziative messe in campo e di tutte sono molto fiera. Oltre alla giornata della democrazia e a quella dei diritti, ho promosso delibere come l’istituzione del registro delle unioni civili, quello per la donazione degli organi, il conferimento della cittadinanza civica ai figli degli immigrati e altre ne arriveranno a breve come quella sulla bi-gentorialità. Nel settore patrimonio invece è in atto una totale riorganizzazione dei locali messi a disposizione dell’associazionismo per un miglior utilizzo degli stessi.
Che clima si respira in giunta? Il fuoco amico vi induce a riflessioni o siete decisi a proseguire?
A Parma c’è ancora tanto da fare. Non siamo ancora alla metà del nostro mandato e il clima che si respira in Giunta è quello di una forte coesione e concentrazione sugli obiettivi che ci siamo dati. Per noi il 2014 è l’anno decisivo in cui chiudere tante eredità lasciateci dal passato come la stazione, la scuola europea, il Duc B e altri edifici lasciati incompiuti, mentre proseguiremo anche con tutti i progetti di rilancio del settore culturale e turistico, dei progetti per i giovani, della partecipazione, del miglioramento della qualità ambientale. Di progetti ne abbiamo fatti tanti e tanti altri ne abbiamo in programma e questo ci rende felici e motivati, soprattutto perché riusciamo a portarli avanti con creatività e nonostante la cronica mancanza di risorse.