Portineria MilanoRenzi e Silvio, amici per forza per fermare Grillo

Renzi e Silvio, amici per forza per fermare Grillo

Le scintille tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi durano lo spazio di una notte. Perché il patto di non belligeranza tra il premier e l’ex Cavaliere non è solo necessario per le riforme volute dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma appare funzionale in vista delle elezioni europee, dove il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo continua a crescere nei sondaggi: una Forza Italia al 16% metterebbe in difficoltà lo stesso Partito democratico. Nel giorno di festa per il 25 aprile, quindi, giornata di liberazione nazionale – dove a Milano Matteo e Silvio vengono rappresentati come due balilla – le minacce del leader di centrodestra nel salotto di Porta a Porta sembrano già rientrate. Almeno per il momento.   

Non ci sono solo i retroscena raccontati dai deputati azzurri di come Denis Verdini, architrave dell’accordo con Renzi, abbia già cercato di tamponare le «sparate» berlusconiane sulle riforme. Persino Daniela Santanchè, falchissima berlusconiana, si limita a un tweet criptico per commentare la giornata politica, spiegando che «chi dice di non aver capito cosa ha detto ieri sera Berlusconi o ci è o ci fa». Ci sono pure le dichiarazioni del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che parla «di campagna elettorale come tutti» e «che Forza Italia ci farà sapere». E quelle di Lugi Zanda, presidente dei senatori democratici: «Berlusconi fa propaganda, è un disco stonato. Rende più complicato fare le riforme, ma non le allontana».

La tregua è armata. L’ex Cavaliere, a quanto filtra da Arcore, dovrebbe far fronte alle solite fazioni interne, falchi e colombe, tra chi vuole cavalcare l’antirenzismo per recuperare consensi e chi invece continua a buttare acqua sul fuoco. A un voto anticipato per le politiche, dopo le europee o in autunno, sia nel Pd sia nel Pdl, credono in pochi. Napolitano non lo permetterebbe, né tanto meno l’attuale legge elettorale: Renzi lo sa proprio come Berlusconi. I problemi sono semmai altri due: l’avanzata di Grillo nei sondaggi e l’implosione interna di Forza Italia. Alessandra Ghisleri, sondaggista di Euromedia, di cui si fida Berlusconi, continua a piazzare M5s intorno al 25 per cento. Ma ci sarebbe un’area ancora indefinita che potrebbe alla fine spostare le proprie intenzioni di voto ancora su Grillo, facendolo arrivare a numeri bulgari, vicini a quelli del Pd di Renzi. Al Nazareno su questo fronte sembrano tranquilli. 

La campagna elettorale è stata impostata dal premier non su attacchi frontali, bensì sull’operato del governo. Anche per questo motivo il segretario del Pd non ha alzato i toni con Berlusconi. E sabato 26 aprile si recherà dal Capo dello Stato per fare il punto della situazione. Il patto sulle riforme, quindi, regge. Ma il rischio è che tutto si sposti a dopo le elezioni europee, in questo modo Berlusconi fermerà «la propaganda elettorale» di Renzi e proverà a ricompattare un partito che ormai sta cadendo a pezzi. Ma le incognite sono troppe sul tavolo di palazzo Chigi. Dalle urne oltre a una Forza Italia ridimensionata, con meno peso politico, potrebbe uscire anche un Nuovo centrodestra di Angelino Alfano in pezzi, primo alleato del governo.

Nel frattempo Grillo si limita a osservare. Mentre Renzi riceve dure critiche da parte dell’Anpi, associazione partigiani d’Italia, che tramite il suo presidente Carlo Smuraglia in piazza a Milano parla di «deriva autoritaria» rispetto alla riforma del Senato. I grillini applaudono e si godono i sondaggi. Anche Giusppe Civati, detto Pippo, applaude alle critiche dell’Anpi: «Quando si tratta di difendere valori che si richiamano alla Costituzione e alla democrazia, oltreché ai diritti di fondo in cui si esprime la sovranità popolare», scrive l’associazione partigiani, «l’Anpi non può che essere in campo, non per conservare, ma per innovare, restando però sempre ancorata ai valori ed ai princìpi della Costituzione». Dopo i professori, i partigiani. Per Renzi la strada è in salita e l’ipotesi di chiudere prima delle elezioni europee appare sempre più un miraggio. 

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