Portineria MilanoSalini, il volto nuovo di Cl per dimenticare Formigoni

Salini, il volto nuovo di Cl per dimenticare Formigoni

«È possibile un nuovo inizio?» All’incontro organizzato da Comunione e Liberazione — il movimento di Don Luigi Giussani — lo scorso 9 aprile a Milano, per illustrare al popolo ciellino il voto per le prossime elezioni europee, non ci sono stati riferimenti alla politica attuale. Il popolo di Cl è reduce da anni difficili e si ritrova senza una bussola. È rimasto scottato da Silvio Berlusconi, ha creduto nelle larghe intese di Enrico Letta e Mario Monti, non ha ancora trovato nel boy scout Matteo Renzi — che pure si ritrova diversi ciellini intorno al suo “giglio magico” — un interlocutore da cui ripartire, soprattutto è finito alle corde per le inchieste che hanno travolto la regione Lombardia di Roberto Formigoni, tra sanità corrotta, scontrini, vacanze e da ultimo il sequestro di 49 milioni di euro al Celeste. 

Dopo le dure reprimende comparse sui giornali da parte di Don Julian Carron all’inizio degli scandali, all’ultimo Meeting di Rimini fecero scalpore le parole di Bernard Scholz presidente della Compagnia delle Opere, il braccio economico del movimento, che scaricò Formigoni «in quanto non più governatore». Il Celeste non fu invitato a parlare dal palco come aveva sempre fatto, ne nacque una polemica. Quella di Scholz fu una frase secondo alcuni sbagliata, un’amnesia che non teneva conto del contributo che “Roberto” ha portato in questi anni a Cl, ma che allo stesso tempo conteneva tutto il rancore e lo stupore che circola da molti mesi tra i ciellini.

Di chiamate alle urne, infatti, non ce ne sono più. Sono lontani i tempi in cui Don Giussani firmava i manifesti politici con Formigoni. E pare ormai vietato parlare a un ciellino di politica, perché potrebbe infastidirsi sentendo il nome del Celeste o persino quello del ministro Maurizio Lupi, identificato dalla maggior parte come figlio di una politica berlusconiana ormai in disarmo. Per questo motivo, «è possibile un nuovo inizio», è stato inteso da molti come un tentativo da parte di Cl di rinnovarsi, anche in queste elezioni europee. Non ci sono ordini di scuderia, sia chiaro, le scelte saranno personali, ma tra il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano compaiono alcuni volti nuovi riconducibili proprio al movimento di Don Giussani che potrebbero intercettare diversi consensi. 

Il primo è quello del giovane consigliere comunale di Milano Matteo Forte. Il secondo è Massimiliano Salini, presidente della provincia di Cremona, quarantenne in carriera, una laurea in Giurisprudenza, una vita “casa, chiesa e famiglia”, un passato da calciatore in “oratorio”, imprenditore, tre figli e la stima di tutta Cl. Secondo alcuni potrebbe essere proprio lui un nuovo “Matteo Renzi” targato Don Giussani, in questi anni oscurato dal presenzialismo di Formigoni e Lupi. Non a caso, questo giovane quarantenne cresciuto all’Oratorio Sirino di Soresina, tra la passione per il Torino di Paolo Pulici e la politica, come si legge nella sua biografia, è sempre stato vicino a Mario Mauro, l’ex ministro della Difesa, ex europarlamentare del Popolo della Libertà. 

Non a caso, durante le elezioni politiche e regionali del 2013, Salini rifiutò le richieste di Formigoni di candidarsi. E in questa strana situazione interna a Cl, il nome del presidente della provincia di Cremona potrebbe essere quello capace di sparigliare le carte in un elettorato militante che negli ultimi vent’anni è stato capace di eleggere per ben quattro volte il presidente della regione più ricca d’Italia. C’è chi sostiene, infatti, che la sicurezza di Lupi di avere dalla sua parte tutto l’elettorato ciellino potrebbe rivelarsi sbagliata. Perché dentro il movimento di Don Giussani volano coltelli da diverso tempo.

La parte “politica” è ormai staccata dal resto del gruppo, ma è soprattutto divisa in fazioni di lupiani, formigoniani e mauriani. E le ultime polemiche sulla scelta dei candidati per le Europee hanno fatto da innesco dentro una situazione pronta a esplodere. Sull’esclusione di Mauro e Formigoni dalle liste, infatti, ci sarebbe lo zampino proprio di Lupi. O almeno è questo che Alfano va raccontando nei suoi incontri privati. E il malessere dei due centurioni ciellini contro il ministro starebbe influenzando anche l’elettorato, pronto a spostarsi verso altri lidi. Formigoni lo ha pure fatto capire: «Meglio puntare su volti nuovi, sui giovani». Salini è uno di questi. Per dimenticare il passato. 

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