Portineria MilanoToghe in guerra: la spartizione politica delle procure

Toghe in guerra: la spartizione politica delle procure

Magistrati sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo le polemiche per le primarie del Csm, da cui la sinistra di Magistratura Democratica è uscita con le ossa rotte, continuano le giornate intense tra le toghe italiane, alle prese con l’atteso ricambio dei capi delle procure di Bari, Torino, Salerno e Firenze: in alcuni palazzi di giustizia mancano i «numeri uno» ormai da quasi un anno. Le correnti si muovono in modo inconsulto, già prostrate dalla campagna elettorale e soprattutto dallo scontro senza esclusione di colpi dentro la procura di Milano, tra il pm Alfredo Robledo vicino a Magistratura Indipendente e la guida del palazzaccio Edmondo Bruti Liberati, storico leader di Md. 

Lo scontro andato in scena al Csm martedì 16 aprile – nell’ambito dell’istruttoria avviata sull’esposto che Robledo ha presentato contro il suo capo accusandolo di violazioni e irregolarità nell’assegnazione dei procedimenti alla procura di Milano – rischia di avere pesanti ripercussioni sulla procura meneghina. E chissà se pure tra i rapporti di forza tra le varie correnti. «Ne resterà soltanto uno» sostengono gli addetti ai lavori. E dovrebbe essere proprio Bruti Liberati che vanta dalla sua anche la sicura permanenza di Ilda Boccassini alla Dda di Milano: Ilda «la rossa» per questioni burocratiche (non ha presentato i documenti) non corre più per il posto di capo nella Procura di Firenze. 

La vicenda è attraversata oltre che dai vizi procedurali denunciati da Robledo, da un velo di tipo politico, prettamente correntizio. Il pm napoletano che ha indagato sulla vicenda dei derivati è stato molto preciso nella sua deposizione di fronte alle commissioni a palazzo dei Marescialli. Robledo ha tirato infatti fuori un vecchio episodio, uno screzio avuto proprio con Bruti: «Ricordati che sei qui perchà Md ti ha votato», lo avrebbe apostrofato il capo del palazzaccio (il Palazzo di Giustizia, ndr). Minacce, veti, scelte procedurali, di più se ne saprà dopo Pasqua, mentre proprio Magistratura Indipendenti con Antonello Racanelli parla «di un quadro allarmante e preoccupante della gestione della procura di Milano».

Veleni, insinuazioni, mentre al Csm si discute appunto delle attese nomine nelle procure italiane. E anche qui è il mercato «delle vacche», parafrasando una toga di palazzo dei Marescialli. In pratica la corrente Area, quella formata da Md e da In Movimento, sta provando a occupare tutte le caselle dello scacchiere. Ma c’è chi, tra Unicost e Mi, ha iniziato a storcere il naso, anche perché i rapporti di forza devono essere preservati e rispettati. Al momento Armando Spataro, storico pm milanese, vicino ad Area da sempre dentro Md, sembra essere in lizza per la procura di Torino, dove dovrebbe sostituire il rimpianto Giancarlo Caselli. C’è chi lo dà ormai per certo. 

Spataro in realtà doveva essere dislocato a Firenze, ma all’ultimo ha ritirato la domanda, proprio per virare sotto la Mole Antonelliana. Cosa che ha scatenato problematiche nelle trattative. Perché se Torino e Bari finiscono a «sinistra» – quando la seconda era un tempo a destra con Antonio Laudati – così non può succedere per il capoluogo toscano e per Salerno. Nel capoluogo pugliese appariva quasi scontata fino a un mese fa la nomina di Giovanni Melillo, un interno, poi però cooptato al ministero della Giustizia come capo di gabinetto su scelta del Guardasigilli Andrea Orlando: Melillo appartiene alla corrente Area. In lizza per Bari ci sono a questo punto Giuseppe Volpe – attualmente sostituto procuratore generale in Cassazione – e il procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago

Peccato che il primo sia sostenuto Magistratura democratica e da Area, il secondo da Unicost, fattore che fa pendere il pendolo delle probabilità proprio su quest’ultimo. A Firenze è il tempo delle incognite. Alfredo Morvillo, cognato di Falcone, che fu battuto a Marsala da Magistratura Indipendente nel 2008, quando fu eletto Girolamo Alberto detto il “corvo”, potrebbe avere qualche possibilità. Ma anche qui si fa largo Unicost con Armando D’Alterio, procuratore di Campobasso. Per la procura fiorentina c’è in pista anche Lucia Lotti, toscana e procuratore a Gela, molto stimata, della corrente di Md. Infine a Salerno, per il dopo Franco Roberti, da sempre in una corrente di sinistra, si fa largo invece Corrado Lembo, procuratore capo a Santa Maria Capo, storico esponente di Magistratura Indipendente, quindi di destra. E qui c’è chi fa notare, soprattutto a sinistra, che il figlio di Lembo, Andrea; fa politica proprio nel salernitano. Un modo per ostacolarlo?

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