«Dentro Manutencoop c’è un consigliere di Comunione e Liberazione», gongolava il 4 febbraio scorso il “Professore” Gianstefano Frigerio. Parlava con il lobbista «all’americana» Sergio Cattozzo della torta da centinaia di milioni di euro per gli appalti per l’Expo 2015, per la Città della Salute e gli ospedali lombardi, a meno di tre mesi dall’arresto per corruzione e associazione a delinquere. Secondo gli inquirenti la presunta cricca si adoperava per favorire le proprie aziende di riferimento, quella della gola profonda Enrico Maltauro soprattutto, presso il direttore dei lavori di Expo Angelo Paris. Ma nelle carte dell’inchiesta protagoniste sono soprattutto le cooperative «rosse» già coinvolte in inchieste in tutta Italia, dalla Campania alla Puglia fino alla Sicilia. Nell’ordinanza di custodia cautelare i magistrati ne hanno inserite diverse, molte legate a doppio filo ai protagonisti sotto indagine, già vincitrici in passato di appalti nella regione Lombardia di Roberto Formigoni. E, secondo quanto sostengono gli indagati, con entrature persino nella Lega Nord di Roberto Maroni.
C’è la Cmc di Ravenna, con cui la Seinco di Primo Greganti aveva un contratto di consulenza. C’è la Co.Lo.Coop che è in pista per l’Ospedale di Melegnano. Ci sono poi quelle che la cupola composta da Frigerio, Cattozzo, Primo Greganti, Gigi Grillo, Antonio Rognoni e il presidente di Manutencoop Claudio Levorato (indagato ma non in carcere come gli altri, ndr) si muovono per favorire. In particolare si parla di consorzi Ati (associazione temporanea d’imprese, ndr), che sono composti in questo caso dalla Ciro Menotti, dalla Cefla, la Sotraf, la Prisma Impianti, la Servizi Ospedalieri Spa, la Olicar. In ballo, oltre ai servizi per Expo, la Città della Salute e della Ricerca nel Comune di Sesto San Giovanni, nonché la fornitura degli arredi e delle attrezzature, oppure ancora la gestione dei servizi di supporto non sanitari rivolti alla Fondazione Ircss Istituto Neurologico Carlo Besta e all’Istituto Nazionale dei Tumori. In particolare all’attenzione degli inquirenti c’è il piatto per la Città della Salute dove corrono insieme Maltauro e Manutencoop.
Il punto vero intorno a cui ruota l’indagine è il sodalizio tra la rete politica di centrodestra lombarda, da vent’anni in mano a Cl e alla Compagnia delle Opere – il cosiddetto braccio economico del movimento di Don Luigi Giussani – e quella «di area Pd» delle cooperative rosse. È una spartizione che dura da anni tra Emilia Romagna e Lombardia, spesso celebrata durante il Meeting di Rimini dove tra gli stand fieristici si può spesso incontrare la Cmc di Ravenna. Frigerio nelle intercettazioni parla spesso di questo sodalizio, chiamando in causa persino l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani sulla Città della Salute. E poi c’è Primo Greganti, il Compagno G, già coinvolto durante Tangentopoli per delle presunte tangenti al Pci. Il Professore è molto preciso con il faccendiere Cattozzo quando affronta il discorso Manutencoop, cooperativa di Bologna tra le più importanti in Italia. Cattozzo e Frigerio discutono al solito di appalti. E il primo dice che a breve dovrà incontrare Maurizio Trentin, direttore generale della Maltauro. Allora Frigerio – che proprio secondo Maltauro aveva Silvio Berlusconi come suo riferimento politico – gli ricorda che Manutencoop «è così (nel senso di vicino ndr) con Cl da sempre». L’ex segretario dell’Udc ligure, ora nel consiglio nazionale di Nuovo Centrodestra, spiega il perché: «Lo so, ha un consigliere dentro». Il riferimento potrebbe essere a Massimo Ferlini, consigliere indipendente nel consiglio di gestione di Manutencoop, presidente della Compagnia delle Opere di Milano, già coinvolto dalle indagini negli anni ’90 durante Tangentopoli proprio come Greganti, ma che non risulta indagato. Secondo il Fatto Quotidiano Ferlini si è dimesso il 7 maggio dal consiglio dopo 6 anni, un giorno prima della raffica di arresti della procura di Milano.
Massimo Ferlini in Manutencoop
Del resto, Frigerio, stando agli atti dell’inchiesta, è molto attivo soprattutto con Levorato «con il quale conferma la comune strategia di sostegno alla turbativa. «I due correi» si legge «fissano anche una comune linea operativa in riferimento alle indispensabili manovre politiche necessarie per raccogliere l’adesione, o quantomeno il mancato intralcio all’operazione, da parte di distinte componenti politiche». Per questo motivo, in un colloquio della cricca, del 10 maggio del 2013, nell’ufficio di Frigerio, il professore sottolinea ancora che anche Maurizio Lupi, attuale ministro per le Infrastrutture, è «amico di quelli di Manutencoop» e che questi, «insieme ai ciellini», sarebbero già intervenuti per fargli fare da capocordata nel progetto di Città della Salute. Sempre Frigerio sostiene, inoltre, di conoscere bene i legami che ci sono tra Manutencoop e i “ciellini” tanto che, negli ultimi anni, con Formigoni sempre a dire dell’indagato, quelli di «Manutencoop avrebbero già ottenuto importanti lavori».
I problemi giudiziari delle coop dalla Mafia agli appalti in Puglia
Diverse cooperative coinvolte nell’indagine sono da mesi già all’attenzione degli inquirenti in tutta Italia. Da ultima la Co.Lo.Coop. Alla fine di aprile il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, Salvatore Paolo Cantaro, ha disposto il recesso dal contratto con l’Ati di cui la capofila era appunto la Co.Lo.Coop (Consorzio Lombardo Cooperative). La decisione è stata presa dopo la notifica dell’“informazione antimafia interdittiva” adottata dalla Prefettura di Milano a carico della stessa Colocoop. Il decreto del Prefetto di Milano, assunto ai sensi del decreto legislativo 6 settembre 2011 n. 159 “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia”, ha fatto seguito alla richiesta di approfondimenti inviata a novembre del 2013 dallo stesso commissario dell’azienda: la decisione è stata presa dopo le notizie sull’inchiesta della Dda di Napoli relativa ad appalti per le pulizie nell’Asl di Caserta, nella quale Colocoop risultava coinvolta. Non solo. In Puglia Levorato e la Manutecoop sono sotto inchiesta per gli appalti dell’Asl di Brindisi. È l’inchiesta Mercadet che dura ormai dal 2007, dove s’intrecciano i fili della politica pugliese, vicina al Partito Democratico, con gli appalti milionari nelle aziende ospedaliere.
Primo Greganti, il “martello“ sulle coop
L’asso pigliatutto della cricca per la sinistra è Greganti. Il Compagno G è funzionale sia per la Malaturo, sia per tutte le altre cooperative rosse coinvolte nell’inchiesta. Non ci sono solo Cmc e Viridia, che hanno con lui, contratti di consulenza. Angelo Paris, lo dice chiaramente. La descrizione del ruolo dell’ex funzionario del Pci nella presunta “cupola degli appalti” è contenuta in un sms inviato il 12 febbraio scorso proprio da Paris, a «Massimiliano Riva» e contenuto in un’informativa della sezione pg della Gdf agli atti dell’inchiesta dei pm milanesi Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Paris scrive, come segnala la Gdf, a Riva un primo sms: «Ne ho parlato ieri con Primo Greganti, il partito si spacca». Poi un altro sms: «Sai chi è Primo Greganti? Uno che conta in quel mondo». E Riva gli scrive: «Ma hai a che fare con primo Greganti? Perché?». E Paris: «Perché è uno che governa le coop rosse che, al momento, performano male su Expo…e quindi lui è il martello che le fa rigare. Ma hai capito che dimensione c’è in ballo su Expo?».