Portineria MilanoL’inciucio Renzi-Berlusconi su Ancitel

L’inciucio Renzi-Berlusconi su Ancitel

L’ingegnere Carlo De Benedetti ha proposto Piero Fassino come prossimo presidente della Repubblica al posto di Giorgio Napolitano. E il sindaco di Torino e presidente Anci, da tempo vicino al presidente del Consiglio Matteo Renzi, sembra aver già anticipato la corsa al Colle nel cercare quell’intesa bipartisan in Parlamento che potrebbe portarlo al Quirinale. Perché il nuovo consiglio di amministrazione di Ancitel, la società per azioni “tecnologica” dell’associazione dei comuni italiani, controllata anche da Istat, Aci e Telecom, è la rappresentazione plastica dell’accordo tra il nuovo Pd renziano e il centrodestra di Silvio Berlusconi

Non si spiegherebbe in altro modo la decisione (già anticipata da Dagospia, ndr) presa da Fassino il 30 aprile scorso durante l’assemblea dei soci, di confermare l’azzurro Osvaldo Napoli – ex vicepresidente vicario dell’Anci – come presidente con tanto di stipendio da 80mila euro all’anno. E soprattutto di nominare come amministratore delegato Gianna Marini, ex direttore Generale, molto vicina al Pd laziale di rito renziano, presidente dell’associazione Big Bang di Roma, quella che ha raccolto i fondi per la campagna elettorale del segretario del Pd e premier Matteo Renzi. 

È una decisione “particolare”, commentano alcuni addetti ai lavori, perché tre anni fa la stessa assemblea che aveva come presidente sempre il democratico Sergio Chiamparino, deliberò al momento della nomina del nuovo consiglio di amministrazione che sia cda che il presidente avrebbero operato a titolo gratuito. Non solo. L’amministratore delegato, Paolo Teti, avrebbe visto tagliato lo stipendio da 300.000 a 200.000 euro all’anno: solo quest’ultima decisione è stata effettivamente presa. 

Delle indicazioni di Chiamparino i vertici di Anci non hanno evidentemente tenuto conto. Come non hanno preso in considerazione la situazione dell’azienda, piccolo feudo politico statale dove hanno trovato incarichi soprattutto i candidati alle scorse politiche che non sono riusciti a entrare in Parlamento. In questi tre anni la Spa – controllata al 57,24% da Anci, all’8,55% da Telecom Italia, 9,98 da Formez, 14,52 da Aci Informatica, al 7,13 da Insiel Mercato e al 2,58 da Istat – ha avuto un fatturato in calo da 22 a circa 14 milioni di euro. I motivi sono da ascriversi alla crisi economica dei comuni, casse sempre più esangui che hanno lasciato Ancitel senza una vera e propria gestione. Le commesse latitano e con questa contrazione di fatturato l’azienda perde quasi 200.000 euro al mese. C’è il rischio concreto di intaccare prima della fine del 2014 un terzo del capitale sociale e la necessità di portare i libri in tribunale: insomma un fallimento che costerebbe altre spese alle casse dello Stato. 

I circa 120 dipendenti, che hanno proposto anche “l’autogestione aziendale”, sono già sottoposti a contratto di solidarietà e rischiano di non vedersi pagati gli stipendi di maggio. I sindacati sono sul piede di guerra. Remano contro l’idea di privatizzare, tra dismissione dell’azienda e cassa integrazione. Sul tavolo è spuntata negli ultimi giorni una trattativa con la Engeneering di Michele Cinaglia, ma da tempo prosegue una contatto con Ancidata, dove come socio di minoranza c’è Datamanagement, società che è stata oggetto di un’interrogazione parlamentare del vicepresidente della Camera dei deputati Luigi Di Maio lo scorso 18 marzo. 

Nel testo Di Maio chiedeva chiarimenti sulle attività di Anci che «ha evidenti riflessi sulla spesa pubblica, poiché essa non ha entrate proprie ma agisce esclusivamente con i contributi versati dagli enti associati e con i finanziamenti assicurati dallo Stato». E soprattutto voleva spiegazioni sul ruolo di Angelo Rughetti, attuale sottosegretario alla Pubblica Amministrazione, renziano della prima ora, per quasi 10 anni potentissimo segretario generale dell’Anci. Ebbene come scrive Di Maio nell’interrogazione, Rughetti avrebbe ricevuto «donazioni per 10 mila euro proprio da Datamanagement durante la campagna elettorale del 2013».

Fassino quindi ha proseguito nel solco del suo predecessore (vicario) Alessandro Cattaneo di Forza Italia che oltre all’indennità di 80.000 euro, aveva già confermato a Napoli anche la disponibilità di un appartamento di servizio a Roma, di un auto con autista e di una carta di credito aziendale. Non solo. Nel cortocircuito di veleni si mormora pure «di contratti di consulenza in azienda per parenti del presidente» e viaggi all’estero, fino alla Corea del Sud o al Sud America, che non avrebbero portato alcuna commessa per la società. 

L’ultimo consiglio di amministrazione, definito dall’ex consigliere Maurizio Ronconi come «inquietante» e tenutosi dopo le pressioni dei sindaci revisori (altrimenti non avrebbero firmato il bilancio), ha approvato un budget 2014 lacrime e sangue da allegare al bilancio in cui sono state azzerate le spese per tutti gli organi societari (compreso quello dell’amministratore delegato ndr), il contratto di solidarietà e la sospensione delle consulenze. Nonostante queste decisione la società potrebbe avere ossigeno solo per il 2014. Il timore, infatti, è che le banche a un certo punto chiudano i rubinetti. L’inciucio, insomma, rischia di rimanere a secco.

REPLICA

Alla cortese attenzione del Direttore

Gentile Direttore,

in relazione all’articolo apparso su ‘’Linkiesta.it’’ in data 4 maggio a firma del dott. Alessandro Da Rold e intitolato: “L’inciucio Renzi-Berlusconi su Ancitel”, ANCI ritene utile mettere a Vostra disposizione alcuni elementi chiarificatori al fine di consentirVi di fornire un’informazione completa nell’ottica del migliore servizio ai Lettori. 

Il vertice della società informatica Ancitel Spa – partecipata da Anci e da altri soci, tra cui Telecom, Istat, Aci Informatica e Formez – è stato nominato nel corso dell’assemblea che si è tenuta il 30 aprile per approvare il bilancio 2013 che si è concluso con un sostanziale pareggio. 

I soci hanno deciso all’unanimità di nominare un Consiglio di Amministrazione composto da tre persone invece che cinque come precedentemente e di mantenere alla presidenza l’On. Osvaldo Napoli al fine di assicurare la necessaria continuità di governo alla Società in una fase di transizione e di apertura del capitale a nuovi soci industriali per assicurare stabilità e crescita.  E’ stato invece sostituito l’Amministratore Delegato con la dott.ssa Giovanna Marini, in grado anch’ella di garantire una pregressa conoscenza dell’organizzazione aziendale ma al contempo di assicurare il completamento della trasformazione in corso. Infine, nel ruolo di terzo consigliere è stato confermato Gioacchino Cuntrò. Sono state infine soppresse le posizioni del Direttore Generale e del suo vice. 

Per effetto di questo insieme di decisioni e senza oneri straordinari, il costo del nuovo vertice aziendale si è ridotto di due terzi scendendo complessivamente a meno di 250 mila Euro annui, riducendo i compensi dei componenti del Consiglio rispettivamente del 40% e del 15% per quanto riguarda Presidente e Amministratore Delegato ed eliminando costi accessori e benefit precedentemente in essere. 

Le decisioni assunte da Anci e dagli altri soci, sono quindi state improntate alla massima responsabilità aziendale e non a criteri di rilievo politico, al fine di rimettere su un percorso di stabilità e crescita la società Ancitel, nel primario interesse dei suoi lavoratori e dei Comuni che ricevono i servizi prodotti. 

Nel ringraziare per l’attenzione, ci è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.

L’Ufficio Stampa ANCI 

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