«Io mercoledì sera faccio l’altro lavoro di copertura politico-giuridica e mi porto a cena Gigi Grillo col Comandante della Finanza…». Basta questo virgolettato di Gianstefano Frigerio, il Professore ex Dc poi Forza Italia, dominus della presunta cricca sugli appalti Expo 2015, per capire dove potrebbero portare le indagini della procura di Milano, toccando i massimi livelli del «sistema» italiano. Tra le carte dell’inchiesta compare una volta il nome di Saverio Capolupo – confermato Comandante generale del corpo della Guardia di finanza a gennaio dall’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni – come quattro volte quello di Giampiero Massolo, uno degli uomini più potenti in Italia, attuale numero uno del Dis, i nostri servizi segreti. In questo giro di mazzette e sistema parallelo di lavori pubblici la chiave di tutto è Enrico Maltauro, numero uno di una delle imprese di costruzioni più importanti in Italia e nel mondo. Già noto agli inquirenti perché condannato con «sei sentenze passate in giudicato» oltre che «per sette delitti di corruzione tra cui la violazione delle norme sul finanziamento ai partiti politici», avrebbe agito «illegalmente» nonostante avesse beneficiato per ben cinque volte della sospensione condizionale della pena».
Le carte dell’inchiesta
Pregiudicato sì, ma comunque tenuto in considerazione da parte del governo italiano. Anche perchè la Maltauro è una tra le aziende più quotate al Pentagono, il quartier generale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America, come al nostro ministero della Difesa, tanto da vincere gli appalti per la realizzazione dello stabilimento Faco-F35 a Cameri in provincia di Novara: un affare da 184 milioni di euro appaltato da Alenia Aeronautica per conto del Ministero della Difesa, in qualità di mandataria di Lockheed Martin. Sarebbe di svariati milioni di dollari il bottino incamerato grazie alle basi Usa dalla Maltauro, che ha operato su Aviano, Sigonella ma pure in Libia con Finmeccanica e Agusta Westland. Secondo gli inquirenti Maltauro, immortalato in un video della Procura di Milano mentre incassa una tangente di 15mila euro, è «sodale in forza della frequenza dei contatti e l’opera incessante dei concorrenti diretta a favorire l’aggiudicazione in suo favore di importanti lavori pubblici». E gli altri arrestati, in particolare Frigerio, ma anche Primo Greganti, Angelo Paris e Sergio Cattozzo, si danno un gran da fare discutendo sia a livello «politico-giuridico» sia a «livello di servizi segreti», come si legge nelle carte dell’inchiesta che portano sempre in primo piano la figura di Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde.
GLI AFFARI DELLA MALTAURO
La Maltauro Spa di Vicenza è una delle imprese di costruzioni più importanti in Italia.Il Gruppo, che vanta diverse società collegate, «è attivo nei grandi lavori di ingegneria civile, industriale e infrastrutturale ed è, in Italia, tra le prime trenta imprese Generali di maggior rilievo per fatturato, numero di dipendenti e portafoglio ordini». Nel 2013 ha realizzato volumi per 450 milioni di euro, conta oltre millesettecento addetti e un patrimonio netto di 71 milioni di euro. Dichiara un portafoglio lavori pari a 2,8 miliardi di euro, da realizzare per il 60% in Italia e per il 40% all’estero. Il presidente è Gianfranco Simonetto, che ha dichiarato pochi giorni fa di puntare all’obiettivo dei 527 milioni di euro di fatturato nel 2014. All’estero le principali commesse sono in Qatar, Kenya, Tanzania, Capo Verde e in Libia, mercato in cui il Gruppo storicamente opera.
Maltauro Spa
Del resto Maltauro è quello che paga per ottenere gli appalti. In Lombardia, in Italia, persino in Libia, dove già lo conoscono per aver costruito parte del bunker del defunto dittatore Gheddafi. Scrivono i magistrati che Enrico «fornisce un apporto fondamentale al nucleo associativo mettendosi a completa disposizione del sodalizio e rivolgendosi in modo costante ed esclusivo alle figure agli associati per condizionare le gare di appalto ed ampliare il proprio giro di affari nel settore degli appalti pubblici e versando somme di denaro ai sodali, in alcuni casi anche sotto lo schermo di false consulenze o incarichi professionali». Per questo motivo «attraverso l’accumulo del denaro fornito costantemente dall’imprenditore Maltauro ed in forza dell’attività coordinata dello stesso con gli altri associati, a volte in incontri diretti anche con i pubblici ufficiali titolari delle procedure, l’associazione è in grado di incrementare il proprio potere di influenza e di incidere sull’attività dei pubblici ufficiali di riferimento». Se infatti ci sono le commesse per le strade o i porti, poi la fetta più grossa riguarda Expo 2015.
IL COMANDANTE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Le indagini della procura di Milano sono incominciate nel 2012. E hanno toccato il settore della sanità lombarda. A settembre, il 20, Frigerio, Maltauro e Cattozzo discutono del progetto “Città della Salute” in Lombardia. Secondo gli inquirenti Rognoni, il direttore generale di Infrastrutture Lombarde, fa già parte della «squadra». Non solo. I tre discutono di diverse questioni, anche della aziende statali con cui si può lavorare, come sui porti e sulle varie città dove sono in costruzione opere pubbliche. Devono far partire le operazioni per assicurarsi gli appalti.
Frigerio: Io mercoledì sera faccio l’altro lavoro di copertura politico-giuridica e mi porto a cena Gigi col Comandante della Finanza…
Cattozzo: a quello che voleva Gigi sì certo…
Maltauro: ma che è nuovo, quello?
F: Capolupo (Saverio ndr)Comandante supremo della Guardia di Finanza… nominato a luglio…
M: Sono sempre posizioni delicatine quelle li…
C: quindi mercoledl sei a Roma, tu.. sei a Roma mercoledì per caso?
F: mercoledì… sono a Roma… perché vado a cena con…
M: io mercoledi ci sono di sicuro perché ho una riunione.
F: … di informazioni… perchè il Generale me l’ha fissato me l’han già confermato, il volo… e dovrebbe esserci come terzo Donato Bruno, che è un altro mio amico… Commissione Affari Costituzionali…
Le carte dell’inchiesta
MASSOLO E I SERVIZI SEGRETI
Frigerio, nelle sue lunghe chiacchierate agli atti dell’indagine, parla spesso di servizi segreti. Lo fa anche Primo Greganti, il compagno G, in merito agli appalti per i padiglioni stranieri. Nel dicembre del 2013 il Professore incontra Rognoni. I due parlano delle difficoltà del direttore generale delle Infrastrutture con la nuova giunta Maroni.
Frigerio: Senti volevo dirli due-tre cose rapide poi dopo chiacchieriamo così…ho visto i miei amici dei servizi che ti stimano mollissimo
Rognoni: (ride, ndl)
F:….ritengono che presentando te gli abbiamo fatto un grosso favore…anche Massolo ha detto “no una persona di grande valore, precisa, documentata….ragazzi proteggetelo un po’.. e lui mi ha detto «no noi…» …Mi ha chiamato apposta mi ha detto «mi raccomando intervieni su Maroni perché il Presidente che hai li è unpo’ destabilizzante… ” usando un aggettivo morbido.
R: E però io ho finito … io ho finito.
F: La sondo poi hai finito..è una questione di
R: Darò le dimissioni no no, io do le dimissioni prima…io do le dimissioni…adesso voglio dire mi prendo una pausa di riflessione, ma io anche senza un lavoro Infrastrutture Lombarde la mollo…
F: ehm…lì è pericoloso anche quello lì..perché anche secondo i servizi è uno pericoloso…comunque
R: Maroni…ecco Maroni, quello che potrebbe fare e io mi auguro che lo faccia è di lasciarmi le autostrade..perché se mi lascia continuare a fare le autrostrade