Con Amazon la rivoluzione degli smartphone è completa

Con Amazon la rivoluzione degli smartphone è completa

La crescita della diffusione a livello mondiale degli smartphone ha comportato una corrispondente esplosione dell’e-commerce via mobile. Tra il 2012 e il 2013 la spesa effettuata dagli utenti per acquistare applicazioni su smartphone e tablet è cresciuta del 117%. Ecco perché ha senso che Amazon, leader nel settore del commercio online, abbia deciso di entrare nel mercato degli smartphone. Se l’azienda di Bezos riesce a monitorare l’esperienza mobile degli utenti, avrà maggiori possibilità di indirizzare le scelte dei consumatori verso i propri negozi online. La presentazione di Amazon Fire Phone, avvenuta il 18 giugno, ha messo sul mercato un prodotto che permetterà agli utenti di avere una linea diretta con i contenuti dell’azienda di e-commerce più famosa al mondo. Come mostra il grafico di seguito lo slittamento verso gli acquisti tramite cellulare sta avvenendo in maniera piuttosto rapida. Lo scorso anno infatti gli acquisti effettuati da dispositivi mobili hanno rappresentato il 21 per cento di tutti gli acquisti sui siti di e-commerce.

Se è vero, come sembra, che lo smartphone di Amazon sia interamente votato agli acquisti, con il rilascio di software legati alla produttività, avvenuto negli ultimi anni, siamo di fronte a dei dispositivi completi che possono sostituire in toto i classici personal computer. A tal proposito ci pare interessante proporvi questo articolo tratto dal Mit Technology Review a dimostrazione di come gli smartphone siano divenuti dei dispositivi ibridi utilizzabili a cavallo tra la sfera personale e quella professionale.

In un pomeriggio dello scorso autunno, David Levine ha preso la metropolitana dal suo ufficio nella parte bassa di Manhattan per recarsi a un incontro al Rockefeller Center. Il trentacinquenne CIO dell’impresa di investimenti in startup, Artivest, stava lavorando a un post su un blog in collaborazione con colleghi e freelance di Boston e Creta. Levine ha utilizzato una nuova app di nome Quip per inviare il post dal suo smartphone, mentre il segnale Wi-Fi vacillava al passare del treno attraverso i tunnel. Nonostante ciò, Quip ha permesso al team di apportare modifiche, aggiungere commenti e chattare, il tutto tramite una newsfeed che richiama lo stile di Facebook. Non appena il segnale tornava, l’app sincronizzava i contributi di Levine con quelli di tutti gli altri in maniera tale da assicurare che tutti stessero lavorando alla stessa versione.

Se avessero lavorato con un tradizionale programma di elaborazione delle parole, il processo sarebbe probabilmente stato un miscuglio di e-mail ripescate, inoltri e collage manuali di contributi vari. Invece, «nel tempo impiegato per viaggiare dal mio ufficio all’appuntamento il post era finito», racconta Levine, «e alla fine del meeting era già sul sito».

C’è voluto parecchio tempo perché il software che aiuta le persone a gestire le proprie attività lavorative si adattasse al fatto che sempre più persone operano su tablet e smartphone. Ora, nuove app stanno facilitando la creazione e modifica di documenti in movimento. Nel frattempo, servizi di raccolta file nel cloud, tra cui Box, Dropbox, Google Drive e il OneDrive di Microsoft — i cui costi sono precipitati mentre allo stesso tempo l’uso è aumentato — aiutano a sincronizzare i risultati anche quando utenti multipli stanno lavorando contemporaneamente allo stesso file. Alcuni servizi cloud riescono a farlo separando le entrate che gli utenti scambiano per file unici — paragrafi, parole, persino caratteri individuali — in database facilmente manipolabili. Questo permette loro di tracciare e unire agilmente le modifiche apportate da persone differenti in momenti differenti.

Nel tradizionale mondo dei software per l’elaborazione dei testi, gran parte della conversazione viene persa nelle “note”, nei commenti o nelle e-mail. Le nuove app di gestione dei documenti rilevano il flusso di comunicazioni e lo mettono in pari con l’output nominale del processo. Box Notes, il nuovo servizio di Box per la collaborazione nei documenti, mostra icone avatar sul bordo di sinistra dello schermo, per aggiornare i visitatori delle operazioni compiute dagli altri collaboratori; CloudOn, un servizio mobile di editing per documenti Microsoft Office, mette in vista sia le conversazioni (commenti e messaggi) che i compiti (modifiche, approvazioni, autorizzazioni); Quip, invece, mostra gli aggiornamenti sotto forma di messaggio di testo scorrevoli.

«È come passare davanti alla scrivania di qualcuno e dire “Leggi questo e fammi sapere se ci sono domande”», dice Bret-Taylor, fondatore e CEO di Quip, e un tempo CTO di Facebook. «È un’esperienza molto personale e intima che era andata perduta dai tempi dell’e-mail». Incorporando flussi di messaggi inerenti al lavoro in corso, queste app rispecchiano il fatto che molti degli scambi che avvengono oggi sono brevi, informali e rapidi. «La maggior parte dei giovani fa affidamento su forme brevi di messaggi via mobile e utilizzano le e-mail solamente per comunicazioni più formali”, precisa Taylor.

Per Levine, che è famoso per essere capace di inviare post prima ancora di alzarsi dal letto la mattina, questo sistema di lavoro mobile è molto più consono con il suo stile di vita — a caccia di ogni possibile opportunità per essere produttivi nel corso della giornata. «Mi permette di riuscire in quello che devo fare senza interrompere le mie attività», dice. Anche quando si trova in una galleria della metropolitana.

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