Portineria MilanoL’offerta di Ncd a Renzi: al posto di Lupi uno del Pd

L’offerta di Ncd a Renzi: al posto di Lupi uno del Pd

C’è una proposta di rimpasto sul tavolo di Palazzo Chigi del presidente del Consiglio Matteo Renzi. A formularla è stato il gruppo di Nuovo Centrodestra, dove il leader Angelino Alfano si ritrova sempre più in un cono d’ombra dopo la debacle elettorale alle ultime elezioni e le critiche che gli sono piovute addosso sul di Yara Gambirasio. Lo schema che Ncd avrebbe proposto al premier è questo: chiedere il ministero dell’Istruzione, ora in mano a Scelta Civica, e cedere quello alle Infrastrutture al Partito democratico. È un gioco a incastri che, a quanto pare, soddisferebbe il piccolo partito di ex berlusconiani. E allo stesso tempo potrebbe placare i mal di pancia di quell’ala del Pd che in questi giorni si lamenta del troppo potere degli alfaniani. Soprattutto permetterebbe di non mettere in discussione la casella del ministero dell’Interno dove appunto c’è il sempre più traballante presidente di Ncd. 

Non solo. Lo schema permetterebbe a Maurizio Lupi, attuale inquilino del ministero di Infrastrutture e Trasporti, di andare in Europa dopo l’elezione di fine maggio. È una questione di non poco conto per il politico che vuole diventare sindaco di Milano nel 2016, perché coglierebbe in un colpo solo tre nodi da sciogliere sul tappetto. Il primo riguarda una poltrona ormai diventata «bollente» dopo le inchieste della magistratura sulle grandi opere dell’Expo 2015 e sul Mose di Venezia. Il secondo tocca invece il rilancio di Ncd in Italia e la possibilità di ritrovare un canale di dialogo con l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi: Lupi sarebbe l’unico con cui il leader di Forza Italia si confronterebbe anche perché non avrebbe apprezzato gli attacchi del «traditore» Alfano durante la campagna elettorale. Il terzo è invece uno sgambetto all’ormai rivale interno Roberto Formigoni che non vedrebbe in Europa uno dei “suoi” candidati, ovvero Massimiliano Salini

Il progetto è ancora in fieri. Renzi lo affronterà dopo l’estate. E di sicuro non sarà facile metterlo in pratica. Passa infatti attraverso il siluramento dell’unico ministro del governo in mano a Scelta Civica, il partito di Mario Monti. Le vicende giudiziarie che però circondano l’attuale ministro Stefania Giannini potrebbero agevolare la scelta del premier. Così come la mozione di sfiducia che il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo ha promesso di portare avanti nel caso in cui l’inchiesta della Corte dei Conti sull’Università di Perugia – dove era rettore la Giannini e sotto accusa c’è la sua gestione – dovesse confermare un danno erariale di circa 525mila euro. Al suo posto Ncd ha proposto il nome di Gaetano Quagliariello, ex ministro per le Riforme, stimato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e molto attivo sulla riforma del Senato: averlo intorno al tavolo di Palazzo Chigi forse farebbe comodo allo stesso Renzi. 

Infine il nodo infrastrutture. In un Partito democratico sempre più a trazione renziana ci potrebbe essere spazio per qualche esponente della ditta degli ex Ds. C’è persino chi in queste ore spende il nome di Pierluigi Bersani, ex segretario del Pd. Ma in teoria il nome forte sarebbe quello di Matteo Mauri, attuale tesoriere dei democratici alla Camera, già responsabile nazionale Infrastrutture e Trasporti del Pd durante la Segreteria nazionale di Bersani. Il nome di Mauri potrebbe però creare polemiche. Anche perché è considerato uno dei fedelissimi di Filippo Penati, ex presidente della provincia di Milano, travolto dalle inchieste sulla Serravalle e sull’ex area Falck di Sesto San Giovanni. Per questo c’è anche chi fa il nome di Marco Carrai, storico Richelieu di Renzi, il Gianni Letta dell’attuale premier, presidente della società che gestisce l’areroporto di Firenze e con una certa dimestichezza in grandi opere. 

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