Petrolio italiano, storie di oro nero nostrano

Petrolio italiano, storie di oro nero nostrano

Il petrolio si cerca dal Nord al Sud del nostro Paese. In diverse zone, Adriatico e Basilicata in testa, sono stati attivati veri e propri pozzi di produzione di idrocarburi (qui la nostra infografica). D’altronde, il 19 maggio, Romano Prodi, in una lettera al Messaggero lo aveva detto: «Come i governi precedenti anche l’attuale governo non sa dove trovare i soldi per fare fronte ai suoi molteplici impegni. Eppure una parte modesta ma non trascurabile di questi soldi la può semplicemente trovare scavando – non scherzo – sotto terra»

Così scopriamo, da Il Sole 24 ore, che la Croazia trivellerà il mare Adriatico tra noi e loro, ma il petrolio lo prenderanno loro: 

Ha ringraziato, caldamente, la Croazia. Con anticipo. Trivellerà il mare tra noi e loro. E per tranquillizzarci, visto che siamo così rivoltosi a sfruttare le risorse petrolifere dell’Adriatico, ci darà –promette – dettagliate garanzie sulla tutela ambientale, se non altro. Ma ecco la novità. Le cospicue risorse di petrolio e di gas che circondano il nostro stivale fanno assai gola anche alla Grecia. Che sta mettendo a punto proprio in questi giorni le sue operazioni. Sempre nel Mediterraneo, nell’area meridionale. Stesse modalità: consorzi internazionali. Stesse offerte di collaborazione, visto che siamo così timidi e dubbiosi ma abbiamo comunque due carte da giocare. Possiamo far valere, chissà, qualche diritto per mettere i bastoni tra le ruote altrui. E nel frattempo, abbiamo una buona industria petrolifera che può venire utile. Ecco allora che nelle operazioni croate potrebbe collaborare attivamente la nostra Eni, anche se il suo coinvolgimento è ancora tutto da verificare. Qualche passo in più lo stiamo facendo sulle operazioni greche: la Edison sembra in prima fila. CONTINUA A LEGGERE

Poi si scopre, però, da uno studio della Banca d’Italia, che un’economia come quella lucana riesce a tirare avanti proprio grazie alle trivellazioni tanto contestate. Da Il Quotidiano di Basilicata

… A trainare l’economia lucana ci pensa sempre l’automotive, nel bene e nel male. Gli ultimi ammodernamenti del colosso Fiat, infatti,  hanno ridotto le esportazioni all’estero, che sono addirittura al di sotto della media meridionale. Tuttavia questo è l’unico comparto nel quale compaiono investimenti maggiori sia rispetto ad altri comparti che rispetto allo stesso settore nel resto d’Italia. Altra peculiarità dell’economia lucana a cui, data l’importanza, la Banca d’Italia dedica un particolare approfondimento è il petrolio. L’analisi  non è di tipo causa – effetto, come sottolinea Nicola Curci, del gruppo di ricerca, per cui risulta impossibile verificare il diretto rapporto tra petrolio e occupazione. Tuttavia i dati della Banca d’Italia, di tipo descrittivo, illustrano una situazione tuttalpiù favorevole nelle aree interessate dalle estrazioni (+5,8 per cento degli addetti all’industria e ai servizi) con scarsa incidenza nel resto della regione. CONTINUA A LEGGERE

Ma le trivellazioni hanno come immediato effetto collaterale l’insorgenza della ben nota sindrome NIMBY. Così non mancano le proteste:

MOLFETTA – Domenica 15 giugno a Piazza delle Erbe di Molfetta ci sarà una manifestazione contro le trivellazioni nel mare Adrtiatico (Molfetta compresa). Ecco l’appello di “Rumore collettivo”:

«Dopo il disastro ambientale commesso in Basilicata, le lobby petrolifere puntano a trivellare le coste delle province barese e brindisina. E’ notizia di qualche giorno fa, infatti, dell’istanza presentata da Global Petroleum Limited al governo e alle istituzioni locali per poter procedere alle prime indagini geofisiche nel nostro mare. Tra le città scelte per le indagini vi sono Bari, Giovinazzo e Molfetta. Occorre mobilitarsi contro l’ennesimo stupro del nostro territorio in nome del profitto.

È necessario iniziare a capire perchè è necessario che i cittadini si riapproprino delle tematiche ambientali e della gestione delle risorse naturali. Soprattutto è necessario lottare per un modello di sviluppo sostenibile ed equo». CONTINUA A LEGGERE

E ancora: 

PALERMO – «L’ennesimo regalo ai petrolieri. Crocetta punta al passato e uccide il futuro della Sicilia. Vogliamo vedere questo vergognoso accordo in Aula ed in commissione». Il Movimento 5 stelle denuncia all’Ars il protocollo d’intesa con il quale la Regione dà il via libera ad Assomineraria ed Enimed per nuove trivellazioni on shore ed off shore in Sicilia.

«È l’ennesima retromarcia di Crocetta – affermano i deputati – un atteggiamento, cui,  purtroppo, stiamo facendo il callo. Lo scorso anno il presidente aveva preso l’impegno a contrastare le trivelle, salvo poi smentirsi clamorosamente dopo, con il tentativo di generosi regali ai petrolieri, sotto forma di riduzione delle royalties, che per fortuna non sono arrivati a destinazione solo grazie all’intervento del commissario dello Stato». Proprio per per dire no alle trivelle nei giorni scorsi Il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione all’Ars, a nome di Angela Foti, per impegnare il governo a predisporre tutte le iniziative necessarie alla salvaguardia del territorio. CONTINUA A LEGGERE

In arrivo anche la Rainbow Warrior, nave ammiraglia varata nel 2011, impegnata del tour “Non è un Paese per fossili”. Da Alternativa Sostenibile

Il tour “Non è un Paese per Fossili” vedrà la nave in azione a sostegno della lotta dei cittadini e dei comitati locali che combattono contro le energie fossili – carbone e petrolio – nel nostro Paese. Da Vado Ligure a Saline Ioniche, da Palermo a Brindisi la nostra nave toccherà i luoghi dove si produce energia (o si minaccia di produrla) in modo tanto anacronistico quanto dannoso per l’uomo e l’ambiente e dove i comitati locali da tempo chiedono il passaggio ad energie verdi. CONTINUA A LEGGERE

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