«Una cazzata sesquipedale» Claudio Velardi, ex consigliere politico di Massimo D’Alema, ora renziano di ferro, fondatore del quotidiano online Il Rottamatore, attento conoscitore del giornalismo italiano, si fa una grassa e grossa risata quando gli si domanda dell’editoriale di Ferruccio De Bortoli sul Corriere della Sera di mercoledì 24 settembre. Soprattutto che dietro quel pezzo possano esserci i poteri forti, in particolare Mario Draghi, il capo della Bce. «È una cosa che solo in un Paese di dementi si può pensare, perché non fa i conti con niente».
Come non fa i conti con niente? Anche Dagospia scrive “Draghi verso il Quirinale”
Ma lascia perdere. È una pura e semplice cazzata. Non fa i conti con il Parlamento che deve eleggere il presidente. E non fa i conti soprattutto con Mario Draghi. Ma ti pare che a Draghi importa di fare il presidente della Repubblica di un Paese in declino, che i media in Italia chiaramente stanno alimentando.
Allora come ti spieghi questo editoriale così inedito sul Corriere della Sera?
Il giornalismo in questo editoriale non c’entra niente. Avesse inserito una cosa, un errore che ha fatto Renzi…Non c’è riferimento a niente. È un pamphlet, piccolo e meschino, come il nuovo Corriere…
Che ci sia una frattura tra certi poteri e Renzi pare una cosa abbastanza evidente. L’editoriale lo conferma
Io sono per natura contro ogni forma di complottismo. In Italia non esistono i poteri forti. L’Italia è un Paese debole. Figuriamo se i quattro poteri che ci ritroviamo in casa sono in grado di complottare qualcosa contro qualcuno. Anche il riferimento alla massoneria è una bega da cortile. Sarà qualche spiffero delle procure arrivato a De Bortoli.
Però così sei tu che fai il complottista sulle procure
No, ma che complottista! È tutta robetta. Intendiamoci. L’altra sera ero a piazza Pulita con Alfredo Robledo, magistrato di Milano, che giustamente diceva che le procure devono dare le notizie ai giornali. Il Corriere è stato il primo a usare in maniera scientifica nel 1994 l’avviso di garanzia contro Berlusconi. Al confronto il Fatto Quotidiano è l’asilo infantile delle procure, mentre il Corriere è Harvard.
E quindi come si arriva a questo editoriale?
In maniera molto semplice. I motivi sono due. Il primo è questo.
Vai
Ieri (martedì 23 settembre ndr) era lì nella sua stanza al Corriere e si è fatto questa domanda. Che posso fare per fare notizia che domani mi esce il giornale nuovo? E quindi, per fare un pò di rumore ha deciso di attaccare Renzi. Il mondo del giornalismo funziona così. Spariamo a zero su Renzi che almeno se ne parla.
Il secondo?
L’altra domanda che si è fatto è: io, Ferruccio De Bortoli che devo fare nella vita?
Gli mancano ancora sei mesi di direzione
Appunto. Da qui ad aprile 2015 deve gestire una transizione che neppure in Unione Sovietica si gestiva così. Mi ricorda Cernienko, in questo posto pazzesco che è il Corriere della Sera. Sarà preoccupato per quello che farà da grande. Il massimo che potrà fare è sostituire Paolo Mieli a Ballarò, come commentatore.
C’è chi sostiene voglia scendere in politica
E con chi scende in politica, con il centrosinistra?! Dopo aver attaccato Renzi?
Magari con Corrado Passera?
Di sicuro hanno 8 voti garantiti. Il discorso è un altro.
Ovvero?
De Bortoli si prepara a quando sarà sostituito da un candidato più gradito alla Fiat e meno critico nei confronti di Renzi. Vuole passare da martire del renzismo, come fece un’altra volta con Berlusconi, quando se ne andò via la prima volta dal Corriere. È una cosa normale che faremmo anche io e te, perché siamo esseri umani.
Insomma tu non vuoi sapere cosa c’è dentro il patto del Nazareno?
Anche questa è un’altra frescaccia micidiale inventata dal Fatto Quotidiano, già questo dovrebbe essere una garanzia dell’inesistenza del Patto del Nazareno. Non c’è niente in questo patto. Renzi ha sfanculato tutti, ha conquistato il partito, ha preso il governo. Berlusconi è un uomo intelligente con un partito al 15% e giustamente gli va dietro.
Si va a elezioni anticipate?
Non credo, la minoranza del Pd rientrerà come ha sempre fatto, solo che adesso al posto di Corradino Mineo è tornato Pier Luigi Bersani, ma non cambierà niente. Faranno un po’ di scena. Annunciano il referendum (sull’articolo 18, ndr) ma sanno che non possono.
Chi farà il presidente della Repubblica al posto di Giorgio Napolitano?
Di sicuro con il ritorno della politica e dopo Napolitano il presidente della Repubblica tornerà a essere quello di una volta, un semplice passacarte. Si fa il nome della Pinotti.
Ma è poco conosciuta
Appunto, è perfetta.