La Cina è vicina, ma non ancora abbastanza. Avranno pensato questo gli studiosi che stanno progettando ben due vie per unire Pechino agli Usa. La prima, quella più banale, passa via terra. È un supertreno veloce che in 13mila chilometri attraversa la Siberia, l’Alaska e il Canada. Robetta.
Quella più visionaria, invece, passa sott’acqua, ed è un sottomarino supersonico che collegherebbe Shanghai a San Francisco (che sono solo 9.650 km) in poco più di un’ora. La velocità media sarebbe di 5.300 km/h. Non proprio poco. Come raccontano qui, per realizzare questo folle ma simpatico progetto gli studiosi cinesi si baserebbero sull’evoluzione di una tecnologia inventata nella Russia sovietica: la supercavitazione (per chi non lo sapesse, cioè quasi tutti, si tratta di una “tecnica di propulsione sottomarina che permette a un oggetto di generare un gas caldo in grado di vaporizzare l’acqua circostante; il gas avvolge l’oggetto in questione e riduce l’attrito dell’acqua”, spiega Wikipedia. Non si capisce perché non preferiscano volare, dal momento che l’attrito in acqua è circa mille volte più grande che nell’aria. Ma pare che non serva).
Il progetto ha: un nome, Ghost; alcuni ricercatori che ci lavorano (dell’Harbin Institute of Technology); un entusiasta sostenitore, come il professor Li Fengchen: “Il progetto è innovativo. Grazie alle nuove scoperte abbiamo potuto progettare un sistema per raggiungere i 5.300 km all’ora. Può essere utile per scopi militari, ma anche civili”, ha detto.
Ovviamente non è così semplice: prima di tutto, questa tecnologia produce un rumore altissimo. Poi, quando è in funzione, è poco governabile: l’oceano non è vuoto, presenta numerosi ostacoli ed è scosso da correnti in movimento; infine, è molto cara. È difficile immaginare qualcuno disposto a sborsare migliaia di dollari, o di youan, per un viaggetto di un’ora da Shanghai a New York. Ma la corsa della Cina all’Occidente passa anche di qui. Cioè, sott’acqua.