La tecnologia non è mai neutra: ogni nuovo strumento a disposizione dell’essere umano implica una scelta che prima non era possibile, o che era formulata in altri termini. Ad esempio i droni. La parola è quasi sempre associata a scenari di guerra o di sorveglianza. Eppure possono essere utilizzati anche per scopi pacifici e benefici. Ne elenchiamo, di seguito, almeno tre. Ce ne sarebbe anche un quarto, ma lo trovate qui.
Per esplorare luoghi inaccessibili
Lo fanno in Perù. Alcuni archeologi utilizzano droni-elicotteri per mappare i siti a rischio. Ci sono anche alcune aree, soprattutto sulle Ande o nella foresta amazzonica, che non sono ancora state esplorate o studiate proprio perché difficili da raggiungere. I droni servono proprio a questo, minimizzando anche i rischi per gli esploratori (malattie, animali, difficoltà di orientamento). Una versione di questa modalità è quella dei cercatori d’oro dello Yukon (ci sono ancora!), che impiegano droni per esplorazioni subacquee.
Per proteggere gli animali in pericolo
Li usano per la sorveglianza sugli esseri umani, ma si possono impiegare anche per difendere gli animali. Il Wwf, almeno, la pensa così e ha lanciato un programma apposta. I droni sarebbero impiegati per controllare un’area vasta e comunicare informazioni ai ranger per impedire ai bracconieri di uccidere gli animali.
Assistenza alle popolazioni colpite da calamità
Colpiti da un terremoto o da un’alluvione, ci sono città e villaggi che restano isolati. I droni possono essere impiegati per il trasporto di beni di prima necessità: medicine, acqua e cibo. Un utilizzo umanitario (almeno quello).