Uno sguardo sulla moda: il nostro collaboratore Cristiano Bosco ha indossato i panni per lui insoliti del cronista di fashion (senza perdere la penna), e ha intervistato Jessica Minh Anh, modella e, da poco, organizzatrice di sfilate più che insolite.
Che cosa hanno in comune tra loro l’antico Tower Bridge di Londra e il One World Trade Center di New York City appena inaugurato, le Petronas Twin Towers di Kuala Lumpur e il Grand Canyon americano, la Tour Eiffel di Parigi e i Gardens By The Bay di Singapore? Apparentemente, ben poco, quasi nulla. Se non il fatto di essere tutti, nessuno escluso, luoghi unici della Terra, eccezionali, famosissimi a tutte le latitudini. Ad accomunare queste meraviglie del mondo – e molte altre ancora – c’è però un ulteriore elemento: nel recente passato, sono state tutte quante teatro di originali iniziative da parte di Jessica Minh Anh, fondatrice della J Model Management, stella emergente del fashion business mondiale, salita agli onori delle cronache internazionali perché capace di trasformare alcune delle più celebri location dei cinque continenti in esclusive passerelle.
Il canale specializzato FashionTV l’ha definita “Global Fashion Sensation”, e anche chi non è addetto ai lavori o esperto conoscitore del settore non fatica a comprendere il perché. Jessica Minh Anh non è solo una modella, non è solo una organizzatrice di fashion show, non è solo un’imprenditrice. Riesce a essere tutte e tre le cose assieme, e ha creato uno stile tutto suo, riconoscibile, inconfondibile, difficilmente imitabile: quello di affiancare prestigiose sfilate ed esclusivi show a luoghi che, solitamente, non vengono identificati con la moda, o che spesso sono quanto di più lontano dal concetto stesso di “fashion” possa esistere. “I miei eventi sono non convenzionali, se paragonati ai consueti fashion show”, afferma a Linkiesta Jessica Minh Anh, nel corso della sua recente visita in Italia alla ricerca di papabili sedi per futuri progetti. “Non si tratta di semplici sfilate, dove la moda è di solito l’unica protagonista. Non ci sono solo i vestiti di stilisti famosi: qui anche l’arte e l’architettura recitano un ruolo importantissimo, perché gli show si tengono nelle più iconiche e straordinarie location del mondo. C’è dunque un insieme di fattori che, all’insegna della bellezza, si combinano tra loro, rendendo il tutto più interessante”.
Nella sua breve parentesi italiana, Jessica è reduce dalla sua più recente fatica, il “J Autumn Fashion Show 2014”. Un appuntamento che, lo scorso 31 ottobre, ha visto la Tour Eiffel prestarsi, per la prima volta nella sua lunga storia, alla funzione di passerella di moda, su un pavimento di vetro, con vista sul Trocadero e sugli Champs de Mars. Un evento epocale, una nuova tappa del tour mondiale di luoghi unici per Jessica Minh Anh. Ma la presenza di monumenti, panorami mozzafiato e posti spettacolari, uniti all’aspetto della moda, vuole forse suggerire che il concetto di “sfilata” e di “fashion show”, da solo, non sia più abbastanza, per il pubblico? “Proprio così”, risponde candidamente. “Se provi a invitare i media a un normale fashion show, immediatamente penseranno a qualcosa di noioso, di già visto. Per lungo tempo ho partecipato alle fashion week di Londra e Parigi, e ogni volta, anno dopo anno, ti aspetti sempre le stesse cose. Si svolgono sempre in hotel, o comunque in luoghi chiusi, con pareti bianche e soffitti bianchi, e l’unica cosa che accade sono modelle che camminano avanti e indietro. La mia idea di moda è piuttosto differente”. La risposta, conseguente, è “Not the usual fashion show”. Ovvero, non il solito fashion show. “I miei eventi riguardano la moda, l’architettura, l’arte, la cultura, e si svolgono nelle più attrattive destinazioni turistiche del mondo. Agli show non si presenta solo la stampa specializzata in moda, lifestyle e bellezza. C’è anche quella dedicata a viaggi e turismo. Non è solo fashion, non è solo il luogo. Ma la combinazione tra moda, scenari, architettura e differenti culture”.
Sulle passerelle dall’età di quindici anni, Jessica Minh Anh ha voluto fin da subito fare qualcosa in più, di diverso rispetto alla concorrenza, per non restare intrappolata nei percorsi incerti della vita della modella. “Sono sempre stata più orientata verso l’aspetto delle pubbliche relazioni e della comunicazione. Quella della modella è una carriera poco stabile: la maggior parte di loro deve condurre una vita davvero difficile. La concorrenza è tantissima e agguerrita, c’è molta competizione e si è messe continuamente in discussione, bisogna sottostare a ripetuti casting. È un lavoro che non dà grandi certezze, perché non sai mai cosa farai il giorno seguente. Molte cercano un’occupazione diversa per il dopo”.
Dallo storico esordio del 2011 sul London Tower Bridge fino ai giorni nostri, l’attività della avvenente Jessica si è intensificata, arrivando al ritmo di tre grandi eventi l’anno, in differenti fusi orari, ciascuno dei quali richiede circa 2-3 mesi di preparazione.
La sua è quasi una vocazione. “Ho cominciato con questo lavoro immediatamente dopo la laurea, aprendo la mia compagnia. Lavorare nel settore degli eventi è stata sempre la mia passione: già da studente, organizzavo iniziative legate alla musica, all’intrattenimento, al ballo, con migliaia di partecipanti. Così, ho voluto mettere a frutto le mie capacità, unendo fashion, arte e musica”, afferma. Poi sono arrivati i primi successi londinesi, quindi nel mondo. Finanche, lo scorso maggio, prima ancora della sua inaugurazione, al 63esimo piano della nuova “Freedom Tower” di Manhattan, che ha preso il posto delle Torri Gemelle. “L’evento in cima al One World Trade Center è stato qualcosa di speciale, di cui vado molto orgogliosa”, rivela. “Abbiamo avuto il permesso esclusivo per dare vita al primo evento organizzato nella nuova torre, e non riuscirei a immaginare un posto migliore per celebrare positività e talento”.
Nata a Hanoi, in Vietnam, è cresciuta a Mosca, in Russia, ha studiato a Kuala Lumpur, in Malesia, ha conseguito la laurea con master in Marketing and Communication alla University of Birmingham, in Gran Bretagna, e infine si è trasferita a Parigi, Francia, dove risiede attualmente. Una cittadina del mondo, elemento che si riflette anche nella sua attività. “Negli anni ho viaggiato moltissimo, e mi sono sempre sentita una ’straniera’ nei luoghi dove mi trovavo. Questo è servito anche a darmi energia, per dimostrare di valere, e di sapere fare qualcosa. Non ti aspetti di essere la prima persona a organizzare uno show come il mio nel paese che ti ospita. Ce l’ho fatta, e questo mi ha fatto sentire forte e mi ha dato sicurezza”.
Al suo elenco di successi e conquiste, tuttavia, manca ancora l’Italia. Almeno per ora. Perché in buona parte, questa assenza pare non essere dovuta a mancanze della modella-imprenditrice-organizzatrice, ma alla presenza di elementi immancabili e tipici del Made in Italy quali ostacoli burocratici e lungaggini autorizzative. “Sono già stata in Italia in diverse occasioni, due volte nel corso dell’ultimo anno. Mi piace molto, è da sempre uno dei miei interessi più grandi”, rivela. “Purtroppo, sembra che le cose funzionino un po’ più lentamente rispetto ad altri paesi, e ciò crea un po’ di difficoltà a organizzare le cose”.
I possibili luoghi per nuovi e inediti fashion show, tuttavia, non mancherebbero, da Roma a Venezia, passando per Firenze e Milano. E ciò potrebbe accadere molto presto. “Sto prendendo in considerazione alcune location molto avvincenti, all’altezza delle precedenti esperienze. Prevedo di dare vita a quattro show, in Italia. Di solito ne tengo tre l’anno, ma per il vostro paese potrei fare un’eccezione”.
E poi, cosa c’è nel futuro di Jessica Minh Anh? “Voglio proseguire questo percorso. Nei riguardi delle passerelle che entrano nella storia ho sviluppato una sorta di dipendenza. È entusiasmante poter dare il proprio contributo al mondo dell’arte, dell’architettura e del fashion in questo modo, spero di poter lavorare anche al fianco di architetti e costruttori, per creare show unici e originali”, dichiara ancora. “Viaggio costantemente con una cartina del mondo, e una mappa del clima: con questo ritmo, tra qualche anno temo di esaurire le location per le passerelle”, aggiunge sorridendo. Ben consapevole che, ovunque, saranno sempre di più i luoghi che potranno, e vorranno, ospitare i suoi fashion show fuori dall’ordinario.