Giornalismo, la fabbrica delle star

Giornalismo, la fabbrica delle star

Li vediamo seduti sulle poltrone dei talk show come opinionisti. Spostarsi per una “ospitata” da un canale all’altro. Collegarsi in video per presentare un libro o uno spettacolo. I giornalisti sono usciti dai giornali e hanno invaso i programmi televisivi, gli scaffali delle librerie, i cartelloni dei teatri. A Milano esiste l’unica agenzia specializzata nella loro gestione. Si chiama Visverbi ed è nata proprio per fare da “agente” ai giornalisti: curano i contratti, contattano le trasmissioni e le reti televisive, danno consigli su quando è il momento giusto per andare in tv e quando invece è il caso di scrivere un libro. Tra i clienti di Visverbi ci sono e ci sono stati nomi (e volti) del calibro di Antonello Piroso, Paolo Mieli, Mia Ceran, Giuseppe Cruciani, David Parenzo, Selvaggia Lucarelli, Filippo Facci (che non fa più parte della scuderia da tempo, precisa) e Andrea Scanzi. Sì, l’onnipresente Scanzi. Se il giornalista del Fatto Quotidiano viene interpellato sul piccolo schermo dalla politica fino alla nazionale di calcio, è anche “colpa” loro.

In una bella palazzina a ringhiera di Corso Garibaldi, nel centro di Milano, lavorano Barbara Castorina e Valentina Fontana, che ha preso il posto dell’altra fondatrice dell’agenzia, Camilla Buzzi. Barbara Castorina non è nuova di questo mondo. Prima di fondare Visverbi a fine 2011, lavorava alla ITC 2000 di Beppe Caschetto. Un nome che ai più può non dire nulla, ma si tratta uno dei più grandi agenti di cantanti, attori e ballerine, che per primo ebbe l’intuizione di gestire anche le carriere dei giornalisti, da Roberto Saviano a Luca Telese, da Daria Bignardi a Giovanni Floris. 

“La crisi ha reso le persone più curiose. C’era bisogno di una maggiore presenza di giornalisti in tv. E poi ogni categoria ha bisogno di qualcuno che gli curi gli interessi economici”

Uscita da ITC, Barbara si è fatta la sua agenzia, quella che oggi è considerata la fabbrica delle star del giornalismo italiano. «Mi ero resa conto che la televisione aveva perso contenuti», racconta Barbara Castorina nel suo studio. «La crisi ha reso le persone più curiose. C’era bisogno di più informazione, di una maggiore presenza di giornalisti in tv». D’altronde, aggiunge, «qualsiasi categoria ha bisogno di qualcuno che gli curi gli interessi economici». E mentre i palinsensti esplodono di talk show, arene e opinionisti, essere invitati in un programma televisivo diventa importante per affermarsi come giornalista. A Visverbi hanno fiutato il business: anche con i giornalisti si possono fare soldi.

Tra i primi a far parte della squadra, Andrea Vianello, Sebastiano Barisoni e il duo de La Zanzara di Radio 24, Giuseppe Cruciani e David Parenzo, poi passati anche a far coppia in teatro e in tv con Radio Belva su Rete 4, il programma sospeso dopo una sola puntata per eccessiva volgarità, oltre che per gli ascolti che a stento superavano il 2% di share. In quel caso, Visverbi trattò con la rete televisiva per gestire l’uscita dei due giornalisti nel migliore dei modi.

(Giuseppe Cruciani/Foto Visverbi)

Nel bouquet dell’agenzia c’è anche Andrea Scanzi, onnipresente giornalista grillino o grillologo interpellato su ogni canale tv a dire la sua, con un curriculum che vanta anche diversi libri e due spettacoli teatrali. «Quando Scanzi arrivò da noi era uno che andava già in tv ma aveva bisogno di trovare un percorso suo», racconta Castorina. «Per prima cosa gli abbiamo detto di non andare più in tv per un certo periodo. Poi ho insistito perché scrivesse il libro sui 40enni. Dopo di che La3 gli ha chiesto di fare il programma Reputescion». Poi è arrivato «il contratto con Otto e mezzo di La7 per delle presenze fisse, più o meno ogni due settimane, e le richieste per le presenze programmate nei programmi di calcio». Tra cui anche Tiki Taka, talk calcistico di Italia 1 condotto da Pierluigi Pardo, altro nome della squadra di Visverbi. Per queste apparizioni televisive “a pacchetti”, tra l’altro, l’agenzia è stata molto criticata, soprattutto dopo che nella prima stagione di Reputescion alcuni degli ospiti di Scanzi portavano il marchio Visverbi. Tanto che Antonello Piroso scrisse a Dagospia per negare l’appartenenza all’agenzia, ma la sua foto compare ancora tra i giornalisti scritturati da Visverbi. 

Fino a poco tempo fa nel gruppo c’era pure Selvaggia Lucarelli, blogger e firma del quotidiano Libero. «Abbiamo molto insistito perché scrivesse il suo secondo libro», raccontano Castorina e Fontana. «Le abbiamo consigliato di concentrarsi più sui social, meno sulla tv, e ha funzionato. Per ogni cosa che posta ci sono migliaia di like. Poi ha capito che voleva intraprendere un’altra strada e se n’è andata». Sul sito di Visverbi i nomi dei giornalisti sotto contratto sono 24, ma ci sono «molti altri “clienti” che però preferiscono non comparire». 

Le trasmissioni tv contattano Visverbi, e Visverbi contatta le trasmissioni tv. Discutono contratti e compensi economici. Tanti nell’agenzia hanno un passato come agenti di comici, attori e starlette. Ma con i giornalisti è diverso, ci tengono tutti a sottolineare. Anzitutto non amano essere definiti “agenti”, «meglio facilitatori», dice Barbara Castorina. «Siamo diversi dagli agenti delle star. Abbiamo a che fare con giornalisti, insomma, non ci chiamano per decidere ogni cosa». Quello che fanno, Valentina Fontana lo definisce «un lavoro sui contenuti». Un lavoro «a sé per ogni giornalista, in base ai contenuti che la persona può offrire, con un team che valuta le capacità del giornalista, cerca di migliorarle laddove serve, e analizza in quale ruolo quel professionista può stare in tv, come conduttore o come opinionista. Si parte comunque sempre da una base di contenuti, se vai in radio o in tv devi avere qualcosa da dire. Noi cerchiamo di far sì che questi contenuti siano ben veicolati in base alle particolarità del giornalista. Non si lavora sulle singole ospitate, ma su un percorso di crescita professionale della persona». Non danno consigli sul look – «non siamo personal stylist», dicono – ma un grande marchio di moda li ha contattati per vestire un nome della squadra.

Le trasmissioni tv contattano Visverbi, e Visverbi contatta le trasmissioni tv. Discutono contratti e compensi economici. Tanti nell’agenzia hanno un passato come agenti di comici, attori e starlette

E c’è anche qualcuno a cui hanno detto no. «Non promettiamo la notorietà in poco tempo senza lavoro come qualcuno pensa di poter fare», dicono. «Non siamo gli agenti delle vallette, se vai in tv è perché hai qualcosa da dire». Un esempio ce lo fa Matteo Montanaro, che a Visverbi segue i rapporti con la stampa e le notizie giornaliere per “piazzare” i clienti nel posto giusto al momento giusto: «Se uno ha scritto un’inchiesta su una cosa, io telefono al programma dicendo: “Quando fai una trasmissione su questo argomento, ricordati che puoi invitare lui”. Non offriamo solo una testa ma un punto di vista».

Ma non c’è solo la tv nel lavoro di Visverbi. «Facciamo da consulenti a tutto tondo», racconta Barbara Castorina. «Si sono rivolte a noi firme note del giornalismo italiano per capire come muoversi con i vari mezzi oggi a disposizione. Il giornalista non è più quello che scrive e usa solo un canale, bisogna stare su diversi canali. Noi consigliamo qual è il mezzo attraverso il quale valorizzare al meglio il proprio lavoro, che non è per forza la tv: può essere anche un blog, la radio e i social. Qualcuno è venuto qui anche per chiederci una formazione specifica su come usare Facebook e Twitter».

La percentuale che entra nelle casse di Visverbi dipende dal progetto, dal 10 al 20 per cento. Ma ci sono anche casi in cui l’agenzia prende una quota fissa. Visverbi non viene solo chiamata per le ospitate in tv, ma anche per fiere e convegni. Quando serve un giornalista, loro propongono quello più adatto della squadra. E se fai notare che spesso i giornalisti più bravi non li vedi in tv, loro ti rispondono: «Dipende dagli obiettivi, non tutti vogliono andare in tv. L’obiettivo è anche quello di avvicinare il mondo del giornalismo al mondo vero e proprio. Spesso i giornalisti se la cantano e se la suonano da soli, ma se chiedi per strada chi sono i direttori dei principali giornali la maggior parte della gente non sa chi sono». Non se sono passati da Visverbi.  

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