A Montecitorio lo hanno già ribattezzato il “derby della Mole”, quella Antonelliana. A contendersi la partita sono un tifosissimo della Juventus e uno del Torino, entrambi esponenti del Partito democratico. È una gara suggestiva quella che – almeno stando alle voci raccolte in Parlamento – ha iniziato a delinearsi nella corsa al Quirinale. Il granata Sergio Chiamparino contro il bianconero Piero Fassino. Il presidente della regione Piemonte contro il sindaco di Torino.
Ovviamente non sono gli unici nomi in lizza. Resta insistente la pista che porta a Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Nelle ore che precedono il primo scrutinio per il Quirinale restano valide anche le candidature di Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Due papabili presidenti che Matteo Renzi avrebbe iniziato a proporre informalmente ai suoi per valutare le reazioni del partito. Ma a catturare l’interesse di tanti osservatori è proprio il derby torinese. Entrambi con un passato nel Pci e poi nei Ds, Chiamparino e Fassino al momento rappresentano quello che secondo Renzi è la «svolta della sinistra italiana dopo la vittoria alle primarie del 2013». Da sempre vicini alla ditta di Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani, infatti, negli ultimi anni hanno sposato entrambi la causa del rottamatore. Chi prima, chi dopo.
Chiamparino è stato l’apripista. “Renziano della prima ora”, è stato uno dei protagonisti della seconda Leopolda. Lo sponsor politico del giovane rottamatore. Lo scorso autunno, un po’ a sorpresa, i rapporti con il premier si sono improvvisamente raffreddati. Conseguenza diretta dei tagli alle Regioni decisi da Palazzo Chigi. Ma le relazioni tra i due continuano ad essere buone, assicurano i pontieri. Anche se forse non abbastanza. Al momento le quotazioni danno in netto vantaggio Fassino (atteso domani a Roma per un incontro con il premier). Non solo perché il primo cittadino torinese starebbe facendo il giro delle sette chiese per portare avanti la sua candidatura, ma soprattutto perché, raccontano i maligni, ai democratici piemontesi non dispiacerebbe mandarlo a Roma.
Anche il nome di Fassino sarebbe già stato presentato informalmente a diversi esponenti dem. Una sorta di sondaggio interno che Matteo Renzi ha avviato per testare la tenuta del gruppo parlamentare democrat. Nel frattempo l’Italia riscopre l’importanza del territorio. Il prossimo week end potrebbe definitivamente inaugurare «la stagione dei sindaci». Dopo Renzi a Palazzo Chigi, un primo cittadino al Quirinale. Magari lo stesso Fassino che nel luglio 2013 è diventato presidente dell’associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci).
Intanto un dettaglio dopo l’altro prende corpo l’identikit del nuovo capo dello Stato. Nelle ultime ore si è fatta largo l’ipotesi che al Quirinale salirà un politico. I tecnici non sono graditi a Silvio Berlusconi, titolare del Patto del Nazareno insieme con Matteo Renzi (l’atteso faccia a faccia tra i due è stato posticipato a mercoledì 28 gennaio). Conseguentemente continuano a diminuire le possibilità del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il successore di Giorgio Napolitano arriverà dunque da Torino? Intanto in sostegno del presidente della regione Piemonte è arrivato nelle ultime ore l’endorsement dell’editorialista del Corriere Ernesto Galli della Loggia. «Vedo un solo nome che potrebbe andare bene a Renzi e in fondo a tutto il Pd e Sel e al centro senza dispiacere troppo a Berlusconi: Chiamparino».