«Nessuno è più maleducato dei bambini italiani»

«Nessuno è più maleducato dei bambini italiani»

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Negli Usa vige il rispetto per tutte le religioni

Si è criticata la decisione di parecchi giornali statunitensi di non pubblicare le vignette di Charlie Hebdo attribuendola a una questione di bon ton o di correttezza politica. Invece credo che dipenda anche da un principio di rispetto per tutte le religioni che permea lo spirito pubblico negli Stati Uniti. Tale spirito può far adottare comportamenti convenzionali ma risponde, secondo me, ad un principio di salvaguardia delle credenze che appartiene alla tradizione occidentale di tolleranza e di rispetto reciproco tra i popoli. È il vilipendio della religione altrui che non appartiene del tutto alla tradizione occidentale mentre è tipico dei fondamentalismi. Certo, il filone del pensiero occidentale nel quale rientra anche la critica della religione (quello che per intenderci risale al Gargantua e Pantagruel) ha anch’esso diritto di cittadinanza. Esso può (e deve) manifestarsi fino a quando non lede la dignità degli altri uomini e degli altri popoli. Resta però che la tradizione occidentale è fatta soprattutto di tolleranza e di rispetto nei confronti degli altri.

Franco Pelella, [email protected], Repubblica 17 gennaio

Caro Francesco, le mani non si alzano mai sugli altri

Anni e anni spesi da educatore a cercare di comunicare ai ragazzi più difficili che non esiste al mondo un motivo per alzare le mani, che fare a botte è misura della nostra fragilità e segno che siamo i primi a credere alle parole di chi offende noi e/o le persone che ci sono più care (financo la mamma….) e poi, con una battuta, papa Francesco sferra un «pugno» alle mie convinzioni pedagogiche. Pur essendo un maschietto, non ho mai fatto a botte e continuo a pensare che alzare le mani manifesti solo che ci mancano le parole o che prendiamo sul serio chi vuol farci del male o provocarci. Riuscendoci in tal caso benissimo.

Stefano Dommi, Firenze, Repubblica 17 gennaio

Il Papa e la mamma? Simpatico e geniale

Il gesto simpatico e le parole di Papa Francesco riguardo la difesa delle mamme, ha scatenato reazioni esagerate e scomposte. Non dimentichiamoci che lo stesso Gesù cacciò dal tempio i farisei usando le mani e con cattive parole. Sono d’accordo con chi sostiene che l’immagine di Bergoglio, riguardo la mamma, è geniale e rimanda a una sacralità intima valida sul piano umano per tutti, credenti e atei, senza che nessuno possa scandalizzarsi. In sintesi, il messaggio del Papa è chiaro e diretto, pronunciato in modo simpatico, ma non per riuscire simpatico.  

Adelio Panero, Cherasco, La Stampa

Mondadori addio, d’ora in poi andrò alla Hoepli

Dieci centesimi di euro sono una sciocchezza soprattutto per uno come me che stava acquistando libri per 53 euro. Ma non mi va che mi siano, in pratica, estorti. Ieri, venerdì 16 gennaio, nello store della Mondadori di piazza Duomo ho fatto, come purtroppo spesso mi capita, incetta di novità librarie. Presentandomi alla cassa, ho pagato il conto. Per tenere assieme i vari libri, ho chiesto una busta. Mi è stata data una busta di carta con, su entrambi i lati, l’enorme logo della Mondadori per cui, tornando a casa, ho fatto, a titolo gratuito, l’uomo sandwich della casa editrice. La busta di carta c’era ma, per averla, dovevo tirar fuori altri 10 centesimi. Ho vissuto questa sgarbata pretesa come uno schiaffo, sia pure simbolico, è ovvio. Ho fatto presente al cassiere che, per una spesa di 53 euro, fatta senza chiedere alcun sconto (peraltro legittimo perché previsto automaticamente) per il solo fatto che mi scoccia riempire il portafoglio di varie carte fedeltà, la busta di carta me la sarei meritata. Il giovane cassiere, molto cortese, peraltro mi ha detto: “Lo chieda a chi sta sopra di me”. Che starà anche sopra ma, evidentemente, non è molto introdotto nelle leggi del marketing e della costumer satisfaction. Si potrebbe dare la busta di carta gratis almeno sopra una certa cifra di acquisti. Chessò 20 euro. Ma negarla è un’arrogante sciocchezza. La mia conclusione l’ho già tratta: la prossima volta, andrò a rifornirmi di libri alla libreria Hoepli di via Hoepli, a due passi, che è molto più fornita, ha personale specializzato e dà gratis il sacchetto ai suoi clienti.

Fabrizio Saccomani, ItaliaOggi, 17 gennaio

Napolitano a casa, tutti contenti

Giorgio Napolitano ha dichiarato di essere contento di tornare a casa. Mai come noi, presidente.

Gianfranco Belisari, Buccinasco (Mi), Il Giornale, 17 gennaio

Via il fumo nei film. E perché non anche gli omicidi?

Ha fatto molto discutere la proposta di Beatrice Lorenzin di vietare che nei film si vedano fumare i personaggi in quanto, soprattutto i giovani, potrebbero cominciare a farlo per emulazione. Si dovrebbero allora vietare sparatorie, risse e violenze per non istigare gli spettatori. Il problema del fumo è certamente grave: sarebbe meglio tentare di risolverlo con una seria campagna di informazione (soprattutto nelle scuole).

Mauro Chiostri, [email protected], Corriere della Sera, 17 gennaio

La grande mostra ignota persino alla cassa

Caro Augias, sono andato mercoledì scorso al Palazzo Barberini per vedere la mostra su Daniele da Volterra. Il suo giornale ne ha parlato, e anche il TG3 regionale. Mi avvicino alla cassa e dico che mi interessa la mostra di da Volterra. La cassiera non sa di che cosa stia parlando. Le dico che c’era un articolo su Repubblica una notizia al TG3, e anche un piccolo cartello là fuori che indica la mostra. Mi dice che c’era “ieri”. Ho pensato che fosse l’inaugurazione, poi di essermi sbagliato perché se la cassiera mi informa che la mostra era ieri, poi però penso anche che è un po’ strana una mostra che dura solo un giorno. Mi fa il biglietto, entro e a circa 20 metri dalla postazione, vedo la mostra su da Volterra! Approfitto del magnifico palazzo ammiro i quadri di Tiziano, Tintoretto, Canaletto, ecc. Vedo anche alcuni custodi che custodiscono poco, chini sul cellulare. Non oso pensare a che succederebbe se qualcuno volesse attentare a una tela. Quando esco, rivedo la cassiera e le dico che la mostra si trova a 20 metri da lei. Mi guarda, un po’ “offesa” per la mia (diplomatica tra l’altro) osservazione, e replica: «Sono rientrata da una settimana e nessuno me l’ha detto»!

Ma come è possibile, la mostra sta accanto alla cassa e lei non lo sa? Ministro Franceschini s’affretti con questi manager stranieri.

Mario Rimati, [email protected], la Repubblica, 18 gennaio

Il flop generazionale dei baby boomers

È sconfortante dover constatare che fra gli uomini politici italiani che appartengono alla generazione dei baby boomers, cioè i nati fra il 1945 e il 1964, il solo Massimo D’Alema (1949), è riuscito a ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio. È come se una sorta di debolezza abbia impedito alla generazione più numerosa della storia di conquistare, almeno in Italia, la leadership del governo. È forse per questa debolezza che l’intera classe dirigente del Pd è stata spazzata via dal ciclone Renzi (1975) e che Fini (1952) e Casini (1955) non sono riusciti a scalzare Berlusconi (1936) dalla guida del centro-destra?

Dario Maestrone, [email protected], la Repubblica, 18 gennaio

Nessuno più maleducato dei bambini d’Italia

Rispondo alla lettera della Signora Francesca (“Un sorriso ai bambini vivaci” su Repubblica di ieri). Qualche anno fa fu fatto un sondaggio fra gli assistenti di volo di diverse compagnie europee. Fra le varie domande una era: «Di che nazionalità sono i bambini più maleducati?». Indovini quale fu la risposta. È per questo che sul volo da lei menzionato le hanno fatto i complimenti, semplicemente perché le aspettative dell’equipaggio erano ben diverse (in peggio) della situazione che poi si è verificata. Dispiace dirlo, ma anche in questo campo deteniamo un primato di cui non andare fieri.

Comandante Gaetano Marabello, [email protected], la Repubblica, 18 gennaio

Greta e Vanessa: lo Stato ha sbagliato facendole partire

A proposito della liberazione delle due ragazze, Greta e Vanessa, vorrei evidenziare che il problema non è l’intervento del governo per la liberazione (certamente dovuto) e il probabile riscatto, ma il mancato intervento dello Stato stesso nel momento in cui le due ragazze sono partite. Occorre regolamentare le partenze in luoghi ad altissimo rischio (non si possono lasciare alle iniziative umanitarie dei privati o delle Onlus) e bisogna sottoporle a preventiva autorizzazione: solo in questo caso lo Stato si dovrebbe fare carico della protezione, e in caso di rapimenti — quindi di mancata protezione — dovrà intervenire pagando anche l’eventuale riscatto.

Salvatore Pisano, [email protected], Corriere della Sera, 18 gennaio

Sfratti: i Comuni sfuggono alle loro responsabilità

Ancora una volta i Sindaci chiedono al governo di farsi carico della soluzione di problemi locali e, nei fatti, sfuggono alle proprie responsabilità. È il caso della mancata proroga degli sfratti decisa dal governo, relativamente alla quale il Sindaco di Torino, nella veste di Presidente Anci, dichiara che “l’emergenza abitativa, particolarmente acuta nelle grandi città, sollecita una valutazione sulla opportunità di una proroga, almeno temporanea, del blocco degli sfratti”. Risulta però che, a fronte della mancata proroga, il governo abbia rifinanziato (dopo anni) il fondo per gli affitti e il fondo per la morosità incolpevole, oltre ai fondi per la ristrutturazione delle case popolari, i fondi per l’acquisto della prima casa e il sostegno ai mutui, per un totale di 2 miliardi e 300 milioni di euro. Questi fondi sono resi disponibili ai Comuni perché affrontino e magari risolvano con precisi programmi pluriennali i gravi problemi abitativi nelle città. Di tutto questo il Sindaco di Torino non fa cenno e, purtroppo, non depone a suo favore il silenzio col quale, ormai da due anni, accetta l’occupazione abusiva ed illegale (e non è il solo caso) delle case dell’ex villaggio olimpico, di proprietà pubblica. Potevano essere sistemate lì, ad esempio e più giustamente, le famiglie che ora (come allora) definisce “in situazione di disagio” e in pericolo di sfratto esecutivo a causa della mancata proroga (prassi di dubbia equità che per dare aiuto a qualcuno priva qualcun altro del diritto di disporre di un proprio bene). Io temo che ad ogni livello politico ci sia una resistenza di fondo ad intervenire su problemi delicati, per risolvere i quali occorre farsi carico di responsabilità precise rischiando (anche) l’impopolarità. Ma credo altrettanto che scelte anche difficili (ad esempio usare il patrimonio di alloggi nella disponibilità del Comune in modo rigoroso, secondo le regole che già esistono e con le priorità acquisite), spiegate in modo chiaro e puntualmente applicate nel tempo, sarebbero capite dai cittadini molto più della fuga dalle responsabilità.  

Crescentino Bosco, La Stampa 18 gennaio

I clienti dei tabaccai sono quelli che sporcano di più

Girovagando per Torino sono arrivato alla conclusione che i marciapiedi più sporchi sono quelli davanti ed a lato dei negozi che io chiamo i “tabacrin” eufemismo di tabachin (negozio di tabacchi). Purtroppo ho la disgrazia di abitare accanto ad un tale negozio e posso assicurare che i fumatori sono i maggiori insozzatori della città. Basta guardare pisciate e cacche di cani mentre i proprietari acquistano la razione di droga (vietato l’ingresso ai cani), pacchetti vuoti delle sigarette, carta dopo aperto il pacchetto, mozziconi di sigarette (ovviamente non si entra nel negozio fumando), gratta e vinci, scontrini fiscali, giocate e ricevute sisal, lotto, credo basti per capire. Avrei anche un suggerimento visto che i proprietari del negozio si guadagnano uno stipendio che gli permette di vivere, oltre a dire che il Comune provveda alla pulizia (non è vero, al marciapiede pensi il negoziante oppure il condominio), mettete un cestino al mattino e ritiratelo alla chiusura credo che chi entra ed esce dal negozio dirà grazie, certamente la città sarà più pulita.  

T.T., La Stampa, 19 gennaio  

Diteci i nomi dei ristoranti in mani mafiose

Dal terzo rapporto Coldiretti/Eurispes emerge che almeno 5mila ristoranti sono in mani mafiose. Se si arriva a una affermazione del genere (che non stupisce!), questo significa che si conoscono nomi e indirizzi di almeno i più importanti. E, allora, perchè non renderli noti, così lo sapremo anche noi? Potremmo evitare di alimentare i loro guadagni con la nostra presenza. Basta denunce generiche!

Valentina De Cesaris, [email protected], Corriere della Sera, 19 gennaio

Io dico grazie alle “sciocchine di Damasco”

Io ringrazio le “sciocchine di Damasco”, così definite da qualche idiota, per aver dato il loro contributo di volontarie all’assistenza di chi soffre in luoghi offesi dalla follia della guerra. Bene ha fatto lo Stato italiano che ha pagato il riscatto, anche se molto alto perché la speculazione dei rapitori, è stata enorme. Ciò che disonora il Paese non è certo questo ma la corruzione e la speculazione.

Francesco de Goyzueta, [email protected], la Repubblica, 20 gennaio

E adesso si presenti il conto a Greta e Vanessa

Caro Augias, non si può non condividere l’intervento del nostro governo nel trattare con i sequestratori per cercare di riportare a casa le due ragazze. Non è ben chiaro se sia stato pagato un riscatto. Nel caso che ciò sia avvenuto, non crede che dovremmo imitare il sistema adottato dal governo giapponese, che prevede l’intervento per salvare i propri connazionali, per poi, una volta tornati a casa, presentare il conto di quanto la loro avventura è costata alla collettività? Costituirebbe un buon deterrente per irresponsabili missioni in Paesi ove non esiste certezza del diritto e del domani.

Mario Pompa, Roma, [email protected], la Repubblica, 20 gennaio

Ma perché il cinema non è materia nelle scuole?

Parecchi intellettuali lamentano che la cultura umanistica, storia compresa, naviga in cattive acque, perché viviamo in un presente in trasformazione così intenso e profondo da lasciare poco o nulla attenzione al passato. Pochi invece sottolineano che oggi, nel nostro sistema di istruzione, il cinema continua a non far parte delle materie curriculari di studio, né nella scuola dell’obbligo né nella formazione superiore. E così in Italia è normale che uno studente possa ottenere un diploma senza avere mai visto film come Ossessione, Roma città aperta, Ladri di biciclette, Rocco e i suoi fratelli, La dolce vita, L’avventura , Il sorpasso, Una vita difficile…Opere utilizzabili da parte degli insegnanti per sollecitare le nuove generazioni a conoscere meglio l’evoluzione del costume, i cambiamenti positivi, ma anche le tante fragilità della nostra nazione.

Lorenzo Catania, [email protected], la Repubblica, 20 gennaio

Alla Rai consigli molto “interessati” sulle visite al Quirinale

Sabato scorso accendo la televisione e casualmente mi trovo a seguire una discussione tra il conduttore e un signore in collegamento esterno. Si parla di un’eventuale apertura al pubblico del Palazzo del Quirinale e mi fermo ad ascoltare. Il signore in collegamento dice che non si dovrebbe assolutamente aprire al pubblico questo bellissimo palazzo perché così si snaturerebbe la sua funzione principale: ospitare i presidenti della Repubblica. Da studio si rilancia sulla possibilità di ridurre il numero di stanze occupate dal presidente della Repubblica per provare a «vendere» le restanti ai milioni di turisti che visitano Roma tutti gli anni, anche per pagare il personale (centinaia) e il mantenimento della struttura, ma questo signore è irremovibile: al Cremlino non si entra, ci sta (proprio così) Putin e basta. Mi incuriosisce questa posizione e comincio a chiedermi soprattutto chi sia questa persona. Dopo qualche minuto di pazienza compare il nome e soprattutto la qualifica di questo gentile esperto: direttore dei Musei Vaticani. Adesso capisco tutto! Alla Rai hanno invitato a parlare di questo argomento l’amministratore del principale concorrente di un Palazzo del Quirinale aperto al pubblico. Un encomio a tutti voi della Rai e un consiglio a tutti: andate sul sito dei Musei Vaticani e leggete quanto scrupoli si fa il «signor Direttore» a proposito dei vari ambienti legati alla presenza del Papa e della loro possibilità di essere visitati. Cappella Sistina, Giardini, etc sono tutti visitabili anche con costosissime visite private. Non dico che fanno male a fare così, ma non ci facciamo dire da queste persone cosa dobbiamo fare noi con i nostri palazzi e i nostri monumenti. Se non ho capito male questa persona ha anche ricoperto un prestigioso incarico di governo legato alla cultura (e quindi dei musei).  

Flavia Lagro, La Stampa, 20 gennaio

Assunzioni alla Fiat: e adesso Landini chieda scusa 

Dopo l’annuncio di 1.500 assunzioni da parte della Fiat, mi chiedo se Maurizio Landini si presenterà in tv per chiedere scusa agli italiani per aver affermato che la Fiat aveva ormai abbandonato l’ Italia con conseguenti disastri sulla occupazione. Oppure pensa di «rallegrarci» presentandosi in tv solo per annunciare catastrofi?

Franco Cohen, [email protected], Corriere della Sera 20 gennaio

Tsipras non ha niente da spartire con Grillo e Lega

Le elezioni in Grecia,previste per domenica prossima, probabilmente sanciranno la vittoria di Syriza. Si tratta di una formazione della sinistra massimalista che tuttavia, secondo me, è ben lontana dall’antieuropeismo dei populisti italiani. Il leader greco Tsipras ha infatti affermato che Syriza non vuole il crollo, ma la salvezza dell’euro. In Italia, invece, Salvini e Grillo chiedono continuamente l’uscita dalla moneta unica senza pensare minimamente alle drammatiche conseguenze che quella scelta avrebbe sulla grande maggioranza dei cittadini che si troverebbero dimezzato il valore di stipendi, immobili, pensioni e risparmi.

Bruno Cassinari, Piacenza, Corriere della Sera 20 gennaio

Riscatto di Greta e Vanessa: io posso dare un contributo

Sono inorridito (…) per le frasi pronunciate da certi leghisti (…) riguardo le due volontarie, Greta e Vanessa (…). Mi chiedo, ma sono sicuro di essere smentito, se qualcuno avrebbe preferito al presunto riscatto pagato dallo Stato che queste fossero giustiziate. Se poi tutto si basa su una meschina questione di denaro sarò tra i primi a dare un mio contributo per ripagare lo Stato.

Alfio Lisi, Catania, Corriere della Sera 20 gennaio

La memoria di Piersilvio è per L’isola dei famosi

Il 27 gennaio è la giornata della memoria. Mediaset la celebra con la prima puntata dell’Isola dei famosi: complimenti a Piersilvio.

Andrea Marini, ItaliaOggi, 20 gennaio

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