Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.
ItaliaOggi 18 febbraio
Quanta Italia nei nomi dei partiti
La prima cosa per fare un partito è scegliere bene il nome. Che non può cominciare con “partito” (una parola sputtanata, che non tira più, anzi). La preferenza è per Italia. La usano partiti che sono nel Parlamento e altri che non ci sono arrivati, altri ancora solo registrati, che sperano di entrarci. Sono davvero tanti, “Italia” va sempre bene: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia dei valori, Scelta civica per l’Italia, Popolari per l’Italia, Alleanza per l’Italia, CasaPound Italia, Green Italia, Italia Cristiana, La Rosa per l’Italia. Negli ultimi giorni altri due: Passera con Italia Unica e la Rauti con Prima l’Italia. Siamo un popolo di inventori, diceva Benito. “Itala gente dalle molte vite”, cantava il Carducci.
Gianfranco Morra
Repubblica 18 febbraio
Mica vero che siamo tutti Schettino
Giorni fa ho letto uno strano titolo su Huffington Post: «Siamo tutti Schettino». L’autore è Mauro Leonardi, prete e scrittore, nel pezzo spiega: «È impopolare sforzarsi di stare accanto a un sentimento negativo: per questo ho avuto molte remore a scrivere che ognuno di noi può essere Schettino. Eppure credo di non essere migliore di lui». Non sono d’accordo. Moltissimi uomini di mare, si sono trovati nella situazione di Schettino, ma non si sono comportati come lui. Poi l’autore aggiunge: «Se io d’un tratto fossi di fronte al mondo, nudo, mentre compio un’azione che disdice ciò che sono e in cui credo, come mi sentirei? Non cercherei anch’io di scappare? Sono poi diversi i preti, i mariti, le mogli, i politici, gli imprenditori, che davanti all’agghiacciante evidenza di un enorme sbaglio scappano e non risalgono sul transatlantico che hanno trasformato in relitto, per cercare almeno di evitare che donne e bambini venissero picchiati?». Schettino in realtà non è scappato perché ha combinato un guaio. È scappato quel tanto che bastava per mettere in salvo la pelle. La paura ha avuto il sopravvento sul dovere di occuparsi della vita dei passeggeri. Siamo tutti fatti così? No. Per fortuna non siamo tutti come Schettino.
Attilio Doni, [email protected]
Quegli ascensori sui quali salgono soltanto milioni
Non si ferma la costruzione di ascensori costati milioni e mai entrati in funzione. Deturpano il paesaggio, spaccano costoni e scogliere come a Sutera (Cl). Costruito nel 2012, costato due milioni, non è mai riuscito a muoversi neppure il giorno dell’inaugurazione. Resta il gigantesco pilone verde visibile da ogni parte del bel borgo. Altro ascensore mostro: a Lipari quello panoramico costato 750mila euro nel 2003. Ha funzionato soltanto per dieci giorni. Da allora è fermo, la ruggine lo divora. Ultima concreta minaccia: progetto approvato dal Comune di Furore. Ascensore, costo dai 3 ai 6 milioni, che percorrerà 300 metri lungo la scogliera del Fiordo di Furore, meraviglia della costiera amalfitana. Lo stesso sindaco di oggi aveva già tentato di farlo approvare 31 anni fa. Allora fu bocciato.
Tina Lepri, Roma
Corriere della Sera 18 febbraio
Libia: gli errori francesi costano migliaia di morti
Dove sono i francesi che durante la presidenza di Nicolas Sarkozy erano andati a bombardare la Libia, per liberarla dal «dittatore sanguinario» Gheddafi, trascinando gli altri partner in una avventura che più disastrosa di così non si poteva immaginare? Ora abbiamo le avanguardie del califfo sulle rive del Mediterraneo, con un Paese in pezzi, che alimenta le mire di Al Baghdadi. Presumo che l’obiettivo di Sarkozy fosse quello di eliminare Gheddafi, amico dell’Italia, e presentarsi come nuovo interlocutore del regime vincente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Da paragonare alla situazione in cui si è trovato (e si trova) l’Iraq, dopo l’eliminazione del «dittatore sanguinario» Saddam Hussein, presunto possessore di armi di distruzione di massa. Errori così madornali, costati decine di migliaia di morti, verranno studiati dai nostri figli e nipoti.
Emma Menegon, Vicenza
È ben più importante la formazione dei docenti
Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha dichiarato che quest’anno i fondi del governo sono per le assunzioni, il prossimo saranno destinati alla formazione dei nuovi docenti. Ma non dovrebbe essere il contrario? E se, come ipotizza la Fondazione Agnelli, tra i neoassunti vi saranno professori poco idonei, ce li dobbiamo tenere a vita? Oppure scatterà la famosa progressione di carriera per «merito», visto che al momento dell’ingresso il merito è stato ignorato?
Dagmar Silhankova, Liceo Piccolomini, Siena
Stampa 18 febbraio
Le parole del papa e i cattolici sordi
Le parole del Papa dette ai cardinali sono davvero sconvolgenti! Ma mi chiedo quanti sono i credenti, non dico solo i cattolici, che ci credono e si rendono conto di ciò che vuol dire? La nostra vita dipende dall’idea che noi abbiamo di Dio, e purtroppo, quante idee sbagliate di Dio ci sono nel cuore delle persone. Basti pensare alle attuali tragedie per le guerre di religione o alle varie forme di superstizione religiosa che circolano in giro … Affermare che Dio è nel cuore degli atei, significa ricordare la verità che Dio è “immanente e trascendente”, cioè è in noi e fuori di Dio, essendo spirito, il principio della vita, di ogni forma di vita. Quanto è necessario, come sta facendo in tutti i modi Papa Francesco, ricordare che Dio è Dio, e cioè non dipende da noi. Lui è il Padre Creatore, è il datore di ogni vita, è l’Amante della vita, è il Misericordioso, è come il sole che tutti illumina, riscalda, vivifica. Come non si può fermare o distruggere la forza del sole, così non si può ridurre, consumare, distruggere Dio, il Signore dell’eternità. Ricordare che Dio è in ogni uomo, significa, riscoprire la dignità di ogni persona che vive ed è amata da Dio. Sottolineo che nessuno è mai solo, perché tutti siamo abitati da Dio, che vuole inondare la vita di amore e di speranza. Ma soprattutto dire a tutti: tu non puoi uccidere nessuno, perché tutti sono abitati da Dio, sono figli amati da Dio!Queste parole, se capite, sono “la rivoluzione della speranza”, di un mondo nuovo in cui Dio ritorna ad essere il fondamento della pace, del dialogo, della fiducia reciproca. Il problema però, se vogliamo essere sinceri, è che ben pochi, anche tra i cattolici, credono alle parole del Papa e ne traggono le conseguenze per un cambiamento davvero urgente e necessario per una vita nella giustizia e nel rispetto universale.
don Mario Foradini, parroco di San Secondo, Torino