Caro direttore, i social network deprimono il confronto

Caro direttore, i social network deprimono il confronto

Come la pensano gli italiani lo si può comprendere anche dalle lettere ai giornali. C’è un sito, in Italia, che, quotidianamente, pubblica le lettere più interessanti, www.carodirettore.eu, nato per iniziativa dell’Azienda di soggiorno e turismo di Bolzano. Linkiesta ne propone qualcuna, rimandando al sito i lettori che vorranno avere un panorama ancora più vasto di ciò che gli italiani scrivono ai giornali, quotidiani e periodici.

Messaggero 6 febbraio

I social network deprimono il confronto

La parola “polemica” è un termine che deriva dal greco e significa “attinente alla guerra”. Nonostante sia una disciplina nobile ed antichissima, materia di studio di oratori e filosofi, di solito si tende a dare a questa parola un’accezione negativa. La diffusione massiccia dei social network ha contribuito ad abbattere il carattere elitario della polemica, concedendo a un’enorme platea di persone il diritto di replica, di giudizio, di commento sugli accadimenti umani. Si configura una dinamica simile all’esercizio della scrittura, rispetto a quello della lettura: troppi scrivono e pochi leggono, troppi parlano e pochi ascoltano. Il bisogno impellente di avere un pubblico (gli amici per Facebook o i followers per Twitter) sul quale rovesciare le proprie opinioni, le invettive, i giudizi, i consigli non richiesti, diventa un lievito potentissimo che nutre il proprio ego, ma che deprime ogni forma di confronto, che mortifica la fertilità del pensiero, che svilisce lo scambio culturale, che impedisce la sedimentazione delle idee.

Giovanna Galass, Roma

Repubblica 6 febbraio

Le razzie nel Nord Est spingono verso la destra xenofoba

Vorrei portare l’attenzione sui furti nel Nord Est italiano. Ogni giorno predoni assaltano banche, negozi, case. Vengono svuotati periodicamente studi dentistici, negozi di biciclette, cantieri edili o fabbriche e binari dove ci sono cavi di rame. Tutto viene caricato su furgoni che nottetempo varcano i confini verso est. Cittadini anziani vengono depredati dei gioielli di famiglia, oltre a dover pagare per ripristinare porte e serramenti. Gran parte delle persone che conosco ha subito furti in casa, e si tratta di cittadini per cui una spesa imprevista rappresenta un problema. Questa ondata non viene arginata. Stiamo diventando il terreno di razzia della malavita dell’Est Europa. Chi scrive è una persona di sinistra, ma con situazioni di impunità di questo tipo si rischia una deriva verso la destra xenofoba.

Lettera firmata

Vicini di casa ma indifferenti. Troppo indifferenti

I fatti di cronaca ci colpiscono, ma poi purtroppo voltiamo pagina. Non è stato così per me quando ho sentito di una donna tenuta segregata dal marito per anni per poi morire. Il mio dolore è stato per l’indifferenza dei vicini, di quanti sentivano e tacevano, di quanti potevano mettere fine a quello strazio e non hanno mosso un dito volendo ignorare ora dopo ora, per anni. La follia dobbiamo accettarla, l’indifferenza non si può e non si deve. In un’epoca in cui lottiamo per essere uniti in Europa, di contro ci accorgiamo che non c’è senso di unione e comunità nello stesso edificio, sullo stesso pianerottolo.

Valeria del Giudice, Roma

Corriere della Sera 6 febbraio

La colpa della Merkel è di essere la prima della classe

Pur consapevole di andare controcorrente, ritengo non sia corretto l’addebito a Angela Merkel delle crisi di cui soffrono alcuni Paesi Ue. La sua «colpa» è quella di essere la prima in una classe i cui compagni, anziché sforzarsi di eguagliarla, le vogliono imporre di essere meno brava per essere tutti impreparati all’esame.

Domenico Agostini, [email protected]

Stampa 6 febbraio

Stanno tornando i tempi feroci

Ogni giorno ci sono notizie sempre più spaventose, alle quali purtroppo ci stiamo assuefacendo. Decapitazioni, gente bruciata viva, ma siamo circondati da mostri? Per analogia mi viene in mente un episodio: i nazisti nel 1944 bruciarono vivo un coraggiosissimo partigiano che aveva resistito alle loro feroci torture. Si chiamava, non dimentichiamo questo nome, Emanuele Artom. Stanno tornando quei tempi feroci. E le grandi potenze assistono inerti, anzi. Obama manda armi ai nazisti di Kiev (per intenderci quelli delle stragi di Odessa).  

Fernanda Tancredi  

Il Fatto 6 febbraio

Sulla corruzione applauso incerto

Il discorso di insediamento del presidente della Repubblica mi è sembrato buono. Ho apprezzato l’appello a restituire al potere legislativo il suo ruolo e l’affermazione del primato della cultura come motore di sviluppo. Non so se avete notato che l’unico punto fra quelli toccati che non -dico non- ha suscitato un immediato applauso dei parlamentari riuniti è stato quello sul cancro della corruzione. Si sono poi salvati in corner perché subito dopo ha citato Papa Francesco e l’applauso è partito.

Armando Armandi

ItaliaOggi 6 febbraio

Mattarella deve ridurre le spese del Quirinale

Finché Mattarella non diminuirà di 40 volte le spese del Quirinale, equiparandole a quelle del suo pari grado il redesco Gauck, che sia taciturno o meno, perbene o meno, è irrilevante.

Piera Graffer

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