Il cubo di Rubik che ruota intorno al rimpasto di governo dopo l’elezione del presidente della Repubblica continua a non trovare una soluzione. Mettere tutti i pezzi al posto giusto non è facile per il premier e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. Anche per questo motivo si tende a evitare di parlare di rimpasti, ma di semplici sostituzioni, in particolare dopo l’addio di Maria Carmela Lanzetta che ha lasciato vacante il ministero degli Affari Regionali. Ma l’imminente necessità di trovare candidati per le prossime elezioni amministrative, in particolare in Campania, potrebbe risolvere la questione: l’attuale ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando potrebbe essere il candidato governatore e lasciare il dicastero di via Arenula. Il nodo vero da sciogliere riguarda Anna Finocchiaro. La mancata elezione al Quirinale della presidente della commissione Affari Costituzionale ha scatenato una ridda di voci su una sua possibile entrata nell’esecutivo. In realtà, come anticipato da Linkiesta domenica 2 febbraio, la senatrice siciliana ha sempre desiderato il posto di Sergio Mattarella alla Corte Costituzionale. Secondo il Fatto Quotidiano non ne avrebbe i requisiti. Ma a quanto pare la Finocchiaro ci spererebbe ancora.
Dicono i rumors, quindi, che se non entrasse quel posto alla Consulta, per l’ex magistrato potrebbe esserci il ministero che fu della Lanzetta. Renzi vorrebbe creare un ministero per il Mezzogiorno che potrebbe gestire i fondi europei, magari ottimizzando quel pacchetto consistente di miliardi che spesso si perde nei meandri burocratici del Sud. Ma la Finocchiaro preferirebbe il palazzo di fronte al Quirinale. Oppure, se la candidatura di Orlando in Campania si concretizzasse (è un vecchio pallino del premier), a quel punto la candidata ideale per quel ministero sarebbe proprio la Finocchiaro. Certo, sulle sue spalle pesano le indagini della magistratura sul marito. E anche gli apprezzamenti di Silvio Berlusconi che le avrebbe detto apertamente il giorno dell’insediamento di Mattarella di aver tifato sempre per lei al Quirinale. Quest’ultimo punto, però, potrebbe essere un vantaggio, da inserire forse in un nuovo patto del Nazareno, mormorano i maligni. In sostanza la situazione è molto fluida. Sotto il Pd compatto uscito fuori dalla partita per il Colle si celano infatti le ambizioni di diverse correnti del Nazareno. Non a caso la conta dei voti per il Quirinale è stata palese, con le varie sigle per il nome di Mattarella a dare un certificato di sicurezza nell’urna.
E ora c’è da passare all’incasso. La Finocchiaro è un indipendente, stretta tra i bersaniani, i dalemiani e i giovani turchi. Orlando è un giovane turco, quindi l’ipotesi di uno scambio alla pari potrebbe pure andare bene. Per questo motivo, per il Mezzogiorno invece sono in risalita le quotazioni di Anna Ascani, volto renziano della televisione, umbra, ‘lettiana’ della prima ora. Oppure al suo posto si parla anche di Valentina Paris, responsabile Enti locali del Pd, in segreteria con Renzi, anche lei giovane turca. Tutto dipende da quello che succederà in Campania. Il partito dalle parti di Napoli è nel caos più totale. La data per le primarie è slittata, di nuovo, per la terza volta. Ora la data è il 22 febbraio, ma di certezze non ce ne sono. Non si riesce neppure qui a trovare una quadra tra le varie correnti. E l’autocandidatura di Gennaro Migliore, ex Sel ora nel Pd, non è piaciuta particolarmente perché ha ingarbugliato ancora di più la matassa. La soluzione potrebbe essere la candidatura unica di Andrea Orlando. La mossa risolverebbe non pochi problemi. Del resto, dopo gli ultimi scandali, le primarie non piacciono più a nessuno. Sembra neppure a Renzi.