Il ragionamento del governo è più o meno questo: aboliamo alcune tipologie contrattuali per evitare che possano essere usate in maniera sbagliata. Sulla gogna del prossimo decreto del Jobs Act sul riordino delle tipologie contrattuali sono finiti contratti di collaborazione (co.co.co), a progetto (co.co.pro), associazione in partecipazione e job sharing. A meno di sorprese dell’ultima ora nel consiglio dei ministri del 20 febbraio, tutte queste formule contrattuali dovrebbe sparire. Ancora non si sa come e quando. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il 18 febbraio durante un incontro con i sindacati ha illustrato per grandi linee il superamento di alcuni contratti “atipici” dopo l’avvio del contratto a tutele crescenti. L’idea è che rendendo più facile il licenziamento in cambio del pagamento dell’indennità, gli imprenditori non dovrebbero avere più voglia di stipulare certi contratti. Tanto più che il governo ha stanziato per il 2015 1 miliardo di euro destinato agli sgravi fiscali per tre anni per i neoassunti a tempo indeterminato.
Con questo obiettivo sarà abolita l’associazione in partecipazione, che interessa circa 40mila lavoratori. Dovrebbe sparire anche il job sharing, tipologia contrattuale in realtà mai decollata, che oggi interessa all’incirca 300 persone. Vita breve anche per cocopro e cococo, in questi anni spesso colpevoli di aver mascherato rapporti di lavoro subordinato laddove invece i contratti prevedono il lavoro autonomo. I cocopro al momento sono più di 500mila e il 90%, secondo l’Inps, ha un solo committente. Più della metà è giovane e più della metà è compsta da donne. I cococo si concentrano invece soprattutto nella pubblica amministrazione, dove i lavoratori atipici sono oltre 127mila.
Non tutti sono d’accordo con la potatura delle formule contrattuali. Alcuni, come Giuliano Cazzola, sostengono che si tratti di una sorta di controriforma della riforma Biagi e che non è con la cancellazione dei contratti che si evitano gli abusi e si riduce la precarietà. Altri temono trasformazioni intensive delle collaborazioni in contratti dipendenti. Secondo Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, i contratti che il governo vorrebbe eliminare «corrispondono, quando correttamente utilizzati, a modi di produrre beni o servizi». Poletti ha ammesso che «tirare una linea tra lavoro subordinato e autonomo» sarà un’operazione non semplice e ha promesso che sul tema verrà avviata una riflessione.
Associazione in partecipazione
In che cosa consiste: È il contratto con cui il titolare di un’impresa attribuisce a un lavoratore il diritto alla partecipazione agli utili d’impresa in cambio di un determinato apporto che può consistere anche in una prestazione di lavoro. L’impresa manterrà la gestione e il diritto agli utili, ma dovrà pagare all’associato la quota stabilita nel contratto.
Quanti sono: 41.894 lavoratori
Cosa dovrebbe cambiare: Il ministro ha annunciato di voler eliminare questa formula contrattuale che già la riforma Fornero aveva limitato, fissando a tre il numero massimo di lavoratori associati indipendentemente dal numero di associanti.
Collaboratori a progetto
In che cosa consiste: È un contratto introdotto dalla legge Biagi per sostituire nel settore privato la collaborazione coordinata e continuativa. Quest’ultima nella pubblica amministrazione, in base agli ultimi dati Istat, riguarda ancora oltre 127mila lavoratori. La collaborazione a progetto implica l’autonomia del soggetto che la svolge. L’attività del lavoratore deve essere finalizzata a uno o più progetti specifici determinati dal committente. È stipulato in forma scritta. E in assenza di un progetto specifico, il rapporto è considerato subordinato
Quanti sono: 502.834 a fine 2013, più della metà ha tra i 30 e i 39 anni e più della metà sono donne. Hanno un reddito medio annuale di 10.280 euro, concentrati soprattutto nel Nord Ovest e al Sud. Per effetto della riforma Fornero sono già diminuiti: -145mila nel 2013 rispetto al 2012. Il 90% ha un solo committente.
Cosa dovrebbe cambiare: Non si potranno stipulare nuovi contratti Cocopro. Ci sarà un periodo transitorio, probabilmente fino a gennaio 2016. Gli attuali Cocopro verranno portati a scadenza.
Job Sharing
In che cosa consiste: è un contratto introdotto con la riforma Biagi nel quale due lavoratori si impegnano ad adempiere a un’unica obbligazione lavorativa.
Quanti sono: 300 lavoratori
Cosa dovrebbe cambiare: Questa formula contrattuale, che non si è diffusa più di tanto, dovrebbe essere superata.