L’Italia offre grandi opportunità. Se lavori a New York

L’Italia offre grandi opportunità. Se lavori a New York

Le crisi economiche a volte portano grosse opportunità. Basta prendere le cose dal lato giusto. E magari guardare l’Italia da 6900 chilometri di distanza. Da New York. Così ha fatto Lorenzo Aragona, 43 anni, una laurea in economia e commercio presa all’Università di Napoli e il trasferimento nella Grande Mela nel 1999, dopo aver lasciato il lavoro in banca e aver vinto la Green Card alla lotteria. La sua agenzia, Sinfonia Group, è nata a Manhattan nel 2012, in pieno credit crunch. Oggi conta sette dipendenti, quasi tutti giovani italiani appena arrivati negli Usa, e riceve ogni mese almeno 300 curricula di neolaureati che sperano di potersi trasferire oltre oceano.

Il gioco è facile. Si tratta di fare da ponte tra Italia – in crisi – e America – dove il mercato è in ripresa. Ma il vantaggio colto da Aragona è doppio, e lavora su entrambe le direzioni. Porta gli italiani a New York, e i newyorkesi in Italia. Per ragioni completamente diverse.

Un classico. Vendere case americane agli investitori italiani

«Il mercato immobiliare italiano non è più sicuro», racconta Lorenzo al telefono. «Per questo sempre più investitori cercano a New York vecchi edifici da ripristinare e rivendere. Non solo. Molte catene italiane stanno aprendo nuovi punti vendita in città. Niente di nuovo sotto il sole. Ma l’agenzia di Aragona nasce da una debolezza colta nel sistema. «Tutte le aziende o i privati che cercano immobili a Manhattan lasciano la gestione del cantiere in mano a general contractor locali. Spesso, tuttavia, senza una persona che segua da vicino il cantiere, tempi e budget non vengono rispettati. E si accumulano ritardi, sia per ragioni burocratiche che di cantiere. Ciò significa perdita di introiti, soprattutto per i negozi che hanno periodi precisi dell’anno in cui è più conveniente aprire. «Noi invece facciamo “i cani da guardia” del cliente e seguiamo i lavori dall’inizio alla fine, assicurando il rispetto delle tempistiche. Aiutiamo a scegliere gli immobili, offriamo supporto per districarsi tra le leggi statunitensi, tra autorizzazioni, permessi, licenze. Facciamo progettazione architettonica. E seguiamo i lavori recandoci quotidianamente in cantiere».
Tra i clienti ci sono molti fashion brand italiani, come Geox, Dolce e Gabbana, Gucci. Ma anche privati che ristrutturano intere palazzine creando residence. Oppure aprono una galleria d’arte o una gelateria. «Stiamo seguendo anche un coreano che vuole aprire un centro di meditazione a Manhattan», racconta Lorenzo.

Partita da un’idea di Aragona e aperta insieme al socio architetto Pierpaolo Martiradonna, Sinfonia Group è il frutto dell’esperienza raccolta nel settore del food. «Dopo essere rimasto senza lavoro, ho iniziato, in modo piuttosto amatoriale, a gestire il processo di apertura di ristoranti italiani a New York: mi occupavo della scelta della location, seguivo i lavori, dal progetto alla ristrutturazione».

La novità. Vendere l’Italia agli americani appassionati di cibo

Se però si invertono i protagonisti della faccenda, ecco che dalla crisi esce un’altra, grossa, opportunità di business. Non così scontata. «Il prezzo delle case italiane non è mai stato così basso», spiega Lorenzo. «E a New York l’interesse verso il nostro Paese, il nostro stile di vita ma soprattutto il nostro cibo è sempre più forte». La gente si appassiona sempre di più al «food», si informa, cerca l’origine dei prodotti, e «vuole sapere tutto sul vino siciliano che hanno appena assaggiato o sul miglior bianco che ha vinto un certo premio». Quello che Aragona ha colto, a New York, è che molti di loro raggiungono l’Italia anche solo per vedere dove e come nascono certe nostre eccellenze. E per lo stesso motivo sono disposti a comprare un’intera casa. «Con Sinfonia Group abbiamo colto questa domanda e iniziato a vendere case italiane agli americani. Vanno molto le località turistiche classiche, in Puglia, Sicilia, a Capri, ma anche i ruderi nelle zone di campagna, magari vicine al vigneto che produce il vino preferito. Abbiamo invertito la direzione degli investimenti, e colto l’opportunità data dai prezzi al ribasso de nostri immobili».

Il fatturato del 2013 di Sinfonia Group ha di poco superato un milione. «Nel 2013 abbiamo triplicato il nostro fatturato rispetto all’anno precedente. I numeri del 2014 sono molto incoraggianti e vedo benissimo il 2015», chiude Lorenzo.

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