Tutti felici. O quasi. C’è qualche faccia scura nel Partito Democratico a pochi minuti dall’inizio della quarta votazione per il nuovo inquilino del Quirinale. «Perché – si spiega nei capannelli di deputati a Montecitorio – quando mai Berlusconi avrebbe appoggiato una candidata, una donna, con una storia politica nel Pci e poi nei Ds, alla presidenza della Repubblica?». Anna Finocchiaro, siciliana come il nuovo Capo di Stato Sergio Mattarella, è stata a un passo dal Colle. Non è un segreto. Ora come “ricompensa” potrebbe arrivare un posto da giudice della Corte Costituzionale, proprio in sostituzione del nuovo inquilino del Quirinale che ha appena traslocato dalla Consulta.
La storia è questa. Quando il segretario del Pd e premier Matteo Renzi ha posto sul tavolo dell’ex Cavaliere il nome di “Sergiuzzo”, il leader di Forza Italia – da sempre sostenitore del laico e socialista Giuliano Amato – ha provato a replicare proponendo quello della Finocchiaro. La risposta è stata negativa, anche perché in questo modo Renzi sarebbe andato incontro a un Vietnam parlamentare, tra i veti incrociati dei democratici e gli agguati dei grandi elettori cattolici. Soprattutto si sarebbe trovato sulle spalle un processo a carico del marito della senatrice di Modica, perché Melchiorre Fidelbo va a processo martedì 3 febbraio: il coniuge di Annuzza è indagato per un appalto informatico all’ospedale di Giarre. Nulla di rilevante, sostengono in tanti alla sede del Nazareno, ma si sarebbe trattato di una macchia “mediatica” che non avrebbe aiutato.
Sarà perché si era finalmente a un passo dall’avere una prima donna al Quirinale, sarà perché forse lei stessa ci aveva sperato, durante la quarta votazione Anna Finocchiaro è sempre rimasta in disparte, spesso in sala fumatori, attaccata al telefono a inviare messaggi o a guardare twitter. Un po’ mesta, come hanno notato in tanti, la presidente della Commissione Affari Costituzionali avrebbe potuto contare su diversi voti nel centrodestra. Dalla Lega Nord di Matteo Salvini – Roberto Calderoli e Roberto Maroni l’hanno sempre stimata – come da Forza Italia di Silvio Berlusconi. Ma così non è andata. Anche per questo nelle ultime ore si ragiona come ricompensare una donna che si è sempre dichiarata indipendente dalle correnti piddine, ma che ha dato un grande apporto alla maggioranza sulle riforme. Ora il parlamento dovrà votare il sostituto di Mattarella alla Corte Costituzionale. Non sarà facile viste le difficoltà degli scorsi mesi per eleggere gli altri giudici della Consulta. Ma la Finocchiaro, magistrato, per tre anni sostituto procuratore a Catania, potrebbe essere la donna giusta al posto giusto. Anche se c’è chi ricorda che in attesa di quel posto c’è pure Luciano Violante.
Ma le variabili sono diverse. Renzi con la mossa Mattarella ha ricompattato il Pd, al momento. Ma tra pochi mesi ci sono le elezioni. E si vota in regioni storicamente rosse, come Liguria, Toscana e Marche, dove il segretario del Pd non può permettersi di perdere. Le fibrillazioni non sono ancora finite. Sarà anche per questo motivo che a pochi minuti dall’elezione del nuovo Capo dello Stato, tra i dem già si discuteva di rimpasti di governo. La partita di giro è abbastanza ampia. Renzi è in attesa di un chiarimento con Angelino Alfano. Ma c’è pure chi spinge per “scambiare” Maria Elena Boschi e Graziano Delrio, con la prima pronta a prendere il posto di sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il secondo ministro per le Riforme. Dopo l’addio di Maria Carmela Lanzetta ci sarà comunque da mettere il tagliando alla squadra di governo.