«Per noi piloti, quando siamo in volo, Mattarella vale quanto un passeggero normale. Ovvero moltissimo». Parola di Maurizio Foglietti, comandante di Alitalia che lo scorso fine settimana ha portato il Capo dello Stato da Roma a Palermo. Sembra di sfogliare un magazine della nostra compagnia di bandiera. E invece il virgolettato fa parte di un’intervista a Repubblica di sabato 14 febbraio, dove oltre a ricordare che Mattarella è stato «un passeggero esemplare, attento alle regole», il comandante spiega pure che i venti minuti di anticipo con cui il volo è atterrato non «sono un trattamento particolare. Alitalia da anni è fra le compagnie più puntuali d’Europa». Della serie, “quando c’è lui gli aeroplani arrivano in orario”.
Nel descrivere le prodezze del nuovo capo dello Stato la stampa nostrana, insieme con la politica, somiglia un po’ all’Istituto Luce. Non c’è solo il comandante di Alitalia che ha avuto l’onore di scarrozzare Mattarella per i cieli del nostro Paese. Né i passeggeri entusiasti che a Fiumicino, in attesa di imbarcarsi, tempestavano il presidente di selfie. E neppure le tre suore che qualche settimana fa hanno chiesto e ottenuto di scattare una fotografia con lui – così raccontavano le cronache politiche – al termine della messa nella basilica dei Santi Apostoli di Roma. Sin dal giorno dell’insediamento, sul presidente della Repubblica si possono avere aggiornamenti settimanali anche sullo stato dei suoi capelli. Sì, la chioma di Mattarella è diventata un punto fondamentale delle cronache quirinalizie. «Il barbiere di fiducia, Franco Alfonso, è andato a casa sua, in via Libertà, con forbici e pettine», riportano le cronache dei quotidiani. C’è pure chi l’ha intervistato, descrivendolo come il barbiere più famoso d’Italia.
I peana intorno al Capo dello Stato continuano del resto da settimane. L’Italia è ormai ai piedi di Sergio Mattarella. Neanche il tempo di insediarsi al Quirinale e il presidente della Repubblica ha già conquistato tutti, a partire da giornalisti e politici. La stampa impazzisce per il successore di Giorgio Napolitano. Piacciono i toni riservati e il basso profilo. Convince la Panda grigia che il Capo dello Stato sembra preferire alle odiate autoblù. La scelta di viaggiare con voli di linea Alitalia, lasciando a terra l’aereo presidenziale? «È la prima volta per un presidente» trattenevano a stento l’entusiasmo i quotidiani quando sabato scorso hanno dato la notizia. Ogni uscita, un’ovazione. Poche ora fa è stata celebrata con enfasi anche la nomina di Ugo Zampetti a segretario generale del Quirinale. Il prescelto «eserciterà le sue funzioni senza compenso alcuno», raccontavano i giornali. Quasi elettrizzati dalla svolta anti-Casta del sobrio presidente.
Più Mattarella sale nei sondaggi, più la politica si appassiona al personaggio. Oggi sono state ricevute al Quirinale due delegazioni dei partiti di opposizione, in rappresentanza di Forza Italia e Sinistra Ecologia e Libertà. Gli incontri erano stati richiesti la scorsa settimana, dopo le polemiche sull’accelerazione del governo in tema di riforma costituzionale. Alla fine al Colle succede quasi un miracolo. Anche il capogruppo berlusconiano Renato Brunetta – mai troppo tenero con il predecessore di Mattarella – ammette le sue impressioni positive. Il capo dello Stato è «una personalità attenta e consapevole. Penso che userà tutti gli strumenti previsti dalla Costituzione per ripristinare un clima di dialogo».
Se persino Beppe Grillo celebra l’elezione di Mattarella, vuol dire che il clima è davvero cambiato. Sono lontani i tempi di “Napolitano-Morfeo”, del presidente addormentato. Archiviate le accuse di «monarchia medievale» e le ipotesi di impeachment, adesso il leader del Movimento Cinque Stelle guarda con stima e rispetto al Colle. Lo scorso 3 febbraio il blogger genovese ha inviato una lettera aperta al Quirinale, stamattina ha pubblicato sul suo blog la risposta di Mattarella. «Nella Sua lettera – scrive il presidente della Repubblica – auspica anche di potermi incontrare e desidero assicurarLe che sarò lieto di riceverLa prossimamente, in una data che i nostri uffici potranno concordare». Grillo accetta con cortesia l’incontro. «La ringrazio Presidente. Ci vediamo al Quirinale». E forse per la prima volta evita nomignoli e soprannomi.