Cosa sarebbe successo se nel 2011 alle elezioni del Comune di Milano avesse vinto di nuovo Letizia Moratti invece di Giuliano Pisapia? Viene da domandarselo leggendo le carte dell’inchiesta della procura di Firenze sulle Grandi Opere. Perché la ragnatela creata dal ras delle Infrastrutture Ercole Incalza, ora in carcere, ha vissuto i suoi anni d’oro a Milano proprio sotto la giunta di centrodestra dell’ex ministro dell’Istruzione, mentre sotto la giunta arancione dell’avvocato penalista (che nei giorni scorsi ha annunciato che non si ricandiderà alla prossima tornata elettorale) non è riuscita a entrare nei gangli della macchina comunale. Del resto tra gli indagati c’è Giacomo Beretta, ex assessore al Bilancio della giunta di Letizia Moratti, accusato di turbativa d’asta per il bando di gara per l’aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto “Palazzo Italia” di Expo 2015. Ma soprattutto, all’epoca, nel 2010, come direttore generale di palazzo Marino c’era Antonio Acerbo, responsabile unico del Padiglione Italia a Expo 2015 già raggiunto in un anno da due ordinanze di custodia cautelare per corruzione e turbativa d’asta.
La ragnatela creata dal ras delle Infrastrutture Ercole Incalza, ora in carcere, ha vissuto i suoi anni d’oro a Milano proprio sotto la giunta di centrodestra dell’ex ministro dell’Istruzione
Tra le carte del sistema grandi opere si parla anche di esponenti dell’amministrazione Pisapia. Salta fuori il nome di Gianni Confalonieri, delegato Expo, tirato in ballo dall’imprenditore Stefano Perotti e dallo stesso Ercole Incalza. Ma i due oltre a non ricordare neppure se fa l’assessore o meno (“come si chiama quello che sta dentro il gabinetto del Sindaco?” chiede il numero uno della Spm Consulting), non provano neppure ad avvicinarlo per gli appalti di Expo o M4. «Avrò incontrato Incalza decine di volte – spiega Confalonieri a Linkiesta -. Del resto, avendo la delega Expo a me spettava parlare con il ministero delle Infrastrutture e Incalza era capo di missione. Ma di pressioni non ne abbiamo mai avute, sapevano di non trovare sponde».
E infatti è vero. Perché l’ossessione della cricca per la direzione dei lavori della M4, dopo che Perotti aveva già in mano la M5, è andata a scontrarsi con la realtà di una giunta che aveva poco a che fare con il sistema Incalza. Del resto gli unici appalti presi da Perotti sulla nuova metropolitana che arriverà fino a Linate, gli viene concesso dal gruppo privato Impregilo che sta costruendo la linea: si tratta coordinamento della sicurezza del cantiere — in fase di progetto e di esecuzione — e la gestione della piattaforma informatica per lo scambio di dati con la Prefettura. Contratti che hanno le ore contate e saranno risolti nei prossimi giorni. Non a caso, per provare a raccattare di qua e di là qualche affare, Perotti e Incalza dovevano ancora rivolgersi proprio a Beretta, il “coregista” dell’aggiudicazione di questo appalto, come scrivono i magistrati.
A poche ore dagli arresti della “cupola” degli appalti Expo, nel maggio 2014, il commissario unico Giuseppe Sala davanti alla commissione parlamentare antimafia chiarisce alcune posizioni, e si toglie qualche sassolino dalla scarpa sulla gestione degli appalti. «Nella mia testa vedevo una complessità di lavoro enorme per una logica di un’azienda (Expo spa, ndr) che alla fine era una start-up che sarebbe andata a morire dopo 5 anni. Quindi pensavo di avvalermi di una azienda specializzata nella gestione degli appalti». L’idea però, ha specificato, fu rigettata sia dall’ex sindaco Moratti, sia da Roberto Formigoni allora presidente di Regione Lombardia: «Per loro c’erano Infrastrutture Lombarde ed MM, ed erano completamente in grado di gestire la cosa. Avrei dovuto insistere perché quella era scelta giusta».
Allo stesso modo, Sala si era espresso su uno degli arresti eccellenti di quell’inchiesta, su cui gli era stato chiesto conto, cioè la nomina di Angelo Paris, manager di Expo dal 2008, cioè prima dell’arrivo dello stesso Sala. «Paris faceva già parte del comitato di candidatura di Expo», voluto dall’allora sindaco Letizia Moratti, «anche se adesso è inutile che neghi la fiducia accordato allo stesso», ha chiuso Sala, «ritenendolo un esperto in quanto era già stato direttore tecnico nel corso delle Olimpiadi di Torino del 2006».
Paris prende posto in Expo nell’aprile 2008 (giunta Moratti), mentre sotto la giunta di Giuliano Pisapia arriva sempre in Expo Antonio Acerbo. Acerbo viene arrestato (domiciliari) nell’ottobre 2014 in relazione agli appalti sulle Vie d’Acqua di cui è responsabile unico del procedimento, così come lo è per il Padiglione Italia, e all’interno del Padiglione Italia ricade la costruzione di Palazzo Italia, che ha visto l’aggiudicazione dell’appalto alla Italiana Costruzioni dei fratelli Navarra, indagati nell’ambito dell’inchiesta di Firenze sulle grandi opere.
Acerbo prima di arrivare in Expo è comunque una vecchia conoscenza di Palazzo Marino: dal settembre del 1995 si trova praticamente ininterrottamente negli uffici tecnici del Comune di Milano, e a novembre 2009 arriva alla direzione generale dello stesso benedetto da Letizia Moratti.
Perotti col comune meneghino in epoca morattiana ha fatto affari d’oro: dalla Riqualificazione dell’ex quartiere storico della fiera di Milano per la realizzazione del nuovo polo urbano CityLife, a Fiera Milano passando per la Linea 5 della Metropolitana, appalto aggiudicato nel 2007
Dunque l’inchiesta dei pm fiorentini getta più ombre che luci sull’operato di Palazzo Marino, soprattutto nel periodo della giunta Moratti in cui sono decise le partite più importanti su Expo e le nuove metropolitane. Lo stesso Perotti, si nota dall’elenco dei cantieri su cui lavora la sua Spm Consulting, col comune meneghino in epoca morattiana ha fatto affari d’oro: dalla Riqualificazione dell’ex quartiere storico della fiera di Milano per la realizzazione del nuovo polo urbano CityLife, a Fiera Milano passando per la Linea 5 della Metropolitana, appalto aggiudicato nel 2007.
Sempre in area Moratti cade un altro nome che emerge dalle carte dell’inchiesta, cioè l’ex assessore al bilancio del comune Giacomo Beretta che indirizza Perotti prima per la direzione dei lavori di Palazzo Italia, e una volta non ottenuta la commessa, per i pm lo stesso Beretta si attiverà poi per organizzare un incontro tra Perotti e Acerbo per dare la possibilità allo stesso Perotti di avere comunque un’altra direzione lavori dai fratelli Navarra.