Masterchef e lo spoiler premeditato di terzo grado

Masterchef e lo spoiler premeditato di terzo grado

Il caso Masterchef: la grande spoilerata 

È un martedì sera di inizio marzo, come tanti altri martedì sera su Canale 5 sta andando in onda la puntata di Striscia la notizia. Questa non è esattamente una puntata come tutte le altre. Poche ore prima l’account twitter di Striscia aveva promesso di rivelare, con due giorni di anticipo, il vincitore di Masterchef, il programma culinario più visto della televisione italiana, in onda su Sky due giorni dopo, giovedì 5 marzo.

Sono circa le nove e venti quando la promessa di Striscia diventa realtà. Lo spoiler e la frittata sono fatti. Le reazioni sono praticamente unanimi nel condannare il gesto come un colpo bassissimo, una scorrettezza clamorosa tra reti concorrenti, uno schiaffo irrispettoso ai telespettatori. Ma non solo. Passa la notte, gli animi non si calmano, e non si esclude che la vicenda finirà in tribunale, rischiando di inaugurare un filone giudiziario inedito: lo spoiler.

Che cos’è uno spoiler?

Per i pochi che non sapessero che cosa sia uno spoiler, citiamo il dizionario Treccani, che, dimostrando una buona aderenza ai fatti del mondo e alle trasformazioni della lingua, definisce il termine spoiler — o meglio, l’accezione che qui ci interessa — in questi termini:

4. Nella lingua colloquiale, anticipazione di una parte della trama di un racconto, romanzo, film o simili, in particolare se data a qualcuno senza preoccuparsi di rovinargli la sorpresa: fare uno (lo) spoiler.

Il Treccani è sul pezzo, ma la sua definizione ha una pecca: non contempla né definisce le esatte dimensione della violenza che sottostanno e si riverberano da un atto di spoiler, da una spoilerata, o, per usare il verbo figliato dal sostantivo, dallo spoilerare: un verbo la cui orribile cacofonia rende abbastanza bene la sconcezza dell’azione che rappresenta.

I tre gradi dello spoiler

Dello spoiler, come dell’omicidio, esistono almeno tre tipologie diverse e ognuna ha la sua gravità.

Lo spoiler colposo, quello sostanzialmente involontario, può capitare a chiunque, in qualsiasi situazione.

C’è lo spoiler colposo, quello sostanzialmente involontario, che può capitare a chiunque, in qualsiasi situazione. Un esempio? Siete al bar con un paio di amici, state commentando una certa scena di una certa puntata di Game of Thrones — per chi l’ha visto, sì, quella — e naturalmente usate nomi e circostanze, perché è di quello che si alimentano i dibattiti. Chiaramente, nella foga della discussione, avete completamente dimenticato che il vostro amico che era dentro a prendere una birra e che ora si è unito alla discussione, non ha ancora visto quella puntata. Ma ormai è inutile cercare di camuffare, i nomi sono stati fatti, la scena è stata descritta nei minimi particolare e il vostro amico vi sta fissando covando una forma d’odio che ha tinte di isteria.

Lo spoiler preterintenzionale, molto comune sul web, non è completamente involontario, ma scappa di mano facilmente.

Poi c’è lo spoiler preterintenzionale, molto comune sul web. Non è completamente involontario, ma scappa di mano facilmente. Esempio recente: sta per uscire la terza stagione di House of Cards, e Netflix, che sa bene quanto i fan siano affamati e impazienti, decide di rendere frizzante l’attesa della prima pubblicando, a giorni alterni, mini teaser della terza stagione. E i mini teaser sono una brutta bestia, perché sono pensati apposta per la viralizzazione e infatti nel tempo di un paio d’ore ve li trovate in giro per tutta la rete, rilanciati da tutti i siti del mondo, rimbalzanti sulla vostra timeline di Facebook e di Twitter. Quei mini teaser, che chiaramente contengono informazioni sulla fine della seconda stagione, per chi è a pari sono l’equivalente di una dose di metadone per alleviare l’astinenza, per chi invece ha appena iniziato la prima stagione sono un crimine.

Il terzo grado della scala di gravità dello spoiler è quello di cui si è reso colpevole Striscia la notizia martedì 3 novembre, all’incirca alle nove e venti di sera. Un reato di spoiler aggravato dalla premeditazione e dall’annuncio avvenuto nel pomeriggio.

Quali sono i limiti dello spoiler?

Se sulla gravità del brutto gesto di Striscia la notizia c’è poco da commentare, la dinamica dello spoiler — che, ricordiamo, non affligge soltanto programmi come Masterchef, ma anche film, serie tv, eventi sportivi e tutti quei prodotti narrativi il cui intreccio fonda la propria potenza sulla rivelazione di dettagli man mano che la trama di svolge — ci pone di fronte a un dubbio di difficile soluzione: quali sono i suoi limiti? Ovvero, esiste una sorta di “prescrizione” temporale per il reato di spoiler?

Partiamo da un esempio fornitoci dalla stretta attualità: ieri, in seguito all’annuncio di Striscia la notizia, Andrea Scrosati, vicepresidente Sky Italia per l’area Cinema e Spettacoli ha scritto un tweet in cui diceva di non voler neppure commentare il gesto di Striscia, paragonandolo a un altro gesto, quello di chi, davanti all’uscita delle sale che proiettavano I soliti sospetti, urlava a squarciagola chi fosse Keyser Söze.

Il dettaglio rilevante del commento di Scrosati, è che, nel suo tweet, chi era Keyser Söze lo dice, spoilerando il finale di quella pietra miliare del cinema thriller — un genere che la maggior parte delle volte vive proprio sui finali — a chi ancora non l’ha visto. E qui il dubbio: per quanto tempo vige lo spoiler alert?

Sarebbe uno spoiler rivelare il mistero di Rosebud di Quarto Potere?

Se qui scrivessi il finale del Ritratto di Dorian Gray, pubblicato da Oscar Wilde nel luglio del 1890 sul Lippincott’s Monthly Magazine, sarebbe uno spoiler? Sarebbe uno spoiler rivelare il mistero di Rosebud di Quarto Potere, capolavoro assoluto di Orson Welles, uscito per la prima volta il 1º maggio 1941? E rivelare chi è il padre di Luke Skywalker? Tecnicamente certo che sì, lo sarebbe, ma difficilmente verrebbe percepito come uno spoiler.

C’è quindi una certa rilevanza della questione temporale nel determinare cosa è spoiler e cosa non lo è, come una specie di prescrizione, tornando alla metafora legale. Una rilevanza che però non basta ancora a definire il limite dello spoiler, che, sarà banale dirlo, ma resta sempre legato al concetto di opportunità.

La regola non detta: prima di lanciare uno spoiler, almeno si avvisa il pubblico

Le domande restano aperte e si prestano facilmente alle speculazioni filosofiche di ognuno di noi. Una cosa, però, è certa: lo spoiler di Masterchef di Striscia la notizia è stato fatto con cattiveria, sapendo di danneggiare gli spettatori di Masterchef, ma è ancor più grave per un altro fatto, ovvero per la più totale infrazione di quella che è da tempo la regola non detta di questo campo da gioco: prima di lanciare uno spoiler, si avvisa il pubblico con quello che nel gergo si chiama Spoiler Alert.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter