Africa, l’altro mondo

Africa, l’altro mondo

È un varco tra due mondi, il canale di Sicilia. Da questa parte c’è il nostro. Noi lo conosciamo bene e lo conoscono bene anche i migranti che si imbarcano quotidianamente sui barconi per raggiungerlo, costi quel che costi, anche la vita. Quel che c’è dall’altra parte, ciò da cui loro scappano, a noi non interessa. Vuoi perché non è divertente guardare dove ci sono ancora guerre, carestie, epidemie; vuoi anche per il senso di colpa di essere parte in causa dei guai dell’Africa. 

Non sarebbe male guardare dall’altra parte del mediterraneo, invece. Scopriremmo che in Nigeria, oltre a Boko Haram, c’è un paese che cresce quanto quelli del sud-est asiatico, che ha evitato in poche settimane la diffusione su larga scala del virus ebola, e che presenta al suo interno un interessante sviluppo di settori economici quale ad esempio quello del cinema. Scopriremmo che diversi paesi africani si stanno dotando di istituzioni moderne. Che gran parte della loro crescita è trainata dagli investimenti diretti esteri di paesi come la Cina. Un flusso di denaro che si contrappone al flusso spirituale (e militare) delle milizie islamiche che provano a contrapporre la shaaria al turbo-capitalismo, occidentale e orientale che sia.

L’Africa, nonostante tutto, è insomma un continente più vivo che mai, l’altro mondo in cui si sta sviluppando oggi quello che sarà il nostro mondo, domani. Forse vale la pena di dare un’occhiata. 

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