Manca un anno alle prossime elezioni comunali di Milano. Ma c’è già chi ha deciso di muoversi, superando le logiche dei partiti, in particolare quelle del Partito Democratico. Stiamo parlando di Roberto Caputo, ex assessore a palazzo Marino, già presidente del consiglio provinciale milanese, che si classifica come il primo vero candidato per la corsa a primo cittadino del capoluogo lombardo. «Mi candido alle primarie, so di essere in una posizione di minoranza, ma mi sono stancato delle solite alchimie». Scrittore, nelle prossime settimane è in uscita il libro “Obiettivo Expo” («E’ un noir» spiega), Caputo ha deciso di ripartire dalle periferie e soprattutto dai problemi delle case popolari. «Tutte questioni che l’attuale giunta Pisapia avrebbe dovuto affrontare sin da subito e non dopo tre anni».
Manca ancora un anno, la situazione è abbastanza fluida nei partiti. Come mai questa scelta di portarsi avanti?
Devo dire che in questa fase mi interessano poco i posizionamenti, c’è un gioco tra i vari partiti della coalizione e sulle varie correnti. Io le voglio superare, le persone che mi appoggiano provengono da uno spaccato della società milanese. Voglio ripartire da Milano, di nomi ce ne sono parecchi, quelli che sono stati fatti in questi giorni: ecco forse s sarebbe meglio manifestare apertamente e iniziare la campagna elettorale
E perché gli altri non lo fanno?
La volontà da parte di molti oltre a quelli che ha nominato, c’è la volontà a candidarsi a fare il sindaco di Milano. C’è un vincolo legato alle scelte che si fanno all’interno dei partiti, io ho voluto fare qualcosa di diverso, sul territorio e nelle periferie milanesi. Sto forse rappresentando una posizione di minoranza ma che vuole esulare dalle solite alchimie
Lei è iscritto al Partito Democratico. Ha già parlato della sua scelta con i vertici?
Io sono iscritto al Pd. Questa cosa l’ho fatta sapere. Non è nascosta né celata. La questione è che bisogna capire se a Milano ci saranno primarie vere o sarà qualcosa di diverso. Chi vuole partecipare e che ha le idee e le condizioni, lo deve fare e anche dirlo.
Perché il Pd non ha chiesto a Pisapia di ricandidarsi?
Ha avuto un rispetto di una scelta personale. La voce sul fatto che non si sarebbe ricandidato girava da parecchio tempo. Pisapia l’ha fatto prima del previsto…
Un giudizio sul mandato di Pisapia?
Dopo la Moratti, Pisapia ha rappresentato un fatto di novità importante, ha aperto nuove speranze, ma negli ultimi tempi questa giunta si è un po’ appannata, un po’ stanca. Avrebbe avuto bisogno di un rinvigorimento nella fase finale, forse la stessa rinuncia di Pisapia ha dato questa stanchezza.
Sulle elezioni del 2016 si capirà di più dopo Expo. E si parla di un possibile candidato come Giuseppe Sala, l’attuale amministratore delegato di Expo.
Ma io non ritengo che Sala possa rappresentare una coalizione di centrosinistra. Non dimentichiamoci dei parecchi ritardi e intoppi che caratterizzano tutt’ora l’evento. Certo, ha fatto anche bene, ma non credo che possa essere indicato come candidato sindaco.
Lei si ritiene un Expottimista?
Sono un Expo osservatore, mi auguro che vada tutto bene, ma guardo e osservo con grande attenzione