Per chi è rimasto interdetto di fronte alla Grande Bellezza, per chi non riesce a capire il senso di Youth, per chi non ne può più di nani e ballerine in inquadrature bellissime, per chi non si beve dialoghi al limite della surrealtà, per chi feste del genere non le immagina neppure, per chi non ha mai avuto una terrazza con vista sul Colosseo e adiacente a un monastero di monache giocose, per chi, insomma, non ne può più del Sorrentino style, che ormai sta diventando un genere a sé, ecco la risposta: il generatore automatico di scene di film di Paolo Sorrentino.
Si trova sul sito Libernazione e, a comando, presenta descrizioni di “scene del prossimo film di Sorrentino”. Gli ingredienti ci sono tutti: stranieri improbabili, paesaggi esotici bellissimi, spruzzate di sesso, dissolvenze su canzoni, mix di finto alto con vero basso, dediche a sorpresa. Un esempio:
Una spogliarellista bielorussa meticcia canta “Ciao amore ciao” sul bordo della piscina olimpionica di un’isola caraibica privata, e nella scena successiva si masturba con un mestolo nella sala dei trofei di caccia grossa di un’ambasciata monegasca: progressivamente il rumore nitido dell’attrezzo culinario che fa su e giù nella vulva si trasforma in “I Like Chopin” di Gazebo, sparata a palla in una spiaggia in cui ci si succhia caviale dall’ombelico e si assiste alla lotta nel fango di due nane.
A quel punto il protagonista, con sguardo ironico, biascica: “Chi di gallina nasce convien che ruspi”.
Dissolvenza.
Scritta “Dedicato a Alberto Tomba”.
FINE.
Ma è solo una scena. A richiesta, ne possono venire create pressoché infinite (è un generatore automatico mica per nulla). L’ironia alla base è ovvia ed evidente, ma anche istruttiva.
È dedicata a chi, dopo l’Oscar vinto e le Palme d’Oro perse, vorrebbe vedere qualcosa di meno lezioso al cinema. Se possibile.