Si è spostato un secondo dalle telecamere, si è infilato nella doccia è poi, tèc, è sparito. La magia di Joaquín “El Chapo” Guzmán in realtà coincide con la sua evasione. È fuggito dalla prigione di massima sicurezza di Altipiano, a oltre 50 chilometri da Città del Messico, passando per un tunnel sotterraneo. Roba che nemmeno Le Ali della Libertà.
Ora, dopo la fuga, è partita la caccia all’uomo, ma il sospetto è che si concluderà con un pugno di mosche. El Chapo, il capo del cartello di Sinaloa (“uno dei più violenti, potenti e prolifici cartelli messicani”, dicono al dipartimento di giustizia Usa), autentico principe del narcotraffico messicano, è anche un eroe popolare, un brigante – e come tutti i briganti, intorno a lui è fiorita una vera e propria mitologia fatta di canzoni e gesta. Sono le narcocorridos, ballate e musiche in celebrazione dei narcotrafficanti. Tra queste, spicca come eroe El Chapo (“il tappetto”, per via della sua statura) che combatte le forze dell’ordine, sempre più in difficoltà di fronte alle sue trovate. Billboard ne ha collezionate dieci. Queste, invece, sono le migliori.
Si comincia con Lupillo Rivera, e la sua El Chapo otra fuga mas, che prende in giro le autorità, messe in imbarazzo dalla fuga del Chapo:
Oppure si mette in luce la sua storia, per certi versi esemplare: da povero, è riuscito a costruire un impero:
Questa si chiama El Encuentro, e la canta Lerry Hernandez. E racconta gli scontri con le forze dell’ordine dal punto di vista del Chapo:
E chi invece vuol conoscere il suo stile di vita, deve solo ascoltare El Papà de Los Pollitos. Altro che rapper e neomelodici. Qui si spara davvero:
La star messicana Valentin Elizalde, ucciso dai Los Zetas, i principali concorrenti del cartello di Sinaloa, ha composto invece quella che, a tutti gli effetti, è una celebrazione del Chapo:
E la stessa cosa fa Diego Rivas. Il titolo, Homenaje al Chapo Guzman non ha bisogno di spiegazioni. Anche lui, nel 2011, è stato ucciso dai gruppi nemici del clan di Sinaloa: