«Alla fine la rivoluzione a Cinque Stelle l’abbiamo fatta noi». Orgoglioso, un po’ emozionato, il deputato Massimo Artini la presenta così. Si chiama Sinapsi, è un nuovo spazio virtuale per mettere in rete le idee e condividere proposte politiche. «È la prima vera piattaforma di democrazia partecipata», racconta. Parlamentare grillino, alcuni mesi fa Artini è stato allontanato dal Movimento tra le polemiche. Oggi, assieme a nove colleghi, ha formato a Montecitorio la componente di Alternativa Libera. «Ma questo progetto non nasce solo dal nostro gruppo». Sinapsi è un’idea condivisa, continua. Nata con il contributo di associazioni e realtà territoriali. Un sistema che Artini – di mestiere fa il programmista sistemista – ha solo aiutato a realizzare.
La parola chiave è partecipazione. Nelle intenzioni degli ideatori, Sinapsi servirà per mettere in relazione chi ha voglia di partecipare alla realtà sociale, culturale e politica, pur conservando la propria autonomia. Un vero e proprio aggregatore di idee e proposte. Ad integrarsi non saranno i singoli cittadini, però, ma associazioni e gruppi culturali. Spetterà a loro raccogliere le istanze, «riferire i bisogni reali della gente e proporre soluzioni ispirate ad una logica di democrazia realmente partecipata». In poche parole, una rete di intelligenza collettiva messa a disposizione di ogni cittadino. L’obiettivo? A sentire chi l’ha pensata, Sinapsi sarà uno strumento al servizio di un confronto aperto e trasparente. Un mezzo che permetterà di riappropriarsi del vero senso della politica, intesa come «rete tra cittadini». Gli interessati possono raccogliere informazioni su www.sinapsi.software. «È un nuovo dominio, e già questa è una scelta di stile» ride Artini.
«Puntiamo a dare voce al territorio, quello che è mancato nel Movimento Cinque Stelle e che io, personalmente, ritengo un tradimento dei suoi valori fondanti»
«Sul sistema operativo non ci sono capi o capetti. Il voto è trasparente», continua il deputato. «Puntiamo a dare voce al territorio, quello che è mancato nel Movimento Cinque Stelle e che io, personalmente, ritengo un tradimento dei suoi valori fondanti». Chi si aspetta plebisciti su provvedimenti legislativi rischia di rimanere deluso. «Non ci si perde in tecnicismi – racconta Artini – Non è vietato discutere proposte di legge, ma preferiamo parlare di principi. Si trattano alcuni temi e si sceglie un indirizzo». Allo stesso modo non si arriverà mai a referendum virtuali prima di una votazione in Parlamento.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Agli associati di Sinapsi non verrà mai chiesto di indirizzare una scelta in Aula. «Chiedere un’indicazione cinque minuti prima di un voto non è vera democrazia. Bisogna essere consapevoli della decisione, discuterne» continua il deputato. Peraltro gli ex grillini di Alternativa Libera assicurano di non avere il controllo della piattaforma. Al momento sono loro i referenti parlamentari della struttura informatica, ma nulla vieta ad altre formazioni di entrare a farne parte. In futuro potrebbero esserci anche più realtà politiche. «Qui noi siamo una parte, come tutti gli altri». Anzi, per garantire l’indipendenza da “poteri esterni”, gli ideatori di Sinapsi hanno immaginato una proprietà diffusa della piattaforma, ripartita in modo uguale tra tutti i soci.
Per garantire l’indipendenza da “poteri esterni” gli ideatori hanno immaginato una proprietà diffusa della piattaforma, ripartita in modo uguale tra tutti i soci
Ma non c’è il rischio che troppi cervelli finiscano per intasare il confronto? Insomma, non serve un filtro per coordinare tante interazioni? Un primo limite è posto dal sistema, che permette l’iscrizione solo ad associazioni. «Ma a quel punto sono loro che scelgono con chi parlare e quando interrompere un rapporto. Sinapsi fornisce lo strumento, ma spetta a ognuno decidere il proprio universo di riferimento». Per dimostrare la volontà di coinvolgere i territori nei processi decisionali, Artini presenta il sistema informatico alla Camera insieme ad alcuni soci. Con lui ci sono Mauro Ceccherini dell’Associazione Civitas, Bachisio Canu di “Calabria Terra Libera”, Claudio Pizzuto di “Verso la Costituente”.
L’ex grillino insiste molto sul tema dell’indipendenza. Il tema che a suo dire ha determinato «la non credibilità delle piattaforme informatiche esistenti». I riferimenti sembrano evidentemente rivolti all’esperienza del Movimento Cinque Stelle. Eppure è questa l’unica realtà politica dove finora i militanti hanno potuto votare candidati, scegliere provvedimenti e ratificare esplusioni. Artini non sembra molto convinto. «Hanno una piattaforma con tre o quattro programmi che vengono usati a comando – continua – Non ci crede? Basta guardare da quanto tempo non si fa una votazione». Il dubbio è lecito. E se Sinapsi fosse solo una delusa reazione all’espulsione dal gruppo grillino? «Niente affatto. La nostra è una scommessa, certo. Ma è una rivoluzione, il primo vero sistema di democrazia partecipativa. La chimera del Movimento Cinque Stelle».