La scorsa estate la sua assenza fece rumore. Stavolta, dopo l’ennesimo corteggiamento, Matteo Renzi ha detto sì. Sarà ospite al Meeting di Rimini, la storica kermesse di Comunione e Liberazione. Con il presidente del Consiglio sfileranno sei ministri, tra cui i renziani Graziano Delrio e Paolo Gentiloni, oltre al titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan. Non è la Leopolda, ma poco ci manca. Ci sarà anche Marco Carrai, lobbista, storico braccio destro del premier, imprenditore da sempre legato alla galassia ciellina toscana. capace nell’ultimo anno di governo Renzi di aumentare il fatturato delle sue aziende e stringere accordi importanti pure con Luigi Berlusconi, figlio dell’ex Cavaliere.
La scelta di partecipare alla kermesse in riva all’Adriatico è, a detta di molti, un segno di difficoltà di un premier che sta affrontando una delle fasi più complesse della sua carriera politica. Sia a livello internazionale, sempre più allineato alle posizioni della Cancelliera tedesca Angela Merkel. Sia a livello interno, perché dopo la sconfitta alle ultime elezioni regionali ha capito di non controllare il partito sul territorio. Così la consueta passerella di Cl rappresenta un’opportunità di rilancio per l’esecutivo. Ma anche terreno di accordi elettorali con una base, quella di Comunione e Liberazione, ancora forte nel Nord e in particolare a Milano dove nel 2016 si andrà a votare per il nuovo sindaco. E il voto moderato dei cattolici ha sempre fatto gola.
La passerella di CL rappresenta un’opportunità di rilancio per l’esecutivo ma anche terreno di accordi elettorali in vista delle elezioni amministrative del 2016 a Milano
Ma la truppa renziana in viaggio verso la costa adriatica potrebbe rappresentare un’occasione di rilancio per la stessa Cl, ormai orfana, dopo gli scandali giudiziari, di politici di riferimento nelle istituzioni. A ben guardare, alla fine di agosto si potrebbe avere la prima plastica rappresentazione del nuovo renzismo: la nascita del Partito della Nazione. Del resto, il premier appare sempre più slegato dalla vecchia struttura dei democratici. Alle feste dell’Unità viene spesso contestato. Rimini, invece, rappresenta una sicurezza, perché non ha mai lesinato applausi ai capi di governo, da Silvio Berlusconi a Mario Monti fino a Enrico Letta. Anche i ciellini obbediscono al vecchio adagio del Dc Toni Bisaglia: «Stare sempre in maggioranza».
Oltre a Renzi sbarcheranno in Riviera anche Carlo Cottarelli e Pupi Avati, i manager delle partecipate di Stato Mauro Moretti, Francesco Starace e Michele Elia, il ceo di Etihad James Hogan, l’astronauta Roberto Vittori, la sindacalista Cisl Annamaria Furlan, il filosofo Noam Chomsky l’imprenditore Nerio Alessandri di Technogym e il re del cashmere Brunello Cucinelli. Poi Fausto Bertinotti e Roberto Maroni, Piero Fassino e Antonio Tajani. Una lunga lista di giornalisti, prelati, scienziati, artisti, professori, giudici, medici, educatori. Tutti a Rimini dal 20 al 26 agosto. Compresi oltre 3mila volontari che pagano di tasca propria vitto e alloggio per lavorare alla costruzione del Meeting.
MESSAGGIO PROMOZIONALE
Un anno fa l’ex sindaco di Firenze, forte del 40 per cento alle Europee e di una popolarità straordinaria, ha disertato agevolmente la Fiera di Rimini preferendo il raduno nazionale degli scout. Un colpo pesante, considerando anche il momento complicato della vita pubblica di Cl tra inchieste giudiziarie ed ex pupilli con le quotazioni in discesa (Maurizio Lupi dimissionario dal ministero dei Trasporti). Senza contare che il premier non ha mai amato le grandi liturgie ufficiali come congressi di sindacati e Confindustria. Adesso lo scacchiere è cambiato. Il gradimento del presidente del Consiglio è sceso, i sondaggi non fanno sconti. Le elezioni regionali hanno consegnato al Pd vittorie risicate e sconfitte clamorose. Inchieste come Mafia Capitale hanno fatto la loro parte, mentre in Parlamento non mancano gli scossoni per il governo tra minoranza Pd e sussulti Ncd.
Oggi più che mai la platea ciellina diventa un’occasione per mettere un po’ di benzina nel serbatoio renziano. Mossa mediatica e politica. Nazionale e locale. A Milano il Pd è in alto mare con la scelta dei candidati. Non è un mistero che all’ombra del Duomo la galassia ciellina sia in grado di spostare migliaia di voti. A Milano nacque l’esperienza religiosa di don Luigi Giussani, al Pirellone ha regnato per anni Roberto Formigoni, in Lombardia sono cresciute le opere del Movimento, anche quelle economiche. Un eventuale sostegno al Partito Democratico sarebbe vitale per la conquista di Palazzo Marino, come dimostra il caso di Lecco. Lì qualche settimana fa il sindaco dem Virginio Brivio ha vinto anche grazie alle preferenze della galassia ciellina.
«Matteo ha rapporti con Comunione e Liberazione fin da giovanissimo», raccontava Dario Nardella
Renzi ci sarà. E a Rimini non arriva certo da Papa Straniero. «Matteo ha rapporti con Comunione e Liberazione fin da giovanissimo, a maggior ragione da quando riveste incarichi istituzionali, ne sono stato io stesso testimone». Parlava così Dario Nardella, amico e successore di Renzi a Palazzo Vecchio. «Tanti esponenti dell’area che fa riferimento a lui hanno solidi contatti con quel mondo i suoi valori e il suo linguaggio sono in profonda sintonia con questo popolo». A Rimini invece niente conferenze per i vari Roberto Formigoni e Maurizio Lupi, storici esponenti politici di riferimento per la galassia ciellina. Tra inchieste giudiziarie, dimissioni e litigi interni, dei ciellini politici al Meeting prenderà la parola solo Raffaello Vignali, ex numero uno della Compagnia delle Opere.